Attualità

Ilaria Sula, studentessa uccisa dall’ex fidanzato Mark Samson: l’ennesima vittima di un sistema a cui le donne sembrano importare veramente poco

Sono quasi 500 gli studenti e le studentesse che escono dalla Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”, dove studiava Ilaria Sula, studentessa di 22 anni assassinata dall’ex fidanzato Mark Samson. L’ultimo e l’ennesimo femminicidio di una lunga che purtroppo, in una realtà che sembra non apportare (e non voler apportare) delle risposte adeguate e concrete, non tarderà ad aggiornarsi.

Le donne non devono essere vittime di violenza, ma devono essere in grado di vivere una vita libera da paura – Nadia Murad

Il caso di Ilaria Sula, un’altra figlia strappata alla vita

E’ un incedere silenzioso. Sguardi fissi nel vuoto. Poi tirano fuori le chiavi di casa e le agitano. Un silenzio pesantissimo ma rumoroso viene squarciato da quel tintinnio. Un gesto ormai diventato un rituale quando avvengono i femminicidi: la casa che quelle chiavi aprono dovrebbe essere il luogo più sicuro per le donne. Ma non è così. 

Anche tu, figlia cara (ora mi rivolgo a te), eri in piazza, stretta a quelle chiavi in quel doloroso suono così flebile, così urlato. Ti ho dato io poche ore fa la notizia. Prima per te era una collega di università che non si trovava, il cui volto tappezzata la Sapienza. Era nei tuoi pensieri fino a poco fa. A breve avrebbe compiuto anche lei 22 anni, avrebbe commesso i tuoi stessi inciampi, avrebbe provato i tuoi stessi entusiasmi, con le tue amicizie, gli amori e le giornate fatte di speranza, le feste, i progetti, i viaggi, le lacrime e le paure. Era come te e per te una promessa di futuro.

Poi niente più.

Un domani fatto a pezzi e buttato via, in una valigia che non sarà mai più piena di sottoli, libri e biglietti di vita futura. Ma solo e per sempre una valigia piena di sangue e carne strappata ai propri sogni. Vorrei proteggerti dalla paura. Vorresti darmi sicurezza per il diritto alla tua non paura. In quella valigia potresti esserci tu, figlia adorata, e non saresti più promessa di vita, ma certezza di fine. In quanto madre, non riesco neanche a dire la parola morte… 

E io mi sento atterrita nella lotta. Per un attimo hai sentito il mio terrore. Ed io ho percepito il tuo silenzio. Cupo. Senza luce. Senza eco. Un silenzio. La certezza che quel volantino sul muro della tua università che stamattina era Ilaria che non si trovava, ora è Ilaria, un’etichetta disumana, Ilaria “ennesima vittima del femminicidio. Quel volantino domani sarà sbiadito, si scolorirà. Forse sarà sostituito da quel party in università di cui mi parlavi o da una richiesta di un testo. Forse, chissà…

Quando avrà fine tutto questo? #nonunadimeno #stopfemminicidio

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Mariangela Bruno

Una laurea in filosofia, un lavoro nel mondo della comunicazione di una grande azienda e un tesserino dell'ordine dei Giornalisti. Ardente attivista per una società aperta alle culture delle differenze, founder DI ERG aziendali nella DEI, blogger di viaggi e non solo, viaggiatrice per scoprire culture mondi, luoghi e se stessa attraverso l'andare, scrive per dare corpo al suo essere e far fluire i pensieri. Sostenitrice e promotrice di un linguaggio ampio in cui ogni persona possa esistere, attrice di teatro e corti per essere nuove vite. Implacabile divoratrice di libri ed eventi culturali perché i confini della nostra esistenza sono i non limiti del nostro pensiero. Ama i colori dovunque e il calore intorno a sé . Per lei ciascuna impresa è attraversabile grazie al suo entusiasmo e vitalità. Vive di Sole, ma si nutre di crepuscoli. Ama le persone ma soprattutto la sorpresa inesauribile di quello che nasce ogni volta che si è in relazione con le persone. Adora sognare, progettare, costruire e, prima di ogni altra cosa, dar spazio dentro di sé all'ignoto e alla meraviglia.

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