In una Parigi velata di malinconia, Édith Piaf presta la sua voce a un amore impossibile, consumato in un solo giorno ma destinato a non morire mai. Les Amants d’un Jour è più di una canzone: è un piccolo dramma umano che intreccia passione, dolore e desiderio d’eternità, dove l’amore e la morte si stringono la mano come gli amanti nella stanza di un albergo qualunque.
Lavo i bicchieri nel retro di un bar, ho molto da fare per permettermi di sognare, ma dentro questo scenario è banale piangere. Mi sembra ancora di vederli arrivare tenendosi per mano. Un’aria stupita di due cherubini che portano il sole, hanno chiesto, con voce pacata, un tetto per amarsi. La camera da letto tappezzata di carta ingiallita[…] Quando ho chiuso la porta dietro di loro, in fondo agli occhi sembrava esserci molto sole, tutto ciò mi suscitava dolore. Li hanno trovati mano nella mano, i loro occhi si sono chiusi verso altre mattine pieni di sole. Li hanno sepolti uniti e tranquilli. – “Les Amants d’un jour”, traduzione dal francese, di Édith Piaf, testo di Claude Delécluse e Michel Senlis, musica di Marguerite Monnot (1956)
Una canzone che racchiude Eros&Thanatos nella loro piena realizzazione, immediatezza nell’ intuire che questo amore, probabilmente contrastato, doveva fare ogni giorno i conti con la clandestinità. La descrizione dei due amanti attrae chi ascolta, la voce di Edith è inconfondibile, e da quel timbro capiamo che anche lei sente profondamente tristezza perché è lì ad asciugare i bicchieri e non gli è concesso di poter pensare all’amore, a quegli amanti che da quel giorno hanno deciso di amarsi per l’eternità.
Le anime affini vivono quasi sempre un conflitto, o che sia con le circostanze o uno dei due deve lottare con una realtà non decisa ma subita con grande dolore. L’eros ed il thanatos coincidono nella decisione dei due che vogliono, bramano l’eternità, e quindi si lanciano senza timore verso l’ignoto, consapevoli che le loro mani chiuderanno gli occhi da questa vita arrivando oltre i limiti del tempo, insieme e per sempre. Le strofe di questa canzone evidenziano che l’amore è più forte della morte.
L’amore dei due protagonisti non conosce vergogna né misura: è assoluto, puro, disperato. In quel piccolo albergo dalle pareti ingiallite, il mondo si ferma e il tempo smette di contare. La loro unione diventa un atto di fede contro la solitudine dell’esistenza, un grido silenzioso che sussurra la verità più antica — che solo chi ama fino all’annientamento può davvero toccare l’eternità. Piaf non racconta solo una storia, ma la trasfigura in mito, e noi restiamo lì, testimoni, con un bicchiere in mano e un nodo in gola, mentre il sole si spegne dietro la porta chiusa di una stanza qualunque.
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