Chi non ha mai sentito, da bambino, la frase rassicurante: “Un bacio e passa la bua”? Magari detta con un sorriso mentre una mamma, o un papà, sfiorava la fronte con le labbra per consolare una sbucciatura, una paura, una lacrima. E mentre noi piccoli ci convincevamo che sì, in effetti il dolore stava svanendo, gli adulti si limitavano a sorridere con dolcezza, sapendo che in fondo era solo un gesto simbolico.
E se invece non fosse solo simbolico? E se quel bacio fosse davvero terapeutico, non per magia, ma per scienza?
Rebecca Saxe, neuroscienziata del MIT, ha fatto qualcosa che nessun ricercatore aveva mai tentato prima: ha portato sua figlia nel laboratorio e l’ha baciata mentre un apparecchio di risonanza magnetica funzionale monitorava l’attività del cervello. Risultato? Le stesse aree cerebrali si attivavano contemporaneamente sia nella madre che nella bambina. Non solo emozione, ma sincronia neurologica: un vero e proprio rispecchiamento emotivo tra due cervelli, legati dal gesto d’affetto più antico del mondo.
Insomma, a tutti è sempre sembrata fantascienza, ma si tratta in realtà di neurobiologia. D’altronde, come disse un anonimo diverso tempo fa:
A volte basta un solo gesto (in questo caso un bacio) per guarire un dolore che le parole non riescono a lenire
Le neuroscienze ci spiegano oggi ciò che le nonne sapevano già col cuore: il tocco cura. Abbracci, carezze, coccole e sì, anche i baci, stimolano il rilascio di sostanze chimiche potentissime: ossitocina (l’ormone dell’amore), endorfine (gli analgesici naturali del corpo) e dopamina (che regala una sensazione di benessere e piacere). Non solo: il contatto fisico riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, abbassa la pressione sanguigna e regolarizza il battito cardiaco. I neonati prematuri crescono più rapidamente se vengono accarezzati con regolarità. Nei bambini, una carezza può fare più effetto di una medicina, e pure nei grandi può sortire il medesimo risultato!
Insomma, la scienza parla chiaro: i gesti affettuosi non sono solo consolatori, sono neurologicamente attivi. I nostri cervelli si parlano anche senza parole, attraverso il tatto, il calore della pelle, il contatto visivo. Tutto questo attiva i neuroni specchio, cellule cerebrali responsabili dell’empatia, che ci permettono di “sentire” ciò che sente l’altro. Ecco perché un bacio può “spegnere” il dolore di un bambino: il cervello percepisce sicurezza, vicinanza, amore. E reagisce, letteralmente, guarendo.
Viviamo in un’epoca iper-tecnologica, in cui i rapporti umani passano spesso da uno schermo. Ma il nostro cervello è antico, e desidera ancora il calore di una mano, la sincerità di uno sguardo, la cura silenziosa di un bacio. Non è nostalgia, è fisiologia.
E allora, “un bacio e passa la bua” non è più una bugia bianca per consolare i più piccoli. È una verità misurabile, replicabile e, prima di ogni altra cosa, documentata!
Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: su: il nostro sito, Instagram, Facebook e LinkedIn
Tu sei lo sterco del mondo nell'illusoria ricerca dell'attenzione riservata alle star - Tyler Durden…
Dio nel creare l’uomo ha avuto un bel principio, ma voleva migliorarlo inventando il caffè…
Circa una settimana fa, mi è stato chiesto di scrivere questo articolo. In quel momento,…
Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te – Confucio Questa settimana, l’oroscopo…
Quando tagli una persona fuori dalla tua vita, lei non racconterà mai tutta la verità.…
Correva l'anno 1972 quando quello che sarebbe divenuto conosciuto come Scandalo del Watergate cominciò a…