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“Le stanze di Verdi”: un film di Pupi Avati alla scoperta di un lato inedito del Maestro della musica

Le stanze di Verdi, docufilm diretto da Riccardo Marchesini, a cura di Pupi Avati, con protagonisti Giulio Scarpati e l’esperto di Verdi Marco Corradi, sarà al cinema dal 6 ottobre. Realizzato da Giorgio Leopardi, sulla base di un soggetto e sceneggiatura di Tommaso Avati e Luca Pallanch, è liberamente ispirata al libro di Marco CorradiVerdi non è di Parma (Persiani Editore). Si tratta di un’opera che ha aiutato a mappare i luoghi e le storie legate al Maestro.

Cosa aspettarsi da “Le stanze di Verdi”?

“È importante raccontare figure come Giuseppe Verdi. – dichiara Pupi Avati – Per trasmettere valori e passioni autentiche, capaci di ispirare e di creare un legame profondo con il patrimonio artistico italiano. L’idea di raccontare Verdi attraverso i luoghi dove ha vissuto la parte più concreta e materiale della sua vita, è un’idea straordinaria. Non lho avuta io, ma Riccardo Marchesini, mio complice in questa produzione”.

Locandina ufficiale/Credit: foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

Un noto attore, Giulio Scarpati, è a Piacenza per uno spettacolo teatrale. Attratto da una gigantografia di Giuseppe Verdi su un palazzo adiacente al suo albergo, chiede informazioni al portiere. Ha letto sui giornali della casa del musicista in vendita. Il portiere lo mette in contatto con l’avvocato Marco Corradi, ex campione di rugby, che sa tutto della vicenda e della vita del Maestro. L’avvocato Corradi carica Giulio a bordo della sua Jaguar d’annata. E così, lo conduce in un viaggio alla ricerca di luoghi cari al musicista, tra Piacenza, Parma e Milano. Nel fare ritorno, Giulio si addormenta e suoi sogni si intrecciano magicamente con la realtà.

Un viaggio nella Bassa Padana, cara a Guareschi, alla scoperta di un Verdi inedito, concepito e realizzato in modo anticonvenzionale. Un percorso aperto, capace di seguire direzioni impreviste, di accogliere gli incontri e i racconti che via si presentavano.

Le dichiarazioni del regista

Le stanze di Verdi – dichiara il regista Riccardo Marchesini – nasce dal desiderio di Giorgio Leopardi, produttore e appassionato verdiano, di restituire un’immagine nuova e meno conosciuta di Verdi. Non soltanto il sommo compositore, ma anche l’uomo curioso, agronomo, filantropo, imprenditore agricolo, patriota e benefattore. Ho trasformato le sue suggestioni e intenzioni in un road movie attraverso i luoghi verdiani. Il tutto sotto la guida di Giulio Scarpati, che con generosità si è prestato a vivere l’esperienza con autenticità e senza filtri”.

“Dopo aver prodotto decine di film a Roma, ci tenevo a rendere omaggio alla mia terra e al personaggio che più la rappresenta nel mondo, Giuseppe Verdi. Noi emiliani – chiosa Giorgio Leopardi – abbiamo un’anima contadina. Mi piaceva quindi far conoscere il profondo legame che legava Verdi alla campagna, agli animali, ai prodotti alimentari. Verdi è stato un innovatore, non solo in campo musicale, ed è meraviglioso ritrovare le tracce delle sue fatiche quotidiane nei giorni nostri. La speranza è che questo documentario possa risvegliare l’interesse per la sua figura a 360 gradi. Ma non solo, che possa contribuire a recuperare la sua villa, l’ospedale e l’albergo San Marco, dove risiedeva a Piacenza. Verdi è sempre con noi, davanti ai nostri occhi, non solo nelle nostre orecchie, ma a volte ce ne dimentichiamo”. 

Il protagonista

Un viaggio guidato da Giulio Scarpati, grande attore della scena teatrale e cinematografica, che con generosità si è prestato a vivere l’esperienza con l’autenticità e la passione che lo contraddistinguono:

“Amo molto la musica e quindi, per me, Le stanze di Verdi è stata una bella avventura. Mi sono trovato a svolgere un ruolo particolare, narratore e spettatore insieme. Nel raccontare un Verdi inedito ho scoperto un musicista pieno di interessi e attività parallele. Attraversando i luoghi del Maestro e sentendo i tanti racconti delle persone con cui ho parlato, oltre ad apprezzare ancora di più il Verdi musicista, ho conosciuto il Verdi agronomo e il Verdi benefattore. Ma il Maestro è stato soprattutto un grande mediatore culturale che ha avvicinato la musica alla gente comune, facendo echeggiare le sue arie per le strade di una Italia nascente, che si stava faticosamente formando. Un grazie per questa bella esperienza a Giorgio Leopardi, Luca Pallanch, Riccardo Marchesini, al maestro Pupi Avati e a tutti quelli che ho incontrato in questo bel viaggio”.

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La Redazione

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