Attualità

Roma, ennesima aggressione omofoba: specchio di una società violenta e malsana

Lo scorso 14 luglio si è registrata a Roma l’ennesima aggressione omofoba, un nuovo episodio di violenza inaudita. Una coppia di omosessuali, infatti, è stata brutalmente assalita da quattro coetanei, tre uomini e una donna, per le strade di Roma, in seguito all’uscita da un locale in zona Eur. Pugni, calci, cinghiate. Il video dell’aggressione, e le immagini divulgate da Gay Help Line, sono rimbalzate in rete e hanno riempito le pagine dei rotocalchi. «Nonostante molti testimoni – si legge nel post sui social network – nessuno è intervenuto fino a quando qualcuno ha fermato gli aggressori». Al momento, i due ragazzi non hanno dichiarato di essere stati presi di mira perché gay. Né hanno fatto riferimento agli insulti omofobi ricevuti, ma non si esclude decidano di farlo in futuro. Ne sono sicuri, però, gli operatori del contact center antiomobitransfobia, al quale i due giovani si sono rivolti, subito dopo aver denunciato l’accaduto alle autorità competenti. «I due ragazzi si tenevano mano nella mano, sono stati inseguiti, quasi investiti, insultati perché gay e quindi picchiati», questo sembra essere il resoconto dell’accaduto.

Quando il saper vivere comune prenderà il posto della violenza e dell’ignoranza? A Roma si è registrata l’ennesima aggressione omofoba

Non sono gay ma vorrei esserlo per il solo desiderio di far incazzare gli omofobici

dichiarò Kurt Cobain, frontman dei Nirvana, gruppo musicale grunge statunitense che più di ogni altro ha segnato socialmente, e culturalmente parlando, l’epoca della Generazione X americana.

Lo disse Kurt, ma riflettendoci bene chiunque, stufo di questa società in cui la violenza la fa da padrona, dove troppo spesso ci si scontra sebbene sarebbe più opportuno incontrarsi, sperando un giorno di poter cambiare la nostra confusa era moderna che vive di contrapposizioni ideologiche e contraddizioni, potrebbe strillarlo a gran voce.

L’omofobia secondo l’Unione Europea

L’omofobia, nonostante non sia inserita in nessuna classificazione clinica, è considerata dall’Unione Europea al pari dell’antisemitismo, del sessismo, della xenofobia, e del razzismo. Quest’irrazionale paura che il simile genera non è certamente l’unica piaga per cui ognuno di noi, nel nostro piccolo, dovremmo lottare. Se solo si volgesse lo sguardo verso le discriminazioni che impazzano sulla nostra contemporaneità, si vivrebbe meglio all’interno di questa società ignorante che cerca di etichettare la qualunque, persino le emozioni, nemmeno fossimo dei prodotti esposti sugli scaffali di un supermercato. È vero, l’omofobia potrebbe non essere un “mio” o un “vostro problema”, ma se il rubinetto del bagno del vicino del piano di sopra perde, è matematico che il problema diviene comune. Perché il vicino, in questo caso, potrebbe essere nostro amico/a, parente o altro. E perché no, ciò che tocca oggi agli altri, domani potrebbe riguardare noi.

 

Credit photo: web

La Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia si celebra il 17 maggio dal 2004

Abbiamo già analizzato quanto il nostro scarpone somigli sempre di più ad un formaggio pieno di buchi piuttosto che ad una Nazione seria. E ribadirlo serve a poco, se non a niente. Da un lato, c’è la politica imperante che crede sia facile non curarsi fino in fondo dei bisogni dei cittadini, o di una parte di essi, tanto alla fine non vota più nessuno e il vero elettore rimane l’assenteismo, dall’altro, c’è l’insicurezza partorita dalla mancanza di conoscenza, che insieme danno vita ad una società in guerra con sé stessa, destinata, dunque, alla rovina! Ancora non riesco a crederci che Roma è stata teatro di un’ennesima aggressione omofoba!

Dal 2004 si celebra, il 17 maggio di ogni anno, la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Bifobia e la Transfobia. Inoltre, l’articolo 2 della Dichiarazione dei Diritti Universali dell’Uomo ricorda che tutti gli individui nascono liberi e uguali in dignità e diritti. L’uguaglianza, quindi, non è la meta da raggiungere, ma la base da cui tutti partiamo, o almeno dovremmo partire. Questo per sottolineare che si è liberi di scegliere sempre per sé stessi, ma mai liberi di limitare la libertà altrui.

«Siamo stanchi di dover avere paura di passeggiare mano nella mano, di guardarci continuamente alle spalle, di vivere con l’ansia costante di essere vittime di atti insensati», hanno rivelato i due protagonisti della triste vicenda, martiri inconsapevoli della crudeltà altrui. E nessuno, dopo 20 anni di lotte, deve poter accettare di vivere in una società dove la violenza va a braccetto con i bisogni della società stessa, anche perché non si può scegliere la propria esistenza, il proprio naturale orientamento. L’unica cosa che possiamo decidere di cambiare, se e quando vogliamo, è un pensiero, un’azione, una parola, un’idea o un’opinione.

La diversità non esiste in un mondo che non conosce eguali

Non so se sia davvero così complicato progredire verso una versione più pacifica e ragionevole dell’umanità, ma quello di cui sono certo è che, visti i tempi che corrono, siamo tutti complici del nostro insensato presente, vittime di uomini, che definirei quaquaraquà, e di donne incapaci di proteggere la vita, la medesima che quest’ultime, in teoria, sarebbero chiamate a sostenere, al servizio di burattinai inadeguati persino a tener tra le mani un filo d’erba, figuriamoci le redini del saper vivere comune. La nostra specie si distingue da molte altre proprio per la solidarietà che dovrebbe possedere, per l’altruismo che dovrebbe adoperare, per la carità che dovrebbero elargire, per la tolleranza che dovrebbero mostrare e per l’indulgenza che dovrebbero dispensare. Per i gli xenofobi, gli omofobi, gli ignoranti, i vigliacchi, gli ipocriti e i violenti, invece, non si può dire lo stesso. Loro non conoscono umanità. Anzi, vivono nella pochezza mentale, e sono al tempo stesso vittime e carnefici della loro disumanità, perché hanno forse dimenticato che quelli che, il più delle volte con brutalità, arroganza e atti inconcepibili in una realtà civile, additano e condannano come “diversi” non sono persone malate, mentre quelli che li disprezzano, lo sono eccome!

Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: il nostro sito, Instagram, Facebook e LinkedIn.

Simone Di Matteo

Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

View Comments

  • Dopo aver letto con ammirazione il tuo articolo anche per la tua pacatezza nell' esporre il tuo pensiero, mi vergogno profondamente nel sapere che una giovane donna insieme a dei delinquenti maschi, sia stata la più malvagia la vera picchiatrice. Questo da donna, da madre di una ragazza mi addolora veramente tanto, e mi fa riflettere sulle responsabilità che noi genitori abbiamo nel crescere i nostri figli.

Recent Posts

Ikigai, trovare il proprio per essere felici: Bettina Lemke ci aiuta a trovare la ragione della nostra vita

Il concetto di ikigai si riferisce alla sensazione di vivere una vita ricca di significato,…

3 ore ago

Sala Albano Carrisi, un laboratorio per coltivare la nuova generazione di artisti italiani

Un laboratorio di educazione musicale dedicato ai valori della tradizione italiana. Nel cuore del quartiere…

1 giorno ago

Vittorio Sgarbi, ombre e tensioni nella casa del celebre critico d’arte: tra fragilità, eredità e silenzi familiari

In questi mesi la figlia minore di Vittorio Sgarbi, Evelina Sgarbi, ospite in vari programmi…

2 giorni ago

Pamela Genini, un’altra vita spezzata e l’ennesimo paio di scarpe rosse da esporre: quando si sanerà questa piaga sociale?

Pamela Genini, ventinove anni, è stata brutalmente uccisa da Gianluca Soncin, cinquantadue anni, ossia l’uomo…

2 giorni ago

Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria: quando la povertà degli altri è anche la nostra!

Superare la povertà non è un gesto di carità. È un atto di giustizia. È…

2 giorni ago

La nuova povertà del XXI secolo: quella socialità che è ormai diventata un lusso!

Che si tratti di una pizza con gli amici, di un bicchiere di vino dopo…

2 giorni ago