L’inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro è un tema su cui si parla molto, ma i dati ci dicono che non si fa ancora abbastanza per riuscire a trovare un’attuazione concreta ai bei discorsi che si è soliti fare. Se da una parte, infatti, esistono leggi e progetti per favorire l’inserimento lavorativo, dall’altra, purtroppo, molti individui con difficoltà faticano ancora a trovare un’occupazione stabile e soddisfacente. Basti pensare che in Italia, secondo i dati più recenti, solo il 32,5% degli affetti da disabilità ha un impiego.
Questo significa che la maggioranza non riesce ad entrare nel mondo del lavoro, spesso a causa di barriere fisiche, pregiudizi o poca disponibilità da parte delle aziende ad accogliere lavoratori con esigenze specifiche. Cosa si può fare? E soprattutto, perché siamo ancora a questo punto? A tal proposito Helen Keller, sorda e cieca, divenuta un’icona di determinazione e inclusione, dimostrando che il talento e l’impegno possono superare qualsiasi ostacolo, ha affermato che:
La disabilità non è una barriera al successo
Sono ancora molti gli ostacoli che intercorrono tra il mondo del lavoro e chi è affetto da una qualunque forma di disabilità, e come se non fosse già abbastanza, la predisposizione ad un’apertura risulta essere ancora piuttosto lontana. Uno dei problemi più gravi, ad esempio, riguarda le donne e i giovani in queste categorie poiché le loro percentuali di impiego sono tutt’ora troppo basse. Eppure, la legge italiana prevede strumenti per fornire aiuti e sostegni nella ricerca di una professione, come il collocamento mirato che obbliga le aziende con più di 15 dipendenti ad assumere una quota di lavoratori con disabilità. Tuttavia, spesso queste norme non vengono rispettate o le aziende assumono solo per “dovere” senza offrire reali opportunità di crescita professionale.
Un altro problema è il fatto che il mondo del lavoro non è sempre pronto ad accogliere persone con esigenze diverse: gli uffici, gli strumenti di lavoro e perfino gli orari spesso non sono pensati per garantire a tutti le stesse possibilità.
A livello globale, la situazione non è molto diversa. In Europa, ad esempio, il 17,7% delle persone con disabilità è senza lavoro, e in alcuni Paesi il divario tra chi ha una disabilità e chi non ce l’ha è ancora più evidente. Ci sono Stati che stanno facendo meglio dell’Italia nel Nord del continente, come la Svezia e la Danimarca, offrendo maggiori incentivi alle imprese che assumono persone con disabilità e dando la possibilità di investire per rendere il mondo del lavoro più accessibile.
Ma non ovunque è così, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Lì, in effetti, le persone con disabilità vengono ancora escluse quasi completamente dal mondo del lavoro. Se trovare lavoro è complicato per una persona con disabilità, entrare in alcuni settori è ancora più difficile.
Negli ultimi anni, qualcosa si sta muovendo: sempre più brand stanno parlando di inclusione e qualche modello con disabilità ha avuto la possibilità di sfilare sulle passerelle internazionali. Ma la realtà è che nel dietro le quinte il cambiamento è ancora molto lento. Le persone con disabilità che vogliono lavorare nella moda, non solo come modelli ma anche come giornalisti, fotografi o designer, trovano ancora molti ostacoli e poche opportunità.
Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: il nostro sito, Instagram, Facebook e LinkedIn
Un laboratorio di educazione musicale dedicato ai valori della tradizione italiana. Nel cuore del quartiere…
In questi mesi la figlia minore di Vittorio Sgarbi, Evelina Sgarbi, ospite in vari programmi…
Pamela Genini, ventinove anni, è stata brutalmente uccisa da Gianluca Soncin, cinquantadue anni, ossia l’uomo…
Superare la povertà non è un gesto di carità. È un atto di giustizia. È…
Che si tratti di una pizza con gli amici, di un bicchiere di vino dopo…
Il 16 ottobre 1923, in un modesto ufficio di Los Angeles, due fratelli tracciano senza…