l'immagine mostra il narcisista che manipola le persone sui social network dando un'immagine artefatta di sé
Chissà se Mark Zuckerberg può immaginare di comparire in una rubrica il cui protagonista è il narcisista?Chissà se gli sfugge che la sua novità sulla fine del programma di fact-checking di Meta a vantaggio della libertà di espressione, fa il paio con un messaggio inviatomi in privato sui social da Patrizia in risposta al mio articolo “Quando finirà davvero la mia relazione tossica?”.
“Ho avuto due relazioni tossiche. Due uomini diversi, due storie diverse, ma con un dettaglio in comune: li ho conosciuti entrambi sui social network.” Patrizia prosegue ancora: “Mi hanno affascinata con il loro carisma, i loro discorsi, la loro dolcezza. Sembravano perfetti, almeno online. Poi, con il tempo, ho scoperto l’inganno: bugie, altre donne, manipolazione, silenzi punitivi. È solo una coincidenza o queste piattaforme sono un terreno fertile per uomini così?“
Personalmente non credo sia una coincidenza. I social network hanno sdoganato i narcisisti, offrendo loro uno spazio ideale per costruire un’immagine artefatta di sé: non si tratta più di esprimersi, ma di piacere, di sedurre, di costruire una narrazione artefatta in cui il confine tra la comunicazione sana e il narcisismo si assottiglia pericolosamente. L’identità diventa una vetrina, il valore personale si misura in like e commenti.
Ma ora c’è una novità: Mark Zuckerberg ha annunciato la fine del programma di fact-checking di Meta, avvalorando l’importanza della libertà di espressione (in verità la cessazione del fact-checking riguarda principalmente gli Stati Uniti, per l’Europa non ci sono ancora informazioni specifiche sull’implementazione immediata di questa politica). Una scelta che, oltre alle implicazioni politiche di cui in questa rubrica non intendo occuparmene, avvantaggia proprio quei soggetti che usano i social per manipolare, ingannare e sedurre con immagini e racconti distorti. Se già prima il narcisista digitale poteva muoversi senza troppi ostacoli, ora la sua libertà d’azione è ancora più ampia: nessun filtro, nessun controllo.
Pubblica foto e post curati nei minimi dettagli per apparire affascinante, di successo e desiderabile. Spesso mostra uno stile di vita apparentemente esclusivo e affascinante.
Inonda la vittima di attenzioni: like, commenti lusinghieri, messaggi romantici o intensi fin dall’inizio per creare un legame emotivo rapido e profondo.
Invia gli stessi messaggi o foto a più donne contemporaneamente, mantenendo conversazioni parallele per aumentare il proprio senso di potere e controllo.
Alterna momenti di grande presenza e coinvolgimento a improvvisi silenzi, facendo leva sulla curiosità e il desiderio di attenzione della vittima.
Racconta storie strappalacrime sul proprio passato (ex crudeli, traumi, ingiustizie) per suscitare empatia e spingere la vittima a prendersi cura di lui
Senza fact-checking, che sostanzialmente è un criterio di verifica che mira a stabilire se il contenuto di una notizia sia vero o falso, e con un algoritmo sempre più orientato all’ingaggio emotivo, il narcisista digitale ha il via libera per rafforzare la sua maschera. La libertà di espressione di cui parla Mark Zuckerberg significa più spazio per la costruzione di identità fittizie, più libertà per diffondere bugie senza alcun rischio di smentita, più facilità nell’attirare nuove vittime senza lasciare tracce.
In un social senza regole, chi manipola ha già vinto.
Ma torniamo alla nostra amica Patrizia, che probabilmente, dopo tutto il love-bombing social che con varie semplici mosse manipolatorie il nostro uomo è riuscito a creare, al primo incontro in presenza, si sentirà già mezza innamorata. Ciò che non sa, ma che penso a questo punto Patrizia abbia imparato a sue spese, è che non è l’unica. Mentre si staranno baciando, lo smartphone di lui, in modalità ovviamente silenziosa, sarà già pieno di notifiche… delle altre che staranno commentando quanto lui sia tenero, romantico, unico.
Con meno controlli e più libertà d’azione, il narcisista digitale potrà affinare ancora di più il suo gioco. Al netto di altri problemi etici, sociali e policiti che questa novità farà emergere, nel nostro caso e nella nostra rubrica Inganni d’Amore, la domanda non è se questa decisione di Meta cambierà qualcosa, ma quanto velocemente il narcisista saprà approfittarne.
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