Viganella è un comune situato nella Valle Antrona, il Piemonte, che ha attirato l’attenzione internazionale per una soluzione tanto ingegnosa quanto unica a un problema che potrebbe sembrare insormontabile: l’assenza di luce solare diretta durante i mesi invernali. A causa della posizione geografica del villaggio, infatti, incastonato tra montagne ripide, da novembre a febbraio il Sole non riesce a raggiungere il piccolo borgo, lasciando i suoi abitanti in ombra per quasi tre mesi all’anno. Per questo motivo, anziché accettare un così triste destino, i cittadini e la loro amministrazione hanno deciso di sfidare la natura.
Nel 2006, è stato installato uno specchio gigante, della cui regolazione si occupa un computer, sul fianco della montagna situata sul lato opposto del sito abitavo. Suddetto specchio, dalle dimensioni notevolmente grandi, pensate che è largo ben 8 metri e alto 5, è posizionato in modo da seguire il percorso del Sole e riflettere i suoi raggi al fine di illuminare la piazza principale del paese, regalando di conseguenza ai suoi abitanti alcune ore di luminosità diretta anche durante i mesi più bui.
Un’idea semplice ma geniale, stramba e incredibilmente vera, che ha trasformato Viganella, da villaggio di montagna sconosciuto quale era, in un esempio di innovazione, avanguardia ingegneristica e resilienza. Nello specifico, lo specchio non è solo un espediente tecnologico, ma rappresenta perfino una metafora potente della determinazione umana di superare le avversità e di riuscire ad affrontare le sfide che la natura, spesso e volentieri, impone.
Il caso di Viganella, inoltre, offre una riflessione profonda sulla capacità dei piccoli comuni di adattarsi di fronte alle più impensabili “prove”. In un’epoca in cui molte realtà rurali e montane del nostro territorio lottano contro lo spopolamento e l’oblio, questa cittadina ha dimostrato che, con creatività e coraggio, i problemi, compresi quelli più peculiari, possono diventare opportunità ed essere affrontati. D’altronde, il risultato non è stato solo quello di “illuminare una piazza”. Al contrario, ha permesso di diffondere un messaggio di speranza e tenacia che potrebbe spingere altre comunità, magari coinvolte in situazioni simili, a cercare soluzioni fuori dell’ordinario per migliorare la qualità della vita della popolazione.
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