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Un giorno di terrore (1964), un pezzo da collezione da vedere assolutamente

Un giorno di terrore: America anni Sessanta. La signora Cornelia Hilyard (Olivia de Havilland) è una vedova non più giovane ma ancora avvenente che si sta riprendendo da una brutta frattura del femore. A causa delle dimensioni della sua casa barocca, la donna si fa installare un ascensore a forma di gabbia che le permette di evitare le scale. Suo figlio Malcolm (William Swan) al quale è morbosamente attaccata, decide di partire per il fine settimana e le lascia una lettera dal contenuto sconosciuto sulla scrivania.

La trama

Locandina ufficiale/Credit photo: Filippo Kulberg Taub

Mentre Cornelia è intenta a salire le scale, avviene un blackout e la donna resta intrappolata nella gabbia di metallo tra un piano e l’altro, sospesa a mezz’aria. Chiede aiuto ma l’unico che sente il suo richiamo è un barbone alcolizzato di nome George Brady (Jeff Corey) che anziché aiutare la povera signora inizia a rubare alcuni oggetti e scappa via. L’uomo va a trovare l’anziana prostituta Sade (Ann Sothern) alla quale spiega di aver trovato un tesoro.

I due iniziano quindi a derubare la signora Hilyard e a cercare di rivendere la refurtiva in un banco dei pegni. Nell’enfasi di mostrare gli oggetti preziosi, attirano l’attenzione di una banda di balordi capeggiati dal giovane aitante Randall O’Connell (James Caan) che decidono di seguire i due anziani fino alla villa di Cornelia. Da quel momento la donna dovrà lottare contro tutti e soprattutto contro il tempo per scappare da quella trappola infernale e salvare la propria vita.

Un progetto senza tempo “Una notte di terrore” di Walter Grauman

Il regista e produttore televisivo statunitense Walter Grauman (1922-2015) dirige una pellicola agghiacciante senza tempo che si concentra quasi esclusivamente sulla performance dell’attrice protagonista, la sempre verde Olivia de Havilland (1916-2020) due volte vincitrice del Premio Oscar come migliore attrice. Il personaggio della vedova Hilyard da lei interpretato è quello più riuscito del film. La donna è costretta quasi tutto il tempo a recitare costretta a rimanere per ore all’interno di un peculiare ascensore che non le permette di uscire. Quella che può sembrare una trappola angosciante, però, diviene anche la sua salvezza perché all’arrivo dei giovani malviventi questi non possono raggiungerla essendo lei sospesa tra un piano e l’altro della sua abitazione.

James Caan, qui al suo primo ruolo da vero protagonista è perfettamente diabolico e mostra un sadismo erotico nel prendere possesso della villa della vedova che è costretta ad osservare le nefandezze dei vari personaggi che si muovono nella sua proprietà. La Sothern, un tempo una bellezza, nella pellicola di Grauman sembra affaticata, gonfia e alquanto fuori parte. Sebbene Un giorno di terrore rimanga uno di quei film che all’epoca non suscitò tanto clamore né successo commerciale e la stessa de Havilland si pentì quasi di aver accettato di farlo, oggi a distanza di oltre cinquant’anni, merita di essere rispolverato e recuperato e soprattutto di far parte della vostra collezione. Buona visione a tutti.

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Filippo Kulberg Taub

Studioso e appassionato di cinema internazionale. Ha dedicato i suoi studi alle grandi figure femminili del cinema del passato specializzandosi alla Sapienza di Roma nel 2007 e nel 2010 su Bette Davis e Joan Crawford. Nel 2016 ha completato un dottorato di ricerca in Beni culturali e territorio presso l’Università di Roma, Tor Vergata con una tesi sull’attrice israeliana Gila Almagor. Ha scritto diversi saggi e articoli di cinema e pubblicato l’autobiografia inedita in Italia di Bette Davis, Lo schermo della solitudine (Lithos). Oggi insegna Lettere alle nuove generazioni cercando sempre di infondere loro fiducia e soprattutto amore per la storia del cinema.

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