Sin dai tempi antichi, lo Spazio suscita una profonda curiosità nell’animo umano. I suoi infiniti misteri e le sue ancor più misteriose articolazioni hanno giocato un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo e nello sviluppo della sua Storia. In molti, infatti, si sono adoperati per sondare i suoi illimitati confini e altrettanti sono giunti, seppur in epoche e terre differenti, alle medesime conclusioni. Tralasciando le tipiche domande esistenziali che ad esso potrebbero essere relazionate, con un’accezione teologica o religiosa di troppo (per alcuni!), la sua esplorazione continua ad essere tutt’ora oggetto di numerosi studi e missioni per rispondere agli innumerevoli altri quesiti che da sempre turbano l’inconscio dell’essere umano.
Diversamente, dunque, non poteva essere per l’Italia e gli italiani, come testimonia la Giornata Nazionale dello Spazio, una ricorrenza tutta nostra per sottolineare l’importanza culturale, nonché scientifica e strategica, che ha accompagnato (e continua ad accompagnare) l’indagine spaziale nel nostro Paese.
Istituita nel 2021, la Giornata Nazionale dello Spazio viene celebrata il 16 dicembre di ogni anno non solo per omaggiare i successi nostrani nel campo, ma anche (e soprattutto) per invitare chiunque a guardare al futuro con ambizione, lungimiranza e speranza. D’altronde, il nostro beneamato stivale può vantare un lungo e prestigioso passato di traguardi segnati nel campo. Basti pensare che è stato il primo a lanciare in orbita un satellite, il San Marco 1 nell’ormai lontano 1964, che oggi costituisce uno dei pilastri fondamentali dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Oppure alle tante aziende leader come Leonardo, Thales Alenia Space, Avio, all’eccellenza scientifica rappresentata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che ci permettono di giocare un ruolo cruciale nelle missioni internazionali, dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) fino ai progetti per l’esplorazione di Marte.
Insomma, tale ricorrenza rappresenta senza ombra di dubbio un monito per ricordare, ma serve prima di ogni altra cosa a riconoscere che, in fondo, lo Spazio non è soltanto il dominio di scienziati e astronauti. Anzi, esso è un elemento sempre più centrale nella vita quotidiana di chiunque. Comunicazioni, navigazione, monitoraggio ambientale e previsioni meteorologiche sono tutte possibili proprio grazie ai progressi nel settore spaziale. Perciò chi non direbbe che l’Universo e la sua vastità sono intrecciate a doppio filo con il nostro passato, il presente e perfino il futuro?
Nel contesto attuale, poi, lo Spazio rappresenta una frontiera tecnologica e scientifica capace di offrire soluzioni alle sfide globali, prime fra tutte la sostenibilità e l’emergenza climatica. I satelliti, ad esempio, permettono di monitorare l’innalzamento del livello dei mari, la deforestazione e l’inquinamento atmosferico, fornendo dati cruciali per affrontare queste emergenze. E non finisce qui, perché lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia ha un effetto moltiplicatore sull’economia, generando innovazioni che trovano applicazioni in settori disparati, dalla medicina alla robotica. La space economy, è così che la chiamano, fa parte di un sistema di mercato in crescita esponenziale e possiede tutte le carte in regola per diventare una reale opportunità per l’Italia di consolidare la propria posizione come leader tecnologico e industriale.
Per di più, la Giornata possiede anche un obiettivo educativo, ossia di avvicinare i giovani alle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), giacché, diciamocelo chiaramente, chi non si è mai sentito fortemente ispirato dall’idea di esplorare quello che qualcuno definirebbe “l’infinito e oltre“?
D’altronde, si sa, lo spazio non conosce confini ed è un terreno di collaborazione internazionale, in grado di superare rivalità geopolitiche e barriere culturali. Lavorare insieme per esplorare il cosmo significa imparare a cooperare (cosa alquanto difficoltosa per l’uomo, ammettiamolo!), condividere risorse e perseguire obiettivi comuni. In questo senso, la Giornata può addirittura essere vista come un invito a superare divisioni terrestri nell’ottica di un futuro condiviso aldilà della nostra atmosfera. Ma non solo. È un invito a non smettere sognare, a riscoprire l’innata curiosità che ci contraddistingue e il desiderio di conoscere l’ignoto (e chissà, quasi sicuramente dominarlo).
Guardare le stelle ci ricorda che siamo parte di qualcosa di immensamente più grande, che la nostra sete di conoscenza e innovazione può portarci oltre i limiti immaginabili. Dopotutto, come diceva anche il grande astrofisico Carl Sagan:
Siamo tutti polvere di stelle
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