Amore e morte, Eros e Thanatos: un binomio eterno nella letteratura, dove la morte, il Thanatos, come assenza spinge il desiderio verso la vita, colmata solo dallo slancio vitale dell’Eros. L’ombra della morte è il pentagramma su cui si compone la sinfonia degli innamorati. Amore e morte si fondono in un unico tempio, come fossero calici sovrapposti da cui si versa un vino condiviso.
L’ indagine di questo rapporto è tuttora aperta, soprattutto oggi, in un’epoca in cui i sentimenti si mischiano a ideologie, perdendo le colonne portanti della cattedrale dell’esperienza umana, accessibile a tutti ma solo a pochi svelata nel suo mistero più profondo. Ora mi concentrerò su due autori contemporanei, noti ma anonimi qui, lasciando al lettore il piacere di riconoscerli, scoprirli e innamorarsi della loro arte. D’altronde, come disse anche il filosofo Hans Georg Gadamer (1900-2002) in un suo pensiero utile sull’amore:
Quando siamo colpiti dalla freccia di Cupido, tutte le cose si trasfigurano, non solo la persona amata alla quale ci doniamo completamente, ma l’intero mondo ci appare sotto una nuova luce e assume un aspetto differente. Si tratta di esperienze profane, tutt’altro che teologiche. Eppure, testimoniano e illustrano il messaggio cristiano dell’amore, il mondo trasfigurato, risanato, che noi riconosciamo come nostro, anche quando dobbiamo accettare la morte.
Bisogna chiarire che il termine “profano” è da intendersi nel suo significato etimologico, cioè “fuori dal recinto sacro”. Pertanto, l’esperienza dell’innamoramento è iniziatica: serve coraggio per varcare il recinto sacro dove amore e morte si attraggono, non si escludono. Gadamer parla di trasfigurazione: accettare la morte e la caducità della vita dona senso all’infinito che si manifesta nel mondo materiale. Eros e Thanatos segnano la transitorietà della vita, dando valore profetico alla spirale del cuore.
Spesso l’amore porta dolore, per un rifiuto o la fine di un rapporto, ma vale una verità scomoda: “Se finisce non era vero amore.” Chi sa accettare la coesistenza di Eros e Thanatos comprende la Legge del Sette o dell’Ottava, rivelata dal filosofo Georges Ivanovič Gurdjief. Secondo lui, difatti, lo studio dell’Uomo si deve compiere parallelamente allo studio del Mondo, così come lo studio del Mondo va effettuato parallelamente allo studio dell’Uomo. Difatti, in una delle sue innumerevoli conferenze spiegò che:
“La distanza tra due note con lo stesso nome, per esempio un Do e il Do successivo, ci mostra quando essi siano simili come sonorità ma profondamente diversi come frequenza: un’ottava diversa. Quest’ultima, in particolare, è l’unità di misura delle vibrazioni dell’Universo e ogni ottava è soggetta a dei punti in cui l’energia necessariamente cala (fenomeno di “shock addizionale“).
L’espressione ‘guardare le cose da un’ottava alta o da un’ottava bassa’, così in uso negli ambienti spirituali, fa riferimento proprio alla legge dell’ottava e si basa sulla comprensione che l’universo consiste di vibrazioni: ogni cosa è energia. Queste vibrazioni sono incostanti secondo la saggezza ancestrale e mutano alzandosi e abbassandosi in alcuni momenti, tale capacità di mutazione oggi è stata sostituita dalla volontà di rottura, di passare ad altro, ma ogni rapporto funzionando secondo la legge dell’Ottava deve per forza morire e rinascere, i due devono riproporsi periodicamente come nuovi soggetti esplorando le successive esperienze con le eventuali emozioni. La vibrazione rallenta, poi riprende normalmente finché arriva al punto massimo e ridiscende.
Ogni cosa nell’universo è energia che si manifesta attraverso delle vibrazioni di frequenze diverse. Più è lenta la frequenza e più la materia è solida e pesante; più è veloce la frequenza e più la materia è invisibile all’occhio umano è leggera. La Legge dell’ottava applicata alla vita quotidiana è un’operazione importantissima che ci consente il risveglio della coscienza.
I punti di rallentamento, nella scala musicale (nella vibrazione sonora) e nella vita, sostanzialmente sono due. Il primo è quasi all’inizio della vibrazione mentre il secondo si colloca verso la fine. Questa sarebbe la spiegazione energetica del perché dopo l’entusiasmo iniziale per un nuovo progetto, iniziamo ad annoiarci e a rallentare, perdendo la voglia e l’intraprendenza iniziale, ma qui sta il gioco, l’uomo “iniziato” intuisce che è necessario un periodo di “ Ozio riflessivo”, la decelerazione è utile per riconnettersi con l’energia della fase iniziale che in un rapporto si chiama fase dell’ innamoramento“.
La legge dell’ottava opera sempre in ogni ambito della nostra vita e sostanzialmente riguarda la differenza di osservazione, dunque di interpretazione di un fatto oggettivo, in base al livello di conoscenza e coscienza da cui lo si osserva. Sono sostanzialmente punti di vista che partono da dimensioni di comprensione differenti.
Bisogna sottolineare che il livello di percezione dell’ottava bassa è più ristretto e limitativo, ma si realizza solo perché chi ne fa esperienza non ha idea dell’esistenza dell’altro e della possibilità di raggiungere l’altro. Diciamo che gli elementi che influenzano direttamente la nostra percezione sono schematicamente tre, quello che ci raccontano gli altri, quello che abbiamo studiato e quello che abbiamo sperimentato direttamente.
La differenza tra ottava alta e ottava bassa è determinata dal fatto che la nostra valutazione sia o non sia determinata dalla nostra esperienza diretta. L’ottava bassa è determinata dall’esperienza altrui, l’ottava alta si realizza quando la nostra valutazione deriva dalla nostra diretta esperienza. Ogni cosa, dunque, può essere vista e valutata in modi diversi: percepita dalla consapevolezza ordinaria avrà un aspetto, vista dalla consapevolezza evoluta potrebbe averne uno completamente diverso.
La realtà si rivela progressivamente sulla scala dell’espansione di coscienza, cioè passa da un livello all’altro progressivamente. Thanatos (Morte), per esempio, qualcosa che oggettivamente esiste, vista dall’ottava bassa è interpretata come la fine definitiva della vita, la fine definitiva di ogni funzione vitale. Al contrario se guardata da un’ottava alta, è solo la linea di demarcazione di un cambio di coscienza, in cui dismettiamo uno strumento di osservazione (il corpo/mente) per cominciare ad utilizzarne un altro, e cosi funziona l’amore che non si arrende davanti gli ostacoli.
Tuttavia, finché non facciamo esperienza dell’ottava alta, continueremo a restare convinti che la morte sia solo e soltanto la fine della vita. Ma nel momento preciso in cui la nostra consapevolezza raggiunge esperienzialmente un piano non materiale, ecco che la percezione precedente cessa completamente di avere alcun senso. Noi non percepiamo più la fine della vita, ma percepiamo solo il cambio di livello di coscienza. E non è possibile in nessun modo mescolare le due percezioni considerandole entrambe vere.
Una volta raggiunta la nuova percezione non potrà più cessare e non potremo più tornare indietro alla consapevolezza precedente. L’ottava alta è l’epifania che Eros e Thanatos sono la medesima cosa, ma dalla parte bassa è verità perché ancora la vibrazione di coscienza è bassa, dalla parte alta, quando la coscienza evolve, la differenza non sussiste. L’ amore, allora è qualcosa per eletti? Una domanda che intrinsecamente risponde in modo affermativo non come differenza di intelligenza o capacità introspettive ma come accettazione del cammino della vita.
La poesia ci conduce ad una visione più elevata dei sentimenti, l’esperienza Eros e Thanatos si unifica nei versi che fioriscono inconsciamente nel momento in cui l’ispirazione rapisce l’autore. La Poesia, per comprendere il cammino del corpo e dell’anima deve essere Scalza e Irriverente, perché deve sentire la terra viva, con le sue vibrazioni e riuscire a scardinarsi dalle leggi sociali imposte che creano crepature nelle coscienze.
Non mi sono innamorato dei tuoi occhi
che riflettono il mare nella sua rumorosa danza,
né del sorriso dono Celeste che pare appartenere
agli dèi. Non mi sono innamorato neppure
della tua pelle imbevuta dei toni esotici
delle terre d’Oriente, né del tuo corpo,
erculeo e fiero come l’antico mito.
Mi sono innamorato della tua incapacità di amarti,
di quel vuoto che parla della fragilità dei tuoi desideri,
dell’insicurezza dei vini mentre aspetti un ritorno.
Allora ho pensato che avrei dovuto insegnarti
come si fa l’amore, non per guarirti,
ma per ricordarti che sei già abbastanza
Scocca l’ora in fase REM,
ci rivediamo nell’angolatura dell’asse del mistero.
Anima e anima, tra i simboli.
Percezione nitida,
intrecciati nell’anagramma,
fummo uno e lo saremo.
Tu ignaro, io cosciente,
ho accolto la mappa spinosa,
ho un’anfora di diamante,
un solo albero aspetta amanti ancora sperduti.
In questi due componimenti, di diversi autori contemporanei, si esprime la visione dell’amore di due anime. Diversi stilisticamente, la prima con toni esistenzialisti e la seconda figlia del simbolismo esoterico, essi risultano congiunti dal linguaggio autenticamente poetico che è quello dell’ amore. I due autori, che non si esimono dalle frecce di Cupido, vedono Eros e Thanatos in quella simbiosi di chi ha attraversato le fasi dell’ottava, entrando quindi nella dimensione “coscienziale” che deriva dalla forza dello spirito che supera i confini del tempio.
La prima poesia evoca il ricordo ancestrale all’ amato: di essere abbastanza cosi come è, oltre gli aspetti della fisicità, non più utili se non gli aspetti dell’anima. Il secondo componimento è un “contrasto” tra due innamorati, uno ha camminato nell’ ottava, l’altro fermo ancora sul piano materiale, ma essendo un amore autentico, scende nei meandri del Thanatos per attendere l’evoluzione dell’ amato e finalmente incontrarsi dopo le fasi iniziali della Legge del Sette, sperando che via via, ogni shock addizionale sia sempre un nuovo punto di partenza.
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