Banksy è sicuramente uno degli artisti più affascinanti degli ultimi anni. Il mistero sulla sua identità e l’unicità delle sue opere lo hanno reso un artista controverso, ma non per questo amatissimo in tutto il mondo. Difatti, in molti lo ammirano, lo idolatrano, lo emulano, dedicano a lui delle mostre (l’ultima delle quali è approdata a Catania nei giorni scorsi) e prendono perfino ispirazione da lui, a testimonianza dell’impronta significativa che la sua “street art” è stata in grado di lasciare. Uno di questi è sicuramente il cantautore Andrea Del Monte, che ha deciso di intitolare il suo terzo disco-libro proprio al writer britannico.
Per me l’identità di Banksy può restare segreta – ci spiega Andrea Del Monte – A me appassiona la sua arte, o meglio, il messaggio delle sue opere quasi sempre rivolto alle minoranze. Minoranze di tutte le tipologie, da quelle di genere, a quelle politiche, sociali e etniche. Rebus Banksy è il mio terzo disco-libro, che unisce letteratura, musica e poesia. In questi anni ho collaborato per la creazione di questi progetti musicoeditoriali con grandi nomi della musica Italiana e Internazionale.
John Jackson, per esempio, mi ha caratterizzato i brani con i suoi strumenti tipici di Nashville. Trovo la sua chitarra emozionante e sempre adatta alle tematiche trattate all’interno dei testi delle canzoni. In Puzzle Pasolini (Ensemble, 2022), all’epoca Caro poeta, caro amico ( Sound System Records, 2015) , la mia prima opera, sono stati essenziali gli interventi di Ninetto Davoli, Manuele Trevi, Giancarlo De Cataldo e Walter Siti. Essenziali perché, tramite le loro testimonianze, hanno avuto la possibilità di raccontare il Pasolini che ciascuno di loro ha conosciuto artisticamente e umanamente.
Di Pier Paolo Pasolini, invece, apprezzo particolarmente la poesia, prima fra tutte “Poesia in forma di Rosa”. È proprio questo volume che mi ha ispirato a dedicare il progetto al poeta friulano. In Brigantesse, storie di amore e di fucile, invece, ho apprezzato tra le altre cose il feat. con Sabrina Ferilli nella canzone Filomena Volante dedicata alla brigantessa Filomena Pennacchio, storica figura del brigantaggio femminile campano. Lo stesso potrei dire per la partecipazione di Eugenio Bennato, esperto di brigantaggio e di tutti “i sud del mondo”, che ha illuminato i lettori circa la metastoria tra il Nord e Sud Italia.
Tornando a Rebus Banksy, è importante citare la collaborazione con il compianto Premio Strega Antonio Pennacchi e il Premio Strega Poesia Vivian Lamarque, i cui contributi hanno reso il disco-libro fortemente contemporaneo per le tematiche trattate. Ed è proprio grazie a questo progetto che mi è stato conferito in Campidoglio il premio Microfono d’Oro dall’assemblea capitolina. Oggi in giro c’è sicuramente qualcosa di interessante tra le novità discografiche, basta citare artisti come Ghali e Mahmood, sebbene io faccia difficoltà ad ascoltare musica trap per via delle canzoni che mi sembrano tutte uguali. Non mi piacciono, ma forse è il linguaggio delle nuove generazioni che non riesco a comprendere, a fare mio. Per me la musica è sempre stata la forma d’arte più potente. È immediata, capace di trasmettere e suscitare fortissime emozioni.
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