/

Ius Osculi, il ‘diritto di bacio’ dei romani: quando il giudizio sulle donne dipendeva da una bevanda proibita

2 mins read
Ius Osculi

Ci sono usanze del passato che ci fanno sorridere, altre che lasciano in noi un profondo senso di inquietudine e poi ci sono quelle che ci rammentano quanto l’essere umano, benché i tempi possano cambiare, sia in grado di rimanere continuamente fedele a se stesso, nel bene e nel male. Una di queste è sicuramente lo Ius Osculi, il cosiddetto “diritto di bacio” degli antichi romani, che trasformava un gesto all’apparenza innocente e affettuoso in un efficace strumento di controllo sociale.

Dallo ‘Ius Osculi’ il bacio più sorvegliato di Roma: un gesto intimo privo di qualsiasi intimità

Nella Roma arcaica, infatti, i parenti maschi di una donna avevano il diritto di baciarla sulla bocca. Poco importava che si trattasse del padre, del fratello o del marito; ciascuno di loro poteva esercitare tale prerogativa. Una norma che a prima vista potrebbe sembrare un prodotto del folklore, eppure sono svariate le fonti autorevoli, come Catone Il Censore e Plinio Il Vecchio, che ne parlano apertamente. Ma a cosa serviva? Ebbene, lo scopo era quello di verificare se avesse bevuto vino, dal momento che il consumo di alcol da parte di un qualsiasi individuo di sesso femminile era visto come una pratica sconveniente, immorale, adultera e, di conseguenza, perfino pericolosa per la stabilità familiare.

Difatti, qualora l’alito avesse rivelato la men che minima traccia della dionisiaca bevanda, avrebbe messo in luce un comportamento ritenuto inadatto alla donna romana ideale in quanto costei doveva essere depositaria della pudicitia, virtù che si fondava sulla disciplina, la fedeltà e la moderazione. Insomma, in un’epoca in cui la componente sociale maschile dominava non solo la sfera della vita pubblica, ma anche (e soprattutto) quella privata, il vino diventava simbolo di un potenziale disordine o di una ribellione silenziosa, una trasgressione da vietare a qualunque costo. E il controllo passava attraverso il gesto più intimo, paradossalmente spogliato di qualunque tipo di intimità.

Ragioni e conseguenze: dall’uccisione con consenso al rischio di aborto

L’aspetto che oggigiorno tenderemmo a definire ancor più strano, però, se non addirittura atroce, è legato alle conseguenze di una tale trasgressione. In cosa consistevano? Beh, la matrona che veniva sorpresa a bere, poteva essere ripudiata, o peggio, uccisa dal marito con il consenso dei più stretti congiunti. Una sorte riservata a tutte le donne honestae, ma non alle probrosae, ossia alle attrici, alle ballerine e alle cameriere di taverna, per le quali il divieto non aveva alcuna valenza. Il motivo? Le proprietà anticoncezionali e abortive attribuite al vino puro, e, in particolar modo, il nesso tra ubriachezza e sessualità. Non a caso, come scriveva lo storico Valerio Massimo nel I sec. a.C.:

Qualunque donna sia smodatamente avida di vino chiude la porta alla virtù e la apre al vizio!

Se siete curiosi di leggere le precedenti uscite di “Strano Ma Vero”, potete recuperarle cliccando -> QUI <-

Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: il nostro sitoInstagramFacebook e LinkedIn

Classe 1996, studente laureando in “Lingue, Culture, Letterature e Traduzione” presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’. Appassionato di scrittura, danza, cinema, libri, attualità, politica, costume, società e molto altro, nel corso degli anni ha collaborato con diversi siti d'informazione e testate giornalistiche (cartacee e digitali), tra cui Metropolitan Magazine, M Social Magazine, Spyit.it, Art&Glamour Magazine ed EVA3000. Ha scritto alcuni articoli per la testata giornalistica cartacea ORA Settimanale. Ha curato progetti in qualità di addetto stampa, ultimo dei quali "L'Amore Dietro Ogni Cosa" (NewMusic Group, 2022). Attualmente, è redattore presso la testata giornalistica Vanity Class e caporedattore per L'Opinione.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

Oroscopo Etico settimanale: le previsioni zodiacali dal 17 al 23 novembre

Next Story

Linguaggio: nel labirinto di narrazioni tossiche che generano false realtà

Latest from Blog