Il ghosting, dall’inglese “ghost” (= “fantasma”), è un fenomeno sociale per cui si interrompe improvvisamente la relazione amorosa o amicale con un’altra persona, evitando di fornire spiegazioni e non offrendo possibilità di confronto e replica. In altre parole, è l’incapacità di relazionarsi in modo emotivamente maturo col prossimo e di comprendere il dolore che ci causa in coloro che ci stanno intorno.
L’amore deve essere un piacere non un tormento – Napoleone Bonaparte
Tale modalità riguarda donne e uomini in prevalenza giovani fra i 18 e i 30 anni, ma questa scelta di sparire coinvolge in numero crescente anche gli adolescenti, molto presenti sui social network e sulle app, quindi propensi a bannare l’altro e a abbandonarlo in uno stato di confusione, rabbia, senso di colpa, disistima o dolore.
Il ghosting, termine che oramai rientra nel linguaggio comune, implica l’interruzione un rapporto senza assumersi responsabilità e evitando lo scontro, in una semplificazione immatura delle relazioni interpersonali che non contempla il rispetto e l’empatia e denota una totale capacità di affrontare il dialogo. Anche se in alcuni casi il “ghoster” si ritira per paura, essendo stato a sua volta vittima di abbandono, o per volontà di non ledere l’altro, non si può non domandarsi se tale comportamento sia inscrivibile nei codici di comportamento del narcisismo patologico o nelle sintomatologie dei disturbi della personalità.
Di sicuro riguarda l’evoluzione e conclusione di rapporti tossici, anche se precedentemente parevano sani e equilibrati, e rientra nel campo della violenza psicologica.
Il ghosting fra adolescenti e giovani coinvolge soggetti emotivamente immaturi o con patologie psichiche, come abbiamo spiegato, ma evidenzia anche un aspetto sociale che deriva dall’uso di social e app per entrare in contatto con gli altri come se fossero oggetti, senza, pertanto, provare rimorso per la sofferenza altrui.
Questa società manifesta l’urgenza di l’intervento di educazione sentimentale, fin dalla scuola primaria: un’educazione al rispetto e non al possesso, alla capacità di regolare emozioni e di affrontare dialoghi costruttivi, di accettare la reazione dell’altro che destabilizza chi non conosce e sopporta il “no”. L’altra faccia del ghosting, dunque, è la mancata accettazione del rifiuto, condizione in cui oltre alla violenza psicologica si inseriscono quella verbale e quella fisica, nella mancata consapevolezza che le persone non sono proprietà di cui disporre in modo egoistico e manipolatore.
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