Oltre Il Tempo: Storie di Grandi Vite

Lady Diana, 28 anni dopo: il ricordo eterno della principessa del popolo

Ho detto a William: se trovi nella vita qualcuno da amare, tienitelo stretto. E se sei fortunato da trovare qualcuno che ami te, allora devi proteggerlo – Lady Diana

Era il 31 agosto di ben 28 anni fa quando il mondo si fermò, sopraffatto da una notizia terrificante: a Parigi, in una calda e maledetta notte estiva, moriva a soli 36 anni la principessa del popolo, Lady Diana. La sua vita, vissuta quasi interamente – ahimè – sotto i riflettori, terminò a causa di essi: una delle figure più amate del XX secolo trovò infatti la morte in un tunnel sotto il Pont de l’Alma, mentre fuggiva dai paparazzi.

Ma facciamo un passo indietro. Entrata nella Famiglia Reale come timida ventenne, ne uscì come icona di stile, ricordata da tutti per la sua empatia, per la vicinanza al popolo e per le sue battaglie sociali e umanitarie.

L’infanzia e la giovinezza di Lady Diana

Diana Spencer nasce il primo luglio del 1961 a Sandringham, in una famiglia britannica antichissima, da sempre legata alla Famiglia Reale. Ha solo 7 anni quando i suoi genitori si separano facendosi guerra, tra relazioni extraconiugali e altri inghippi, e diventa Lady con la morte del nonno. Studentessa mediocre – e troppo alta per fare la ballerina, suo sogno –, frequenta però con successo una scuola di buone maniere svizzera: lì impara l’etichetta e tutto quello che ruota intorno al luccicante mondo nobiliare.

Il Principe Carlo, che all’epoca frequentava sua sorella Sarah, la nota quando lei ha solo 16 anni, durante una battuta di caccia. Carlo, ormai vicino ai trent’anni, è sotto pressione: deve trovare moglie. Dopo la rottura con Sarah e una serie di inviti a corte, arriva il fidanzamento ufficiale, il 24 febbraio 1981. L’anello di fidanzamento, ora in possesso di Kate Middleton, è un gioiello in oro bianco con zaffiro centrale circondato da diamanti.

Il matrimonio da favola (e il calvario privato)

Il 29 luglio 1981 Diana diventa Principessa durante un matrimonio da favola nella Cattedrale di San Paolo a Londra, tra 2000 invitati e un clima festoso (clicca QUI per recuperare il nostro articolo a riguardo). Ma è solo l’inizio del suo calvario. Il cuore di Carlo batte già, e non per lei: è Camilla Parker Bowles, da sempre la sua grande passione.

Nel 1982 nasce William, e nel 1984 Harry. Ma il matrimonio non migliora. È in questo periodo che Diana consolida il suo rapporto con il popolo. Diventa icona di stile e simbolo di empatia: non si mostra mai altezzosa, ma cammina accanto alla gente.

Oltre al suo carisma personale, a renderla amata sono le sue battaglie umanitarie. Si impegna contro la lebbra, l’AIDS, il maltrattamento degli animali, la povertà e l’infanzia abbandonata. Dà voce ai fragili, a chi fino a quel momento era invisibile.

Credit: web

La sofferenza privata

Dietro l’immagine perfetta, però, la vita di Diana a corte diventa invivibile. Dal 1985 combatte contro la bulimia nervosa e affronta diversi tentativi di suicidio. Consapevole dell’amore di Carlo per un’altra donna, intreccia a sua volta una relazione extraconiugale. Il suo dolore è sempre più visibile e la travolge per anni. Nel 1992 viene annunciata la separazione. Tutto diventa ufficiale nel 1996, dopo la celebre intervista rilasciata alla BBC al giornalista Martin Bashir.

Lady D, manipolata dall’intervistatore e ormai stanca di tutto, ammette l’adulterio ed esprime con durezza il suo astio verso la corona.

La rinascita lontano da Carlo e la tragica morte

Da quell’anno Diana rinasce. Con compostezza e dolcezza, intensifica il suo impegno per le cause sociali, uscendo – seppur a fatica – da una spirale tossica. Dopo una relazione con un cardiochirurgo, intraprende la sua ultima storia d’amore con Dodi Al-Fayed.

Nell’estate del 1997, poco dopo la mezzanotte del 31 agosto, Diana e Dodi trovano la morte in un incidente a Parigi, sotto il Pont de l’Alma. Le esequie avrebbero dovuto essere private, ma il moto popolare convinse la regina: Lady D doveva essere salutata dal suo popolo. Al funerale parteciparono migliaia di persone. L’addio risuonò sulle note di Candle in the wind di Elton John.

Un ricordo eterno

Diana venne sepolta nella tenuta di famiglia ad Althorp, ma il suo ricordo vive ancora oggi. Simbolo generazionale, esempio di forza e coraggio, seppe trasformare fragilità e dolore in una lezione di dignità. Gentile, dolce, semplice e generosa, era capace di oscurare persino i reali con il suo fascino senza tempo.

Oggi, a 28 anni dalla sua morte, è giusto celebrarla, ricordarla e riflettere sull’importanza di battersi per i propri ideali e per la propria felicità.

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Federica Cabras

Giornalista pubblicista, editor e scrittrice, ha in tasca una laurea in Lettere e un master in Criminologia. Ha pubblicato sette libri, spaziando dall'horror al romance, e lavora nel campo del giornalismo da dieci anni. Tra le sue pubblicazioni, "I segreti di una culla vuota" e "Chi me lo ha fatto fare".

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