Cultura e Spettacolo

Amirata Winter, quando l’amore dell’arte per l’arte diventa un racconto di sconfinata ed eterna passione: “Sarai per sempre!”

Avete presente “L’Incantesimo del Lago”? Odette? Ho capito dove hanno preso l’idea di quel luogo incantato. Lo scorso weekend si è tenuta l’edizione 2025 della fiera d’arte più famosa di Lugano. YouNique” è una “Boutique Fair” dedicata all’arte contemporanea in ogni sua declinazione che si tiene presso la neoclassica Villa Ciani, una location storica di grande charme con sale affrescate, parquet antichi ed una vista mozzafiato sul Lago Ceresio.

Allora sono uscito da scuola e tutto contento ho preso il treno e mi sono ritrovato alla Première d’apertura. Con il mio solito sguardo pieno di meraviglia ed entusiasmo ho disegnato un sorriso sul volto appena ho incontrato Amirata Winter e suo marito Roman ad accogliermi.

Credit: Angelo Musillo

Amirata Winter è nato a Teheran, Iran, nel 1981, ma è cresciuto in Italia, dove il suo profondo amore per l’arte ha iniziato a prendere forma. Un artista che trova ispirazione sconfinata nella natura e nel caleidoscopio di ricordi delle diverse culture che ha incontrato nel corso della sua vita; il viaggio di Amirata attraverso il mondo dell’arte è un racconto accattivante di dedizione e passione, tradotto nelle sue opere, in un dialogo d’armonie tra elementi della flora, della fauna, dell’umano.

E così ecco qui che divento la sua Musa. Che figata pazzesca! Aspettate, vi presento il quadro. Anzi ci pensa Amirata!

Le dichiarazioni di Amirata Winter:

“Sarai per sempre” è uno dei lavori più emotivamente intensi che io abbia mai realizzato. Dipingere Angelo non è stato solo un atto creativo, ma un processo intimo, quasi meditativo, che mi ha spinto a cercare la sua verità più profonda attraverso la pittura.

Amirata Winter/Credit: Amirata Winter

Sin dallinizio, sapevo che il cuore del quadro sarebbero stati i suoi occhi. Ho lavorato a lungo su di essi, con pazienza e rispetto, perché volevo che trasmettessero non solo lo sguardo, ma lessenza stessa del suo essere. Catturare la sua anima, la sua vulnerabilità, la sua dolcezza, e allo stesso tempo la forza silenziosa che porta dentro, è stato il filo conduttore di tutta lopera.

Il cavallo non è solo un animale accanto a lui: è uno specchio della sua sensibilità, un simbolo di lealtà, istinto e libertà trattenuta. Le mele, forti di simbolismo archetipico, parlano di desiderio, tentazione, bellezza, ma anche di ciclicità e perdita. La loro presenza generosa e rotonda crea una cornice che è quasi un abbraccio, una natura che osserva e accompagna, senza giudizio.

Durante il processo, ci sono stati momenti di assoluta fusione con la tela, ma anche pause necessarie per lasciar sedimentare ciò che stavo sentendo. Ogni passaggio del pennello diventava una forma di ascolto. La luce, la pelle, la tensione contenuta nel corpo: ogni elemento portava con sé una domanda silenziosa sul tempo, sulla memoria, sullidentità.

“Sarai per sempre” è il titolo che è venuto da sé, quasi sussurrato. Una frase semplice, ma carica di promessa. Una dedica silenziosa a ciò che resta anche quando tutto passa“.

Un gioco delle parti singolare

Le energie che si percepivano nei diversi piani della fiera erano di tipo generativo. Curiosità, bellezza, stupore, cura, attenzione al dettaglio, ai dettagli, gentilezza. E quale migliore occasione di riflessioni, per un overthinker come me, di una mostra d’arte, con un dipinto nel quale specchiarsi, un doppelgänger (Doppelgänger ([ˈdɔpl̩ˌɡɛŋɐ]; letteralmente «doppio viandante», nel senso di «bilocato»; tradotto in italiano come «doppio» o talvolta, impropriamente, «sosia»; in latino anche alter ego) è un termine tedesco, composto da doppel, «doppio», e Gänger, «che va», «che passa» (da gehen, «andare») e l’artista lì presente, che ha creato tale situazione, a fare da collante tra questi metaversi?

Subito mi richiamano alla mente almeno tre, quattro cosine. So già che una la state pensando anche voi, almeno da quando avete iniziato a leggere questo articolo…

Credit: Angelo Musillo

“Il Ritratto di Dorian Gray”

Il ritratto di Dorian Gray rappresenta una sorta di manifesto della poetica di Oscar Wilde. È, infatti, l’opera che meglio fonde le sue teorie su una vita fatta di bellezza e piacere come suprema forma d’arte.

Secondo Wilde l’artista, in quanto individuo dotato di buon gusto, è al di sopra della moralità. Questo è ciò che viene rappresentato nel romanzo, sebbene con un epilogo drammatico, così come drammatico è stato l’epilogo della vita di Wilde.

La giovinezza, la bellezza, è una responsabilità. Come riuscire ad essere responsabili? Restando puri. Godere delle piccole grandi cose della vita. Non essere avidi di piaceri, potere, ricchezze monetarie. Ma avidi di vita. Della gioia di vivere. Fare dei “digiuni” dai piaceri, può aiutarci a vedere meglio quello che ci circonda, quello che ci piace e quello che non ci piace, quello a cui teniamo e quello che non desideriamo avere accanto a noi.

E poi la tip più importante…rimanere bambini, giocando a fare cose da adulti.

Qui vi lascio alcuni aforismi che hanno colto la mia curiosità.

“La puntualità è ladra del tempo” (teoria di Lord Henry).

“Il piacere è l’esame che ci fa passare la natura, il segno della sua approvazione.

Quando siamo felici siamo sempre buoni, ma quando siamo buoni non sempre siamo felici” (Lord Henry).

”…viviamo in un epoca nella quale le cose non necessarie costituiscono le nostre sole necessità” (pensiero di Dorian Gray).

”Definire è limitare” (Lord Henry).

“Pigmalione e Galatea”

[…]Grazie alla felice ispirazione dettatagli dal suo talento artistico, scolpì in candido avorio una figura femminile di bellezza superiore a quella di qualsiasi donna vivente e si innamorò della sua opera [] Spesso allunga le mani verso la sua opera per accertarsi che si tratti di carne o di avorio. La bacia e gli sembra di essere baciato, le parla, la stringe e crede che le sue dita affondino nelle membra che tocca: teme perfino che per la pressione spuntino dei lividi sulla pelle.

[…]Pigmalione, non appena torna a casa, si reca dalla statua della fanciulla e sdraiatosi sul letto accanto a lei, prende a baciarla; gli sembra incontrare qualcosa di tiepido. Di nuovo accosta la bocca e le tocca il petto con le mani: al tocco lavorio si ammorbidisce, deponendo la sua rigidità; [] il giovane resta attonito, quasi si lascia andare alla gioia ma teme di ingannarsi: pieno damore torna a toccare più e più volte loggetto dei suoi desideri: è proprio un corpo vivo! Le vene pulsano sotto la pressione del pollice [] Finalmente preme le sue labbra su una bocca vera e dà dei baci che la fanciulla sente: ella timidamente leva verso di lui lo sguardo e ai suoi occhi appare contemporaneamente la visione del cielo e quella delluomo che lama.

Il potere creatore dell’artista. In psicologia si parla di effetto Pigmalione accostato a “profezia auto-avverante”. Il mito diventa una metafora perfetta che ci mostra come le nostre aspettative possano influenzare e modellare il comportamento e le prestazioni proprie e altrui.

“La Bella e La Bestia”

Credit: Angelo Musillo

Bello e brutto, buono o cattivo, reale o irreale e via così. Abituati a pensare in un sistema di scelte binario, ci dimentichiamo che in ciascuna delle parti c’è sempre qualcosa dell’altra. Il principe della storia Disney è avido della sua bellezza, della sua giovinezza, della sua ricchezza. Così palesa ognuna di queste bestie.

Non può più neanche guardare l’immagine di quello che era, di tutto quello che aveva e che ora sembra perso per sempre.

L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica

Credit: Instagram, @younique.boutiquefairofarts

Ho pensato a questo saggio di critica culturale di Walter Benjamin. Il filosofo sostiene che l’introduzione, all’inizio del XX secolo, di nuove tecniche per produrre, riprodurre e diffondere opere d’arte ha radicalmente cambiato l’atteggiamento verso l’arte sia degli artisti sia del pubblico. Due temi: la riflessione sul rapporto tra arte e tecnica e la fruizione dell’opera d’arte nella società di massa. Nel 2025 questo topic lo trovo estremamente attuale e cruciale, allo stesso tempo. Ricordate “Inception”, il film del 2010 con DiCaprio? Ecco ora immaginate una persona, che diventa parola, che diventa quadro, che diventa foto, che diventa video, che diventa immagine generata con AI. E poi condivisa.

Che effetti produce? Si perde o si guadagna?

“Sarai per sempre”, parola di Amirata Winter: elisir di lunga vita o castigo?

“Alcune persone entrano nel nostro mondo e riconosciamo qualcosa in loro, qualcosa di raro, qualcosa di intramontabile. Forse è nei loro occhi, nel loro silenzio o nel modo in cui si comportano. Angelo, attraverso questo quadro, attraverso questo momento, sarà per sempre.

C’è un tranquillo contrasto in questa scena: la morbidezza luminosa della giovinezza contro la presenza solida del cavallo, la maturità delle mele contro l’inevitabilità della loro caduta. La luce e l’ombra modellano la composizione, creando un delicato equilibrio tra presenza e assenza, tra ciò che si conserva e ciò che è fugace.

Questo lavoro è una meditazione sul tempo, sulla bellezza e sulle tracce che lasciamo dietro di noi. Lo sguardo indugia, l’attimo è sospeso e c’è la consapevolezza che tutte le cose devono cambiare. Eppure, alcune presenze sfidano il tempo, non resistendo, ma diventando parte di qualcosa di più grande, di eterno“. (Amirata Winter)

Essere per sempre, può essere un elisir di lunga vita o un castigo. È nostra responsabilità fare la scelta giusta.

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Angelo Musillo

Trentenne lucano adottato da Roma. Diplomato in Conservatorio (“Santa Cecilia”) in Pianoforte, specializzato in Didattica della Musica e Visual Arts (“Accademia di Belle Arti di Roma”), oggi si dedica alla Artistic Research (“Orpheus Institute”). Docente Universitario (“Link Campus University”) e di Scuola Secondaria, di tanto in tanto, presta la sua immagine al mondo della Moda o dello Spettacolo (“Casasanremo24”). È il “Mister + Bello d’Italia 2024”

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