emma fenu
Ho iniziato a cercare un figlio a 27 anni con tentativi naturali, ma passavano gli anni e non riuscivo a portare a termine una gravidanza, nonostante numerosi esami invasivi non evidenziassero anomalie
Un curriculum bello pieno, quello della scrittrice Emma Fenu: una laurea in Lettere, un Dottorato, due master e mille corsi, “da perdere il conto” come dice. Curatrice di Collana per la casa editrice Gli Scrittori della porta accanto, presidente dell’associazione culturale “Cultura al Femminile” ma non solo: è anche direttrice artistica del festival itinerante della Letteratura e delle Arti “Madre Isola”. Tiene corsi di scrittura creativa e emotiva e insegna la lingua italiana a madri migranti, con bambini da 0 a 3 anni al seguito.
Una passione, la sua, per cultura e scrittura, che non si affievolisce. Ma dietro questa vita piena, densa di traguardi e di ostacoli saltati, c’è una storia di dolore e speranza: la ricerca della maternità.
“Dai 39 ai 45 anni mi sono sottoposta a nove tentativi di fecondazione medicalmente assistita a Copenaghen, dove vivevo, a Praga e Alicante ma, purtroppo, senza risultati” racconta. “Ho un’endometriosi di secondo livello, ma i medici non hanno identificato con precisione la causa della mia mancata maternità.”
Oggi, ha accettato a braccia aperte questo nodo della sua vita.
“So che c’è un senso, che questo dolore mi ha reso la donna che sono e che la maternità ha molte forme per realizzarsi. Sono madre di idee, sogni, progetti. Madre soprattutto di me stessa” spiega, semplicemente. “Non ho rimpianti e nemmeno rimorsi: ho fatto il possibile, forse l’impossibile, per realizzare il mio sogno. Non mi sento, tuttavia, una donna incompleta né ritengo che la mia vita non abbia senso, ma non posso negare di provare un’ombra di malinconia nel ripensare agli embrioni che ho amato come figli.”
Non proverà ancora, dice. “Esiste un limite psicologico, fisico e economico, diverso per ciascuna coppia, e arriva il momento di dire basta… Un momento molto più difficile da affrontare rispetto a quello, gracido di speranza, in cui si decide di iniziare l’iter.”
Oggi nella sua vita non mancano, come abbiamo detto, i progetti culturali, l’insegnamento, la scrittura. Ha una nuova storia che bolle in pentola: “È una storia corale, dura, densa e oscura. Mi sono ispirata alla vera vita di una donna, anzi di quattro donne della medesima famiglia. È un racconto che mi è stato donato e di cui mi sento custode.”
Concilia tutto egregiamente. “Il Tutto fa parte di un unico arazzo: fili colorati che si intrecciano nel disegno della mia passione suprema, ossia la storia delle donne coniugata con la promozione e difesa dei diritti” dice, a tal proposito, dicendo di non essere stanca. “Vorrei fare di più perché ciò che entusiasma non pesa e la vita va vissuta intensamente: è troppo preziosa.”
Ed è proprio qui che il suo desiderio di maternità si realizza, intenso e bellissimo: perché la Fenu è madre di progetti e di idee, di eventi e di libri, di meraviglia e di occasioni. E se non è prezioso questo, cosa?
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Grazie di cuore per la profonda analisi della maternità in senso ampio e del mio vissuto.