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Se c’è una cosa che molti non ammetterebbero mai, ma che in realtà accomuna più persone di quante si possa immaginare, è la passione per i videogiochi. Spesso (e volentieri, potremmo affermare) relegati a mero passatempo per i più piccoli o per i cosiddetti “nerd”, i prodotti videoludici sono invece caratterizzati da un linguaggio universale in grado di abbattere qualsiasi tipo di barriera anagrafica, culturale e sociale. C’è chi li considera un rifugio dalla frenesia del mondo reale, chi un’opportunità per dar sfogo alla propria fantasia e chi li vede, infine, come la sola ed unica occasione a propria disposizione per concedersi il lusso di tornare bambini, fosse anche per un attimo.
D’altronde chi non ha mai trascorso ore, perdendo quasi la nozione del tempo, di fronte ad una partita a Tetris o si è lasciato trasportare dalla nostalgia incappando, magari per caso, in un vecchio frame di Super Mario Bros?! Un po’ tutti, ammettiamolo, tant’è che è proprio quest’ultimo, l’idraulico in salopette più conosciuto e amato del pianeta, ad avere addirittura una giornata di festeggiamenti tutta per sé, che ricorre puntualmente il 10 marzo di ogni anno: il Mario Day, così lo chiamano, un appuntamento divenuto ormai imperdibile per i fan di tutto il mondo. Ma perché, a distanza di 40 anni dal suo debutto, ne siamo ancora così affascinati?
Un buon gioco è come una buona festa. Deve essere facile da iniziare, ma difficile da lasciare
Sentenzia così, in una delle sue molteplici dichiarazioni, Shigeru Miyamoto, creatore di Mario, il quale condensa in poche e semplici parole l’incommensurabile essenza non solo dell’idolo da lui sviluppato, ma anche (e soprattutto) della giornata che ne celebra l’iconicità. Il 10 marzo, infatti, per tanti sarà sicuramente una data come un’altra. Dai veri appassionati di games e console, invece, è conosciuta con il nome di Mario Day, una ricorrenza che nulla ha a che vedere con la nascita del simpatico personaggio.
Anzi, il perché della scelta del giorno sta nel fatto che l’unione tra l’abbreviazione del mese di marzo – Mar – e il giorno 10 contribuiscono a formare uno spelling particolare del nome Mario. Il che, lasciatecelo dire, seppur con le dovute differenze, ricorda la storia dello Star Wars Day, con una data adottata convenzionalmente dai fan per caratteristiche peculiari e una seconda fase in cui viene resa retroattivamente ufficiale.
Ma tornando a noi, come può un semplice idraulico baffuto, nato in un’epoca di pixel sgranati e suoni a 8-bit, riuscire ancora a catturare l’attenzione e l’affetto di migliaia di utenti, ciascuno dei quali appartenente a generazioni differenti?
Una domanda che sorge spontanea, specialmente se pensiamo a tutte quelle altre icone nate negli anni ’80 che non sono sopravvissute allo scorrere inesorabile del tempo. I Tamagotchi? Spariti. MySpace? Un fossile del web. Eppure, Mario è sempre qui, più in forma che mai. Quale sarà mai il suo segreto? Chissà, forse quella struttura che lo ha reso precursore nel suo settore, o magari, più semplicemente, la sua capacità di adattarsi.
Difatti, Nintendo ha sempre saputo reinventare il suo personaggio, portandolo dalle piattaforme 2D ai mondi aperti in 3D, dagli sport alle corse con i kart, fino ad arrivare ai party game. Mario non è mai rimasto fermo e il pubblico ha continuato a seguirlo con entusiasmo.
A dispetto di questo suo dinamismo, però, Mario ha continuato a rappresentare un faro di stabilità e costanza in una realtà sempre più complessa e frenetica. All’interno del suo mondo, in effetti, non c’è alcuno spazio per il realismo cupo o per le narrazioni tetre: quando accendiamo una console Nintendo, sappiamo già che ci aspetta un’avventura colorata, spensierata e perfettamente bilanciata tra sfida e divertimento.
E poi, a onor del vero, bisogna ammettere che Super Mario non è mai stato solamente un gioco, bensì un’esperienza che profuma di nostalgia per chi lo ha vissuto da bambino e di scoperta per chi lo incontra oggi per la prima volta. Per non parlare del fatto che qui non abbiamo a che fare con un personaggio qualunque, ma di un’autentica icona pop che ha ispirato film, serie animate, meme, gadget, un parco a tema e adesso pure una giornata internazionale.
Insomma, un ponte perfetto tra generazioni che, in un’epoca in cui i videogiochi puntano a diventare sempre più realistici e complessi, si ostina a ricordarci la bellezza della semplicità. Non servono trame intricate o meccaniche complicate: sono sufficienti un mondo colorato, nemici buffi e un protagonista che salta per riportarci immediatamente all’essenza del divertimento.
Perciò, perché non approfittare del Mario Day e prenderci un momento per accendere la console e rivivere un po’ di quella magia di una storia che, per fortuna, continua tutt’ora a scriversi?
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