Cinema Sommerso

Fiori nell’attico (1987), una pellicola forte per impressionare gli spettatori

Fiori nell’attico. La giovane Corrine Dollanganger (Victoria Tenant) rimasta da poco vedova, decide di tornare a vivere insieme ai quattro figli nella grande tenuta della famiglia paterna in Massachusetts. Corrine non vede i suoi genitori da molto tempo e inizia il suo viaggio con il timore che la madre Olivia (Louise Fletcher) e il vecchio padre Malcolm (Nathan Davis) possano respingerla.

La trama

Chris (Jeb Stuart Adams) ha quattordici anni e quando viene a mancare il padre (Marshall Colt) decide di prendersi cura dei fratelli più piccoli: Cathy (Kristy Swanson) di tredici anni, Cory (Ben Ganger) e Carrie (Lindsay Parker) gemelli di cinque anni. Insieme alla loro madre, i ragazzini sono speranzosi di iniziare una nuova vita nella casa dei nonni anche se l’idillio iniziale si trasforma da subito in un incubo. La madre di Corrine è una fanatica religiosa che nel vedere i nipoti non nasconde il proprio ribrezzo e orrore.

Suo marito Malcolm è infermo a letto e sta per morire. Olivia costringe i quattro fratelli a trasferirsi immediatamente in soffitta, il più lontano possibile dalla stanza da letto del marito malato e inizia a tiranneggiare i ragazzini accusandoli di essere il frutto del demonio. La loro madre, inizialmente premurosa, convince i ragazzi che alla morte del vecchio padre erediterà una fortuna e che potrà cominciare una nuova vita insieme a loro. C’è, però, un solo vincolo: il nonno non dovrà mai sapere dell’esistenza dei ragazzini.

Fiori nell’attico – Locandina ufficiale/Credit photo: Filippo Kulberg Taub

I figli di Corrine accettano le condizioni della madre e restano chiusi in soffitta per un tempo indefinito. Le visite della donna diventano sempre più rare e i ragazzini, con il tempo, si abituano a vivere in una bolla sospesa. La situazione già precaria e paradossale precipita quando il piccolo Cory si sente male improvvisamente e ha bisogno di essere portato in ospedale.

Chris diviene sempre più insofferente e sua sorella Cathy vorrebbe scappare da quella casa che si rivela essere una trappola mortale.

Jeffrey Bloom realizza un film non adatto ai minori con “Fiori nell’attico”

Il regista Jeffrey Bloom firma la regia e la sceneggiatura di questo film terribile non adatto ai minori che uscì nelle sale italiane il 12 maggio del 1988. Tratto dal romanzo Fiori senza sole della scrittrice statunitense V.C. Andrews che divenne un Best Seller nel 1979, il film di Bloom è molto fedele al testo originale sebbene all’inizio Wes Craven era stato considerato per curare la sceneggiatura dell’opera e la regia ma i produttori lo scartarono perché considerato troppo violento.

Un prodotto per il mercato

Fiori nell’attico sembra costruito per il mercato televisivo ed è tutto giocato sulle prime donne del film: Victoria Tenant, fintamente buonista nel ruolo della giovane vedova, è in realtà un mostro spietato e senza cuore. Subdola manipolatrice e arrampicatrice sociale, è disposta a passare sopra il cadavere dei propri figli pur di mettere le mani sull’ingente patrimonio di famiglia.

Louise Fletcher, vincitrice di un Premio Oscar nel 1976 come migliore attrice non protagonista per il Cult Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest, Miloš Forman, 1975) nel ruolo della nonna Olivia è semplicemente perfetta. Orribile e arcigna quanto basta, la Fletcher è terribile nei confronti della figlia che arriva a denudare e frustare davanti al moribondo padre e soprattutto è un’anziana signora totalmente anaffettiva nei confronti dei quattro nipotini.

Far sentir male lo spettatore

Frame della pellicola – Credit photo: Filippo Kulberg Taub

La pellicola di Bloom ha l’obiettivo primario di far sentire male lo spettatore che crede di vedere un film drammatico su conflitti famigliari. In realtà è un film thriller dalle tinte horror, molto più complesso e difficilissimo da digerire. Il tema dell’incesto, del rancore, dell’avidità e dell’amore sono qui mescolati per far venire allo spettatore il voltastomaco e una rabbia quasi esplosiva. Il trattamento delle due donne riservato ai quattro fanciulli è da denuncia sociale. Loro, ignari all’inizio e colpevoli

di essere il frutto dell’amore di Corrine per lo zio sono i veri protagonisti del film: attraverso le loro emozioni amplificate, infatti, lo spettatore si immedesimerà talmente tanto da volerli a tutti i costi salvare da quella casa di mostri. Consigliato esclusivamente ad un pubblico adulto, Fiori nell’attico merita di essere visto e analizzato in modo approfondito per imparare quanto non esista un limite per l’orrore. L’orrore dell’animo e l’orrore fisico che andranno a braccetto per tutta la durata del film. Nel 2014 uscirà il remake e una serie di seguiti infiniti con Heather Graham nel ruolo della madre e la sempre verde Ellen Burstyn nel ruolo della nonna Olivia. Come sempre meno riuscito rispetto all’originale, è comunque interessante il punto di vista dei vari personaggi di questa nuova versione.

Buona visione e non salite in soffitta!

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Filippo Kulberg Taub

Studioso e appassionato di cinema internazionale. Ha dedicato i suoi studi alle grandi figure femminili del cinema del passato specializzandosi alla Sapienza di Roma nel 2007 e nel 2010 su Bette Davis e Joan Crawford. Nel 2016 ha completato un dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio presso l’Università di Roma, Tor Vergata con una tesi sull’attrice israeliana Gila Almagor. Ha scritto diversi saggi e articoli di cinema e pubblicato l’autobiografia inedita in Italia di Bette Davis, Lo schermo della solitudine (Lithos). Oggi insegna Lettere alle nuove generazioni cercando sempre di infondere loro fiducia e soprattutto amore per la storia del cinema.

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