Immaginate una creatura silenziosa insinuarsi nelle profondità marine e allungare il proprio tentacolo dal tocco glaciale verso tutte le altre forme di vita, ignare della sua presenza, che popolano i fondali. Potrà mai esistere? Ebbene sì! Ma badate, non si tratta di un mostro mitologico né di un esperimento di laboratorio sfuggito al controllo dell’uomo. Al contrario, è un fenomeno naturale che prende il nome di “brinicle” e che in molti conoscono come il cosiddetto “dito della morte“. Ma in che modo si origina?
Guarda nel profondo della natura, e allora comprenderai meglio tutto – Albert Einstein
Scoperto per la prima volta negli anni ’60, il brinicle – fusione dei termini inglesi brine (salamoia) e icicle (stalattite di ghiaccio) – è uno dei fenomeni più spettacolari, nonché uno dei meno conosciuti, con cui la natura da sempre arricchisce il suo fascino. Nasce nelle acque gelide dell’Antartide e dell’Artico, dove l’acqua di mare ad altissima salinità fuoriesce dalle fessure del ghiaccio marino e, essendo più densa, affonda lentamente. La vera magia, però, ed è questo forse l’aspetto più intrigante, accade quando questa lingua di acqua ultra-fredda incontra l’acqua oceanica sottostante. Nel momento in cui ciò accade, essa congela immediatamente e crea una colonna di ghiaccio che si espande come un tentacolo in cerca di prede.
Quando il dito della morte tocca il fondale, la sua avanzata diventa inesorabile. Qualsiasi creatura lenta o sfortunata che incontri sul suo cammino, che si tratti di stelle marine, ricci di mare o piccoli crostacei, viene congelata all’istante in una trappola mortale. Uno spettacolo crudele, non c’è che dire, che richiama nell’immaginario collettivo l’immagine dell’avanzata di un killer silenzioso. Tuttavia, non ha nulla di soprannaturale o estremamente disumano: è pura scienza in azione.
A rendere questo fenomeno ancora più affascinante è la sua relativa rarità e difficoltà di osservazione. Fino a pochi anni fa, infatti, la sua esistenza era più una teoria che un’effettiva realtà. E così è stato finché le riprese spettacolari della BBC nel documentario Frozen Planet (2011) non lo hanno portato sotto i riflettori. Quelle immagini mostrano il brinicle che serpeggia nel buio, evocando un senso di stupore misto a inquietudine.
Insomma, la natura non ha bisogno di mostri immaginari per impressionarci: basta il semplice gioco di temperatura, densità e salinità per creare un qualcosa di bellissimo e al tempo stesso letale. O chissà, magari l’intento non è quello di sorprenderci, ma quello di rammentarci che il nostro pianeta ha ancora molti segreti da svelare, celati negli angoli più inaccessibili e remoti. D’altronde, dei fondali marini sappiamo ancora ben poco!
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