Il rischio di andarsene è che quando decidi di tornare, magari trovi chi si è abituato alla tua assenza
Così scrisse sull’allora Twitter un certo Guido Fruscoloni, che tra i suoi sogni mantiene ancora vivo quello di andare sullo spazio. È anche vero, però, come ha affermato in più di un’occasione il Premio Nobel per la Letteratura José de Sousa Saramago, scrittore, giornalista, critico letterario e traduttore portoghese, che sebbene non sia semplice, bisognerebbe ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini perché, in fin dei conti, il viaggio bisogna ricominciarlo sempre.
Su TikTok, la più nociva a mio non modesto avviso delle piattaforme virtuali, nelle scorse settimane, ha preso il via una nuova soap opera tutta italiana, tanto dolce quanto amara, che vede protagonista Gerardina Trovato, cantautrice siciliana di origini catenesi che nel corso degli anni, era il 1993 quando debuttò al Festival di Sanremo classificandosi seconda tra le Nuove Proposte dopo Laura Pausini con Ma non ho più la mia città, è riuscita in molte cose, specialmente ad abituare il pubblico agli incerti addii e a quei suoi insperati ritorni che hanno caratterizzato non solo la sua carriera discografica, ma anche e soprattutto la sua vita.
Era il 1° luglio del 2016, infatti, quando a distanza di pochi giorni dall’uscita del suo diciottesimo singolo musicale Energia e dopo svariate “scomparse” dalle scene con conseguenti ritorni, con un messaggio sul proprio profilo Facebook personale, la cantante annunciava nuovamente il proprio ritiro dalle scene. E in questi giorni, all’improvviso come un fulmine a ciel sereno, è tornata a far parlare di sé seppur non della sua musica.
Premesso che ho amato la voce di Gerardina più di tante altre, ammesso che ognuno di noi combatte quotidianamente contro i propri Gechi e Vampiri, atteso che nulla è perduto, posto che la solidarietà, la carità e la pietà sono dei sentimenti nobili e meno male che ogni tanto qualcuno si ricorda di possederli, siete sicuri che non le stiate regalando una nuova e ultima illusione? La Trovato va sicuramente sostenuta e aiutata, ma nella maniera giusta e nelle sedi opportune, non certo sui social network. La colpa dei suoi fallimenti non va imputata alla discografia, come erroneamente alcuni scrivono, quanto alle sue scelte personali.
Già nel 2020, ospite di Domenica Live, il salotto domenicale di Barbara d’Urso, raccontò dei duri momenti che stava attraversando, pare vivesse con 80€ della Caritas e la solidarietà dei concittadini, tra cui Caterina Caselli. Dichiarò, inoltre, in quella e in altre sedi, di avere debiti con la farmacia, la parrucchiera e con tutte le persone che nel corso degli anni l’avevano supportata, della nevrosi ossessiva depressiva di cui era ed è “forse” ancora afflitta, e di avere un difficile rapporto con il cibo e con la madre: “mia madre mi accusa di aver sperperato soldi in droga“.
Ora, nonostante io ultimamente abbia una pietra al posto del cuore per infiniti motivi che non starò qui ad elencare, mi accodo volentieri a quel coro di voci che la rivorrebbe trionfante, ma osservando i video delle serate canore a cui sta partecipando, dell’artista che era e di quello che ha rappresentato un tempo, timbro e vocalità compresi, è innegabile che della star di cui tutti ci siamo tutti innamorati tempo fa non rimanga praticamente nulla. La Trovato appare come l’ombra di se stessa, quasi non si regge in piedi!
Proprio per questo mi chiedo se tutto questo clamore mediatico non possa nuocerle ulteriormente, soprattutto quando questo non è seguito da un interesse concreto che vada oltre la notizia e da un progetto discografico importante che possa rilanciarla sul serio. Se bastasse l’amore dei familiari, del pubblico o di un animale domestico per curare la dipendenza da farmaci, dallo stress, dalle abitudini sbagliate, da qualsivoglia tipo di droga, sono più che certo che una persona potrebbe guarire da qualsivoglia tipo di male.
Il vero problema è che l’amore “serve”, ma non basta. Così come non basta essere tornata nelle classifiche di ITunes con alcuni dei suoi più grandi successi. Perché sicuramente i messaggi e i gesti di supporto, tra cui l’ascolto dei suoi brani, sono utili, ma purtroppo non sono sufficienti. Prima di riportarla in vetta alle più prestigiose charts o di pensare di rivederla su di un grande palcoscenico (cosa che senza ombra di dubbio mi auguro, tant’è che spero che suddetto palco sia proprio quello dell’Ariston), si dovrebbe trovare un modo per aiutarla concretamente e riabilitarla alla vita. Che sia una struttura sanitaria, un sostegno psicologico costante o una nuova terapia più efficiente magari, perché, lasciatemelo dire, se devo vederla in quelle condizioni, preferisco di gran lunga ricordarmela com’era trent’anni fa.
Ciao Gerardina, siamo tutti con te!
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