La teoria non è mai così bella come quando assume la forma
di una fantasia o di una fiaba.
Jean Baudrillard (27 luglio 1929 – 6 marzo 2007), sociologo, filosofo, politologo e saggista francese scrisse, durante il corso della sua vita, diverse opere di varia natura. All’interno di una di queste, vi è riportata la citazione in calce. Generalmente le teorie non sono altro che formulazioni sistematiche di principi generali, relative ad una qualunque branca del sapere e di cui lo stesso non può fare a meno. Le eccezioni, poi, si sa, ci possono essere sempre, e spesso sono proprio queste a confermarne la regola. Una di queste, ad esempio, potrebbe essere la tanto discussa teoria sulla memoria dell’acqua avanzata dall’immunologo francese Jacques Benveniste.
Nel 1988 lo scienziato pubblicò sulla rivista Nature un articolo in cui riportava come le soluzioni di anticorpi, sebbene diluite a livelli estremi, riuscissero ancora ad influenzare i basofili, un tipo di globuli bianchi. Difatti, egli sosteneva che l’acqua conservasse un’impronta delle molecole originarie, in grado di produrre degli effetti perfino in assenza delle molecole stesse. Le sue affermazioni suscitarono grande scetticismo da parte della comunità scientifica, tant’è che venne inviato un team di investigatori, tra cui il noto illusionista James Randi, per verificarne la validità. Tuttavia, nessuno di loro riuscì a replicare gli esperimenti di Benveniste che a tutt’oggi restano inconfutati.
Al di la delle critiche, comunque, le sue teorie trovarono, e trovano ancora, numerosi sostenitori nell’ambito della medicina omeopatica. Gli omeopati, infatti, sostengono che le soluzioni diluite possono mantenere proprietà terapeutiche proprio grazie alla memoria dell’acqua. Inoltre, diversi sono gli scienziati che hanno continuato ad esplorare tali congetture facendo ricorso alla tecnologia moderna. Il fisico italiano Emilio Del Giudice, insieme a Giuliano Preparata, per citarne due, hanno ipotizzato che l’acqua abbia una struttura quantistica capace di accumulare e raccogliere informazioni, sebbene le loro vengano etichettate unicamente come speculazioni.
La stragrande maggioranza della comunità scientifica moderna relega la teoria della memoria dell’acqua all’ambito della pseudoscienza. Si insiste, in effetti, sull’impossibilità di replicare le prove sperimentali di Benveniste e sulla incompatibilità di quest’ultime con i principi fondamentali della chimica e della fisica. Non ci sono, ad onor del vero, prove concrete che oggi possano confermare o smentire totalmente gli studi dell’immunologo francese. Sarà forse proprio per questo che la sua ideologia continua ad intrigare, ad affascinare, e allo stesso modo, dividere esperti ed appassionati. Fino a che non emergeranno dimostrazioni tangibili, questa memoria resterà soltanto un’ipotesi suggestiva, sospesa tra possibile e impossibile, un enigma che inviterà sempre alla riflessione e al sogno.
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