Il tema dell’esposizione del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche è complesso e coinvolge diverse sensibilità. La laicità dello Stato, a voler esser pignoli, è un tema ancora più complesso. Quindi, da dove partire? Quali soluzioni potrebbero far avanzare la nostra civiltà? Si potrebbe iniziare, ad esempio, con il citare ciò che recita l’Articolo 19 della Costituzione Italiana, Carta fondamentale che spesso e volentieri sembra venir deliberatamente ignorata:
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume
La laicità è un principio fondamentale sancito dalla Costituzione e non può essere ignorato. In teoria, esso garantisce che lo Stato non favorisca né discrimini alcuna religione, mantenendo una posizione neutrale rispetto alle diverse fedi religiose. Tuttavia, il principio di laicità (art. 8) è messo “in imbarazzo” dal riconoscimento dei Patti Lateranensi (art. 7). Questa dualità può sembrare contraddittoria, poiché da un lato si riconosce un accordo specifico con la Chiesa cattolica, e dall’altro si afferma la neutralità dello Stato rispetto a tutte le religioni.
Insomma, un equilibrio delicato che riflette la storia e la cultura italiana, dove la Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo significativo. Ciò nonostante, la Costituzione cerca di garantire che questa influenza non comprometta la laicità dello Stato e i diritti delle altre confessioni religiose.
Secondo una sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 2021, non è possibile né imporre né vietare assolutamente l’esposizione del crocifisso. La decisione deve essere presa attraverso il dialogo e l’accordo tra studenti, insegnanti e genitori, nei consigli di classe e di istituto. La normativa prevede che l’esposizione del crocifisso sia una decisione condivisa dalla comunità scolastica.
Stando a quanto afferma la Corte di Cassazione, inoltre, l’affissione del crocifisso nelle aule scolastiche non è considerata un atto discriminatorio nei confronti degli alunni di diversa fede religiosa, dei loro genitori, o dei docenti dissenzienti per motivi religiosi. La Corte ha stabilito che il crocifisso rappresenta un simbolo passivo che non implica un’adesione forzata alla fede cristiana e non compromette la libertà di insegnamento o di espressione.
Il caso specifico che ha portato a questa decisione riguardava un insegnante che rimuoveva sistematicamente il crocifisso durante le sue lezioni, per cui era stato sanzionato. Tuttavia, la sanzione disciplinare è stata successivamente revocata dai giudici.
La Corte ha aperto alla possibilità di esporre anche simboli di altre religioni, cercando un ragionevole accomodamento tra le diverse posizioni.
Nel settembre 2023 la Lega ha presentato una proposta di legge per rendere obbligatorio il crocifisso in tutti i luoghi pubblici, comprese le scuole, con sanzioni per chi lo rimuove. Tuttavia, l’iter legislativo di questa proposta sarà probabilmente lungo.
Si potrebbe creare uno spazio dedicato alla spiritualità in ogni scuola, dove studenti e insegnanti possano esplorare e comprendere le diverse tradizioni religiose e spirituali, promuovendo il rispetto reciproco e l’inclusività.
Questa proposta mira a superare le divisioni ideologiche e a promuovere un avanzamento della nostra amata civiltà attraverso una specifica alfabetizzazione religiosa, culturale e di comunità.
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