Siamo in Gran Bretagna e in alcuni cimiteri riposano i corpi dei pionieri dell’amore considerato all’epoca “diverso” ma anche immorale. Tuttavia, le lapidi, questi pezzi di marmo, rievocano la memoria di coloro che hanno oltrepassato i confini della vita, spesso dovendosi nascondere. La morte ha tolto quel velo di paura, rompendo tutte le etichette e dichiarando per l’eternità l’amore senza fine. Sulla lapide di Leonard Matlovich, ad esempio, è possibile leggere:
Quando ero nell’esercito mi hanno dato una medaglia per aver ucciso due uomini, e un licenziamento per averne amato uno
Matlovich nacque il 6 luglio 1943 a Savannah, in Georgia, uno dei più importanti stati del Sud degli Stati Uniti, e ricevette, fin da bambino, un’educazione rigida e improntata al cattolicesimo. Finiti gli studi, all’età di 19 anni, scelse di arruolarsi nell’USAF (United States Air Force), seguendo le orme del padre, veterano della Seconda guerra mondiale, e venne inviato in Vietnam, nel 1963, durante la fase più violenta del conflitto.
Lì si dimostra un ottimo soldato e si distingue per il coraggio e l’intraprendenza: riceve la Air Force Commendation Medal, la Purple Heart, il “Cuore di porpora”, per le ferite in azione a causa dell’esplosione una mina e, soprattutto, la Bronze Star Medal, per aver compiuto atti eroici in prima linea e aver ucciso due vietcong.
Decorato e ferito viene premiato con il ritorno in patria; inizia così un periodo di stazionamento in Florida, dove diventa istruttore per le nuove reclute. È in questo momento della sua vita che, quasi trentenne, comincia a prendere coscienza del proprio orientamento sessuale; coerentemente al codice di comportamento “non scritto” delle forze armate e all’educazione conservatrice ricevuta in famiglia, però, mantiene il massimo riserbo, maturando al contempo una maggiore sensibilità al problema della discriminazione.
In quel momento, all’interno dell’Aviazione Statunitense il tema delle discriminazioni razziali era particolarmente sentito per le difficoltà legate alla coesistenza di bianchi e neri tra i soldati da inviare in Vietnam. Proprio per risolvere il problema della conflittualità tra commilitoni di provenienza diversa, i vertici amministrativi dell’USAF crearono le Air Force Race Relations Classes, vere e proprie scuole per imparare a convivere, e Leonard, decisamente sensibile all’argomento e formato istruttore militare, si offrì volontario. Questo nuovo ruolo gli permise di viaggiare, visitare basi militari statunitensi e di realizzare quanto, in tutto il paese, la discriminazione nei confronti degli omosessuali fosse feroce, se non superiore a quella riservata agli afroamericani.
Nel marzo del 1974 lesse un’intervista dell’attivista omosessuale Frank Kameny, prima di allora astronomo dell’esercito statunitense, congedato forzatamente per il suo orientamento sessuale, giacché già dai primi anni ’60 aveva iniziato una battaglia sociale e legale per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali all’interno dell’esercito, seppur con scarsi risultati. Matlovich, sempre più incapace di sostenere il peso delle discriminazioni di cui era testimone, chiese e ottenne un incontro con Kameny che, in quel momento, stava lavorando per portare alla luce elementi utili a sostenere un “caso” giudiziario e scuotere alle fondamenta l’istituzione dell’esercito, denunciando le iniquità nei confronti del mondo gay.
Un anno più tardi, il 6 marzo del 1975, Matlovich inviò una lettera all’ufficio dell’Air Force Base di Langley, in Virginia, con la quale dichiarava al Dipartimento delle forze armate degli USA la propria omosessualità; all’ufficiale che gli chiese spiegazioni, rispose: «Significa Brown contro l’Ufficio Scolastico», facendo riferimento alla sentenza della Corte suprema Brown v. Board of Education of Topeka che, nel 1954, dichiarò incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche.
Leonard va però ben oltre una mera dichiarazione e l’8 settembre dello stesso anno sarà sulla copertina del «Time» con la dichiarazione ufficiale della propria omosessualità. Le reazioni non si fanno attendere e, da entrambe le parti, sono passionali e violente: per i movimenti in sostegno dei diritti civili LGBT è un simbolo, un’icona da seguire per aver sollevato il velo di omertà nelle forze armate, mentre per i conservatori dello status quo è una presenza imbarazzante. I suoi genitori sono sotto choc, la chiesa mormone (cui si era avvicinato) lo allontana e avvia le pratiche per la sua scomunica, mentre l’USAF lo licenzia, nonostante il suo brillante passato e le onorificenze.
Matlovich non ci sta. Decide di portare il caso davanti al Tribunale militare e la Corte marziale per ottenere il reintegro nella USAF. Ne nasce un lungo processo che si protrae per cinque anni, fino al settembre del 1980, quando davanti alla precisa richiesta del giudice Gerhard Gesell di presentare un valido motivo per giustificare il licenziamento dell’imputato la difesa e i vertici dell’Aeronautica statunitense non riescono a dare una risposta congrua al regolamento. La sentenza avrà un impatto importante sull’opinione pubblica: il giudice ordina di reintegrare Matlovich, con tutti gli stipendi arretrati e una promozione di grado: è una vittoria schiacciante. Leonard però decide di rinunciare al reintegro, per il timore di future ritorsioni, e accetta un risarcimento economico di 160 mila dollari, ottenendo comunque il congedo definitivo “con onore”.
Un’altra icona è stata la scrittrice Radclyffe Hall, (1880-1943) scrittrice britannica. Nasce in una famiglia benestante. All’età di 21 anni eredita la fortuna paterna e comincia a viaggiare, pubblicando a sue spese il suo primo volume di poesie Twixt Earth and Stars (1906). Nel 1908 inizia a convivere con Mabel Veronica Label (Ladye), che incoraggia la sua vena artistica e pubblica il suo secondo volume, A sheaf of verses, in cui inaugura la tematica lesbica. Da giovanissima, infatti, aveva abbandonato il nome di battesimo Marguerite facendosi chiamare e firmando i suoi libri con il nome John.
Nel 1915, alla morte della Label inizia una relazione con la scultrice Una Vincenzo Troubridge (1887-1963), che sarà la sua compagna per 28 anni, fino alla sua morte. Insieme alla Troubridge fece diversi viaggi in Italia, e in particolare a Firenze, dove si stabilì nel 1937. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale le due donne tornarono però in Inghilterra, dove Radclyffe Hall si spense, a causa di un tumore, nel 1943. Protagonista della vita culturale europea e della cultura lesbica, spesso ritratta in abiti maschili, l’autrice è conosciuta soprattutto per un romanzo che suscitò grande scandalo nell’Inghilterra ancora scossa dal processo a Oscar Wilde (cliccate QUI per il nostro articolo a riguardo), Il pozzo della solitudine (1928). L’opera andò sotto processo e se ne impedì l pubblicazione nel Regno Unito fino a non molti anni fa.
Riposa accanto alle urne delle due donne che amò durante la sua vita, Mabel Veronica, (morta nel 1908) e Una Vincenzo, pseudonimo di Margot Taylor, con la quale restò unita per ventotto anni fino alla morte di essa. Quanti riuscirebbero ad amare la stessa persona per tutta la vita e voler riposare insieme per l’eternità? Questi sono esempi di come tutto sia possibile se si stabilisce un punto di incontro e si è mossi dalla volontà di costruire insieme.
Se siete curiosi di leggere le precedenti uscite di “Eros&Thanatos”, potete recuperarle cliccando -> QUI <-
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