Attualità

Rita Levi Montalcini, l’era della manipolazione culturale e la paura dei suoi effetti

In quest’epoca caratterizzata da digitali speranze e multimediali illusioni, risuonano, come un mantra, le riflessioni delle donne e degli uomini che hanno rivoluzionato il corso della storia, o che almeno hanno provato a farlo. La manipolazione culturale, da sempre nemica della democrazia, è un fenomeno dilagante su ampia scala e su cui bisognerebbe continuare a far luce ogni giorno, e con ogni mezzo. Siamo tutti dei social drunk, tutti dipendenti dai mezzi di comunicazione. Non troppo tempo fa, infatti, Rita Levi Montalcini (Torino, 22 aprile 1909 – Roma, 30 dicembre 2012) , scopritrice e illustratrice negli anni ’50, grazie alle sue ricerche, del fattore di accrescimento della fibra nervosa NGF e per tale rivelazione nel 1986 insignita del premio Nobel per la medicina, in merito alla manipolazione culturale di cui siamo complici e vittime, ha affermato in una video intervista: 

Ho più paura della manipolazione culturale che dell’ingegneria genetica. Perché la manipolazione culturale non sappiamo quanto, con i mezzi di massa, anche con la televisione, è facile manovrare tanto più lo è stato quando figure disgraziatamente così carismatiche, come in passato e in presente ci sono, influiscono l’uomo estremamente influenzabile. Gli uomini della giungla per sopravvivere dovevano vivere in gruppo, cioè si è sviluppata la sindrome del gregge, per poter far fronte ad altri bisogna essere uniti. Perciò io sono molto più preoccupata della manipolazione a livello culturale di quello che può fare anche la stessa televisione. La televisione può fare cose eccellenti quanto cose non buone. È molto peggiore quello dell’ingegneria genetica. Tuttavia l’ingegneria genetica ha dei pericoli che tutti sappiamo e fortunatamente oggi in tutte le nazioni si sta provvedendo a mettere dei limiti a l’utilizzazione di questa.

Dalle parole di Rita Levi Montalcini alla manipolazione culturale odierna

Tra le principali forme di manipolazione culturale, vi sono la propaganda, la censura, la disinformazione, il gatekeeping, il controllo educativo, e i social network. Quest’ultimi nati in un primo momento per permettere alle persone di connettersi, interagire e condividere contenuti con una vasta rete di utenti, hanno trasformato radicalmente il modo in cui comunichiamo, condizionando e rivoluzionando ogni aspetto della nostra quotidianità, che va dal modo in cui i singoli interagiscono a quello in cui modellano opinioni. 

Uno degli aspetti più distintivi delle piattaforme virtuali è il loro potere della viralità. Questo fenomeno può essere sfruttato per diffondere ideologie e influenzare l’opinione pubblica grazie, per esempio, alle fake news. Le notizie false possono raggiungere velocemente milioni di utenti, modificando percezioni e atteggiamenti prima che la verità venga a galla. I social network utilizzano algoritmi complessi per personalizzare i contenuti che gli utenti vedono, basandosi sui loro interessi e comportamenti passati. Questo crea delle “bolle di filtraggio”, dove le persone vengono esposte principalmente a informazioni che rafforzano le loro convinzioni preesistenti. La manipolazione culturale avviene quando questi algoritmi vengono sfruttati per isolare gli utenti da prospettive alternative, rendendo più facile influenzare il loro modo di pensare.

Comprendere questi meccanismi è fondamentale per sviluppare una consapevolezza critica e difendersi da tali influenze. L’educazione ai media digitali è essenziale per aiutare le persone a riconoscere le informazioni distorte e a comprendere come funzionano gli algoritmi. Inoltre, sarebbe opportuno che le piattaforme sociali assumessero un ruolo più attivo nel prevenire l’abuso dei loro servizi, attraverso la regolamentazione e la trasparenza.

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Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

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