Olimpiadi 2024, per Giuseppe Ursini la cerimonia di apertura è stata un’occasione mancata

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Olimpiadi

Lo scorso 26 luglio hanno avuto inizio le Olimpiadi di Parigi, la XXXIII edizione delle più illustri “maratone” in ambito sportivo, fatte di giochi artistici ed atletici, che puntualmente riuniscono i Paesi del mondo sotto un’unica bandiera e che quest’anno animeranno la capitale francese fino al prossimo 11 agosto. Come ogni grande evento che si rispetti, però, la trepidante tifoseria delle Nazioni partecipanti e il clamore mediatico non sono i soli aspetti che la caratterizzano. Anche le polemiche, infatti, fondate o meno che poi si possano ritenere, occupano uno spazio importante e, spesso e volentieri, incidono particolarmente sull’immagine della manifestazione stessa.

La follia appartiene a pochi, e pochi riescono a capirla
Michele Scirpoli

Nelle ultime settimane, ad esempio, le critiche hanno cominciato ad arrivare ben prima del “fischio d’inizio” e hanno raggiunto, almeno per il momento, il loro apice massimo nel corso della cerimonia d’apertura. Quest’ultima, in particolare, è stata oggetto di forti e pesanti recriminazioni, persino da parte di alcuni politici nostrani, in quanto, a detta dei più, avrebbe costituito una rappresentazione blasfema della famosa Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.

Frame della Cerimonia di apertura – Credit Photo: web

Le parole del direttore artistico

Chissà, forse si tratta di una banale scusa per celare l’effetto disturbante che le drag queen coinvolte devono aver avuto sulle menti più arretrate della nostra modernità, o magari è solamente il frutto dell’ignoranza dilagante. Ad ogni modo, sta di fatto che non c’è nulla di più sbagliato. Difatti, il direttore artistico Thomas Jolly ha dichiarato di essersi liberamente ispirato ad un baccanale pagano del dio Dioniso, dando vita ad una messa in scena che richiamerebbe più Il Banchetto degli Dei di Jan Harmensz Van Bijlert che il dipinto di Leonardo.

Il parere di Ursini sulla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi

Ciò nonostante, le “proteste” non si sono affatto affievolite, tanto da costringere Jolly a scusarsi. A tal proposito, il Presidente Pro Tempore del Codacons Giuseppe Ursini ha voluto dire la sua parlando della giornata inaugurale come di un’occasione mancata.

Alcuni artisti, nella cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, hanno presentato un’opera celebrativa e stimolante, nella loro veste di gender, che, secondo alcuni, avrebbe preso spunto dall’Ultima cena di Leonardo. Contro la stessa è stato sollevato un vero e proprio coro di protesta, contestazioni e larvate minacce. Peccato, però, che queste fossero del tutto scordate, banali e scollegati dalla realtà.

Così facendo è stata persa l’occasione di riesaminare e correggere alcuni pilastri della morale e della religione ormai diventati obsoleti, ma che continuano a condizionare la mente di molti soggetti. Non a caso, si accusano gli autori ed i partecipanti di presunte offese morali e religiose, ma tutto ciò è semplicemente errato.

Ultima Cena di Leonardo da Vinci – Credit photo: web

Rispetto alla religione, non esiste offesa perché l’opera dalla quale si è presa l’ispirazione, sia essa l’opera del Da Vinci o di Van Bijlert, è stupenda. Inoltre, trattandosi di spunto e non di riproduzione della vicenda, bisognava considerare unicamente la realizzazione e la partecipazione ad un incontro, trasformato dalla critica  in quello che sappiamo. Nello specifico, non risulta alcun intento dispregiativo se non quello di manifestare, in modo ludico, l’incontro tra più persone espresso attraverso modalità coerenti con il genere dei partecipanti. Questo deve aver solleticato soggetti, i quali, pur di apparire, vestendosi con la vecchia armatura di difensori del buon costume e della presunta fede, hanno gridato allo scandalo.   

Dov’è lo scandalo?

Ma quale scandalo, se il concetto di morale, seguendo l’evoluzione dei costumi, si è, fortunatamente, modificato in meglio! Se così non fosse stato, sarebbe rimasta una concezione del secolo scorso secondo cui si vietavano il bacio in pubblico, il bikini e tante altre cose. Perciò, nel caso di specie, non si può parlare di alcuna violazione, nemmeno morale. Al contrario, si tratta di una mera rappresentazione artistica in linea con i tempi, che tra qualche anno potrebbe essere addirittura elogiata ed emulata. Neppure si può parlare di spregio di un’opera d’arte, visto che anche l’oggetto della contesa deve essere considerata come una realizzazione artistica.

Il vero punto della polemica sulle Olimpiadi

Forse, il punto che ha inorridito i bigotti e coloro che faticano a fare scelte è quello che a parteciparvi fossero persone (esseri umani) che hanno scelto un orientamento sessuale ben preciso. Non a caso, la scelta dell’orientamento sessuale e/o del relativo comportamento è cosa esistente da sempre. Lo stesso Leonardo, all’epoca, veniva coinvolto in una particolare vicenda che riportiamo:

Banchetto degli Dei di Jan Van Bijlert – Credit photo: web

Il caso di Leonardo

  • Notifico a Voi Signori officiali come egli è vera cosa che Jacopo Saltarelli, fratello carnale di Giovanni Saltarelli, sta con lui all’orafo in Vacchereccia, dirimpetto al buco [tamburo]: veste nero d’età d’anni 17, o circa. El quale Jacopo va dietro a molte misserue et consente compiacere a quelle persone lo richieghono di simili tristizie. Et a questo modo à avuto a fare di molte cose, cioè servito parecchie dozine di persone delle quali ne so buon date, et al presente dirò d’alchuno: Bartolomeo di Pasquino orafo sta in Vacchereccia;   Lionardo   di   Ser   Piero   da   Vinci sta con Andrea de Verrochio. Baccino farsettaio sta da Or San Michele in quella via che v’è due botteghe grandi di cimatori, che va alla loggia de’ Cierchi; ha aperto bottega di nuovo di farsettajo. Lionardo Tornabuoni, dicto il teri, veste nero. Questi ànno avuto a soddomitare decto Jacopo: et così vi fo fede’.

Infine, arrivò la sentenza e i quattro imputati (di Pasquino, da Vinci, Baccino e Tornabuoni) furono completamente scagionati. In aggiunta a ciò, è plausibile che Leonardo avesse frequentato una meretrice, che potrebbe aver posato per lui benché ciò non dia altre informazioni sui suoi gusti sessuali (FONTE: “Finestre sull’arte”).

Avere paura di qualcosa (es. scelta di orientamento sessuale) significa avere già il problema. In sostanza, se qualcuno fa una scelta, concretamente voluta e che non può disturbarci in alcun modo, non bisognerebbe in alcun modo puntarvi il dito contro. Libertà significa anche rispetto degli altri e delle loro scelte (purché lecite e conformi alle leggi ed alle consuetudini consolidate), pertanto la protesta sulla giornata inaugurale non è altro che pretestuosa, formulata sulla base di visioni arcaiche e qualunquiste. In altre parole, un’occasione di riflessone davvero mancata“!

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Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

2 Comments

  1. ho letto l’articolo e devo dire molto bello anche se ho trovato alcune cose senza una logica.
    Non ho voglia di discutere sul problema religioso o meno oppure sulla volontà di rappresentare un’opera artistica. Secondo me le olimpiadi devono essere un momento mondiale dove venga celebrato lo sport e non tutto quello che la politica oppure le correnti di pensiero possono voler far capire. Concordo col fatto che si sia persa un’occasione per celebrare un qualcosa ma questo qualcosa doveva essere lo sport sotto tutti i suoi punti di vista e coinvolgere il movimento drug non ha logica in questo contesto. Guardando attentamente sembrava un altro gay Pride e ripeto non ho nulla contro questo anzi trovo però che ci siano luoghi e soprattutto momenti ben specifichi a volte voler portare l’inclusione all’estremo crea un’esclusione dall’altra parte.
    Complimenti per lo spunto perché avere idee diverse e sempre un momento di crescita sotto tutti i punti di vista.

    • Ciao Serena, grazie per essere qui. Il giorno che l’uomo finirà di etichettare la qualunque, saremo realmente tutti liberi di poter esprimere noi stessi nel rispetto del prossimo. Torna a trovarci ancora.

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