La bella stagione, si sa, è la più amata e anelata da tutti. D’altronde, chi è che non vede l’ora di ritrovarsi invischiato in una di quelle storie “nate già finite” (come cantava la grande Fiorella Mannoia in Pescatore di Pierangelo Bertoli) sulle sponde del mare al calar della sera? O che ne so, di sfoggiare quei mini costumini bianchi che lasciano intravedere tutto, il più delle volte il nulla cosmico?! O ancora, a chi non piace ubriacarsi di stelle cadenti durante la notte di San Lorenzo avvinghiato, per l’appunto, alla propria dolce metà, intenti a scambiarsi promesse dorate che si perdono tra i granelli di sabbia? Forse a molti, eccetto me. Io odio la bella stagione e le chiappe al vento!
E come se non fosse già abbastanza, c’è persino chi non vede l’ora di ascoltare, ballare e canticchiare, 24 ore su 24, le canzoni estive, quei motivetti incantabili che ci traghettano inesorabili alle porte del Natale.
Ebbene sì, perché con l’arrivo dell’estate spuntano, come funghi, tutti quei brani, vecchi e nuovi, di grandi stelle e piccole star di incerta fama e dubbio talento che, inspiegabilmente e in men che non si dica, infestano qualsiasi stazione radiofonica. Una miriade di canti sentiti e risentiti, conditi con melodie plagiate qua e là (tanto basta che siano orecchiabili), che a chiamarli tormenti fai agli artisti solo un grande favore!
Basti pensare ad Annalisa, che, in seguito al successo sanremese, sembra aver deciso di scegliere la strada più facile affiancandosi a Tananai nel pezzo Storie Brevi. Ecco, parlando di brevità, mi auguro vivamente che la durata in classifica e nelle radio del brano in questione sia infinitesimale. E lo stesso potrei dire per Rose Villain che, Come un tuono a ciel sereno, ha ben pensato di rammentarci, in compagnia di Guè Pequeno, che nell’era moderna, della pura avanguardia e del progresso che porta al regresso, al “peggio, non c’è mai fine”. E diversamente le cose non potrebbero andare per Elodie, la Beyoncé de’ noi artri (“sì, je piacerebbe” direbbe Valentina Persia), che con la sua Black Nirvana ci ha dimostrato che, alle volte, non bastano una ventina di mani per scrivere una canzone degna di nota!
Per fortuna, ci hanno pensato I (riesumati) Ricchi e Poveri a restituire un po’ di dignità ad un panorama discografico in declino, regalandoci una boccata d’Aria fresca con un’autentica hit che racconta la libertà dei rapporti con un capovolgimento di prospettiva. Ma non sono i soli, anzi, e per fortuna!
Pierdavide Carone, attualmente in tournée in lungo e in largo per la nostra bella penisola, con Carla e la Credenza ci ha restituito, attraverso un linguaggio metaforico, una vivida immagine in musica dell’uomo medio, pigro e pavido tipico di una sconclusionata generazione di inetti social-drunk. Mentre Laura Bono, anche lei impegnata con numerosi live in giro per la penisola, non smette mai di insegnarci che la perseveranza, l’impegno, la passione e il rimanere fedeli a se stessi, comunque vada e nonostante tutto, alla fine ripagano sempre. E chissà, credo davvero che saranno loro, insieme a al nuovo podcast Se Telefonando di Marco Salvati, a tenermi compagnia nelle soleggiate giornate che mi attendono. Ho bisogno di prendermi una vacanza, una lunghissima vacanza.
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