Attualità

Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza: ogni giorno dovrebbe esser buono per ricordare e imparare

Lo scorso 4 ottobre si è tenuto un convegno a Roma, presso la Chiesa di Scientology, in celebrazione della Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza, una ricorrenza istituzionalizzata dallo Stato Italiano nel 2016 per umanizzare i processi di accoglienza e integrazione all’insegna dei diritti umani. Ma non è forse vero che ogni giorno dovrebbe essere buono per ricordare e, soprattutto, avere l’opportunità di imparare da quegli errori che ci ostiniamo a commettere di continuo?

3 ottobre 2023, Lampedusa: un evento per cui non basta una sola “Giornata nazionale della memoria e dell’accoglienza”

Quelle urla che salivano dall’acqua mi sembravano gabbiani, invece erano uomini” – Vito Fiorino.

Monumento a Lampedusa voluto da Vito Fiorino in ricordo dei migranti morti – Credit photo: gariwo.net

La legge n. 45 del 2016 ha istituito la Giornata Nazionale per commemorare le 398 vittime, migranti, a seguito di un naufragio nel Mediterraneo – a Lampedusa – accaduto nel 2013. Tra gli “eroi per caso” di quella tragedia, cioè coloro che si trovavano in mare per caso e hanno messo a rischio la propria vita per trarre in salvo delle vite umane, ho avuto il grande privilegio di conoscere Vito Fiorino.

Dopo aver dato l’allarme alla Capitaneria di porto, Vito, con la sua imbarcazione, ha portato in salvo 47 persone, tirandole fuori dall’acqua e portandoli sulla terra ferma (46 uomini e una donna). Il loro destino sarebbe stato quello di una morte certa. A distanza di molti anni, egli ha ancora contatti con i migranti che ha soccorso. Oggi lo chiamano papà; ogni anno, durante l’anniversario della tragedia, i ragazzi eritrei da lui salvati (che vivono nel Nord Europa) tornano per salutarlo e commemorare insieme a lui.

Che dire, un fatto che darebbe molto da riflettere. Eppure, cos’è che non abbiamo ancora capito, tanto da arrivare a costruire dei centri di accoglienza in Albania?

L’hotspot in Albania, presto aprirà la struttura da 800 milioni di investimento

L’inaugurazione dell’hotspot per migranti in Albania è prevista a breve. Questo progetto, che ha suscitato diverse polemiche, è stato realizzato con un investimento di circa 800 milioni di euro. I centri, situati a Shengjin e Gjader, sono stati costruiti per migliorare la gestione dei flussi migratori e saranno operativi nei prossimi giorni.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato l’investimento, definendolo “uno spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate in altri settori come la sanità“. Tuttavia, il governo sostiene che queste strutture siano necessarie per gestire in modo più efficace l’accoglienza e il trattamento dei migranti.

Un Convegno alla Chiesa di Scientology di Roma per approfondire

Ed è alla luce di ciò che il convegno dello scorso 4 ottobre, tenutosi con le partnership di Mediatori Mediterranei, Comunità La Collina, l’associazione Diritti Umani e Tolleranza, l’associazione Arte e Cultura per i Diritti Umani, il Centro Studi IDOS – Dossier Immigrazione Statistico, il Centro Studi e Rivista Confronti come mediapartner, assume una certa rilevanza.

Cosa hanno detto gli oratori?

Claudio Paravati, direttore del Centro Studi e Rivista Confronti, ha moderato una serie di interventi tra cui la dott.ssa Beatrice Covassi, con esperienza nella Commissione dell’Unione Europea, che ha tracciato tre punti chiave per una gestione del fenomeno:

  • la promozione delle migrazioni regolari,
  • la riforma del diritto di cittadinanza,
  • il dialogo interreligioso e interculturale.

La dott.ssa Alessandra Morelli, già delegata dell’Alto Commissariato per i Rifugiati presso le Nazioni Unite ha chiesto una politica della cura e dei volti che rispetta la dignità umana e aiuta l’accoglienza e l’integrazione nella gestione delle migrazioni. La creazione di una Agenzia che operi all’interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in raccordo con i ministeri dell’Interno, degli Esteri, della Salute e del Lavoro è stata la sua proposta di risoluzione.

Un messaggio video di Don Mario Farci ha fornito una prospettiva teologica illustrando come la migrazione sia un fattore strutturale dell’umanità, che ne rivela la natura di “popolo in cammino” e il suo rapporto con Dio.

La percezione del fenomeno migratorio

Il prof. Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, ha percorso le tappe storiche che hanno portato alla percezione del fenomeno migratorio come “emergenza sociale” ed ha evidenziato come invece gli stranieri siano una risorsa, producendo il 9% del Prodotto Interno Lordo nazionale e ha ricordato quindi la necessità di leggi che guardino al fenomeno come ad una risorsa e a coloro che ne saranno influenzati come persone con dignità che vogliono vivere nella legalità.

Il Prof. Carlo Pilia, Presidente di Mediatori Mediterranei, ha riferito di alcuni progetti europei e ha esposto la mancanza di corsi universitari per mediatori culturali. Infine, il Prof. Martin Nkafu, Professore di Filosofia Africana all’Università Lateranense e Presidente della Nkemnkia International Foundation, ha proposto di sostituire il termine “migrazione” con il concetto di “mobilità umana” e di lavorare, sin dalle scuole, all’educazione dei giovani alla “cittadinanza del mondo”, al principio di “internazionalità”, creando quel cambiamento culturale in un mondo che è ormai cambiato.

La parola chiave è “accoglienza”

Don Ettore Cannavera, ideatore e direttore della Comunità La Collina, ha condiviso la sua chiave di lettura con la dott.ssa Lilia Adriane Azevedo, Esperta in diritti dell’immigrato e diritti umani, titolare di Casa Helena (Centro di studi e assistenza al lavoro, famiglia e immigrati), con il Prof. Salameh Ashour, Imam, docente di cultura islamica e lingua araba, portavoce della comunità palestinesecon il dott. Felix Adado, poeta, scrittore e mediatore linguistico-culturalecon il Dott. Daniel Sigua, giornalista e corrispondente internazionale, fondatore di TCG News, la prima agenzia di stampa latinoamericana in Italia e Europa, il dott. Hassan Batal, mediatore interculturale e con il dott Doreid Mohamad – Presidente Associazione Sardegna Libano un ponte per il Mediterraneo.

Un quesito a cui occorre rispondere con la politica

Perché una persona decide di lasciare il proprio luogo d’origine?

Su questo l’attuale esecutivo e un po’ tutti noi dovremmo interrogarci. Tempo fa ne parlammo in un Congresso di partito. Rammento con una certa nostalgia la mia partecipazione al Congresso del Partito Radicale a Tirana, correva l’anno 2002. Che bel ricordo! Il Congresso del Partito Radicale a Tirana è stato un evento significativo per molti aspetti.

Tra i principali argomenti trattati, Marco Pannella parlò di diritti umani, democrazia e giustizia, sottolineando l’importanza della lotta non violenta e della legalità. Sergio Stanzani venne eletto Presidente, carica che mantenne fino alla morte, avvenuta all’età di 90 anni nell’autunno 2013, due settimane dopo la tragedia di Lampedusa.

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Renato Ongania

Studioso di comunicazione, semiotica e vessillologia. Esploratore, attivista culturale e saggista. Già consigliere comunale e militante radicale "contro la pena di morte". Laurea in relazioni pubbliche (Iulm, Milano), diplomi di alta formazione nel pensiero filosofico di Tommaso d’Aquino e Anselmo d’Aosta presso atenei pontifici; “Esperto in criminologia esoterica”, master in bioetica. Tra i suoi interessi di ricerca: diritti umani, peace studies, hate speech online, analfabetismo religioso. Da oltre dieci anni Ministro della Chiesa di Scientology e rappresentante italiano dello scrittore statunitense L. Ron Hubbard.

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