Speciale Sanremo

Sanremo, tra scalette frettolose e monotonia imperante la vera sorpresa è Marcella Bella

Sarebbe potuto essere un martedì sera qualunque e invece, quella di ieri, è stata soltanto la prima delle cinque serate che comporranno la messa in onda del tanto atteso Festival di Sanremo. Contro ogni pronostico, c’era un leggero ma fondato timore su un possibile annullamento della kermesse canora alla luce dei numerosi incidenti sulle scalinate dell’Ariston nei giorni scorsi, ci mancava solo che Antonella Clerici venisse trasportata giù con una carrucola viste le sue movenze un po’ claudicanti, il sipario si è alzato ufficialmente sulla 75esima edizione.

I cambiamenti di Conti e il ricordo di Ama

L’arrivo di Carlo Conti ha stravolto completamente il format per come avevamo imparato a conoscerlo, tanto da far rimpiangere quasi gli sketch maldestri di Amadeus e Rosario Fiorello, e al suo esordio, più che al Festival della Canzone Italiana, è sembrato quasi di assistere ad una maratona ad ogni costo pur di non sforare il minutaggio. Non scherzava il direttore artistico, dunque, quando aveva dichiarato anzitempo di non volerla tirare troppo per le lunghe, tant’è che è bastato voltare lo sguardo per un attimo per perdere di vista almeno tre punti della scaletta!

Come se non bastasse, poi, forse giusto per accorciare ancora un po’ i tempi (benché sia più probabile la volontà di non risultare, neanche minimamente, scomodi), via i monologhi e le parentesi “inutili”, con i “fuori-programma” ridotti all’osso e Conti che sudava a freddo quando Jovanotti non voleva proprio saperne di abbandonare la scalinata. E dei testi presentati da tutti e 29 i big in gara, cosa dire? Le sorprese e le belle scoperte sono state ben poche, quasi nulle. Magari qualcosa necessita di un secondo ascolto, chissà, ma per adesso, Brunori Sas a parte, sono solo due i momenti degni di nota: il duetto tra Noa e Mira Awad e il ritorno di Marcella Bella all’Ariston dopo 18 anni di latitanza. Della serie “Marcella, che fine avevi fatto“?

Il ritorno semplice e professionale, ma efficace, di Marcella Bella a Sanremo 2025

Se c’è una cosa in cui Sanremo sarebbe riuscita, infatti, in una serata che a gusto di molti avrebbe potuto e dovuto svolgersi diversamente, è quella di aver portato Israele e Palestina fianco a fianco nel medesimo teatro, con Noa e la Awad che hanno cantato insieme, reinterpretando pure alcuni versi dell’originale in arabo, sulle note di pace di “Imagine” di John Lennon. Una performance che vale sicuramente mille e più discorsi alla “pensati libera” o indecorose posizioni politiche “superpartes” sulla questione. Perché, diciamocelo, un conto è pensarlo, un altro è esserlo davvero, liberi!

E poi, non si può non menzionare l’esibizione di Marcella Bella che, con “Pelle Diamante“, ha portato con sé tutta la sua grinta, i suoi ricci inconfondibili e un messaggio chiaro, per quanto si rifaccia ad una tematica stra-abusata oggigiorno: la donna deve essere forte, indipendente e, all’occorrenza, anche un po’ stronza. Ma è qui che arriva la vera sorpresa: in un Festival che spesso si barcamena tra il già sentito e il prevedibile, Achille Lauro e Fedez ne sapranno qualcosa, Marcella non è tornata per fare la nostalgica diva fuori tempo massimo al pari di tante sue contemporanee e come ai più verrebbe automatico pensare. Al contrario, è venuta per dimostrare, soprattutto alle colleghe più giovani, che il talento e la personalità non hanno età!

“Pelle Diamante”: un manifesto di autodeterminazione

Non a caso “Pelle Diamante” non è solo una canzone, ma un’armatura sonora: Marcella invita le donne ad indossare una pelle resistente, dura come il diamante, per difendere la propria autonomia. E lo fa senza mezzi termini:

La mia più grande fan sono io

Così dice nel testo, scritto anche da lei, e lo fa non come esercizio di narcisismo, bensì come promemoria di quanto sia importante volersi bene prima di cercare conferme negli altri. E se questo atteggiamento viene percepito come “stronzaggine”, pazienza: meglio stronze che manipolate.

Il ritorno di Marcella all’Ariston, poi, è stato un tocco di classe in una manifestazione che, negli ultimi anni, ha spesso privilegiato il nuovo a prescindere dalla qualità. Eppure, nel 2025, vederla lì, con la sua sicurezza e la sua voce ancora graffiante, ha avuto il sapore della rivincita di un certo modo di fare musica, quello delle grandi interpreti che non si limitano a cantare, ma si portano dietro una storia.

Non solo canzoni, ma storie da raccontare a Sanremo

Non contenta di ributtarsi a testa alta nella mischia, inoltre, per la serata delle cover Marcella ha scelto di omaggiare nientemeno che il fratello con “L’emozione non ha voce“, brano scritto da Gianni Bella e Mogol e portato al successo da Adriano Celentano. Un gesto d’amore e di riconoscenza verso un artista che ha segnato profondamente la sua carriera. E, per non farsi mancare nulla, lo farà in collaborazione con i Twin Violins, due talentuosi violinisti siciliani che hanno conquistato anche Chris Martin dei Coldplay. Perché la Bella nazionale, checché se ne dica, non ha nessuna voglia di mostrarsi continuamente uguale a se stessa e non ha timore di contaminazioni e nuove collaborazioni.

Il tutto, ovviamente, senza rinunciare al glamour, che a Sanremo è d’obbligo. L’abito fa la canzone, lo sappiamo tutti e lo sa anche lei, che ha scelto di indossare outfit firmati Amen, non troppo appariscenti ma pur sempre sofisticati, come a sottolineare che l’eleganza non è una questione anagrafica, ma di attitudine. Insomma, Marcella Bella non è tornata per una passerella amarcord, ma per restare. O perlomeno, questo è ciò che ci auguriamo. E se per qualcuno non era attesa tra le sorprese di Sanremo, tanto meglio: le vere icone sanno sempre quando è il momento di tornare a brillare, proprio come un diamante!

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Diego Lanuto

Classe 1996, studente laureando in “Lingue, Culture, Letterature e Traduzione” presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’. Appassionato di scrittura, danza, cinema, libri, attualità, politica, costume, società e molto altro, nel corso degli anni ha collaborato con diversi siti d'informazione e testate giornalistiche (cartacee e digitali), tra cui Metropolitan Magazine, M Social Magazine, Spyit.it, Art&Glamour Magazine ed EVA3000. Ha scritto alcuni articoli per la testata giornalistica cartacea ORA Settimanale. Ha curato progetti in qualità di addetto stampa, ultimo dei quali "L'Amore Dietro Ogni Cosa" (NewMusic Group, 2022). Attualmente, è redattore presso la testata giornalistica Vanity Class e caporedattore per L'Opinione.

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