Lady Diana, da sposa del secolo a icona senza tempo

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Lady Diana

Sembra ieri, eppure sono già passati 43 anni da quello che è stato definito, per generazioni, il “matrimonio del secolo”. Una storia che pareva essere già scritta avendo visto protagonisti Lady Diana, un’insegnante d’asilo discendente dei visconti di Spencer, una delle più antiche e importanti famiglie britanniche, strettamente connessa con la Famiglia Reale, e l’allora Principe del Galles Carlo Windsor, che oggi siede sul trono del Regno Unito con il nome di Carlo III. Ma si sa, quando gli intrecci dell’uomo interferiscono con le trame del destino, non può esserci di certo un lieto fine.

L’inizio è dolce, assurdo, felice. L’intreccio pieno di buona volontà, forte e carico di tensioni. La fine, una lacerazione.

Ed è esattamente così che è andata, utilizzando le parole della scrittrice spagnola Nunia Barrios. Quella che, a primo impatto, poteva essere l’incarnazione perfetta di una favola moderna si è rapidamente trasformata in una tragica storia fatta di disillusione, sofferenza e risvolti drammatici.

Sontuose nozze, sogni infranti e riscatto: l’eredità di Lady Diana

Credit photo: web

Era il febbraio del 1981 quando Lady Diana, all’epoca appena 20enne, divenne nota agli occhi del mondo. L’annuncio ufficiale del fidanzamento con il primogenito della Regina Elisabetta II la resa una figura di rilievo, facendole guadagnare immediatamente una notevole popolarità. La sua bellezza, la grazia che la contraddistingueva, la genuinità e l’apparente ingenuità di una donna che, nonostante i nobili natali, ha fatto dell’umiltà la sua più grande arma, entrarono sin da subito nel cuore dei sudditi e del pubblico, britannico e internazionale.
Una nuova vita si profilava per lei all’orizzonte, era l’inizio di un sogno idilliaco dal quale, però, ha dovuto destarsi troppo presto.

Difatti, qualche mese più tardi, più precisamente il 29 luglio dello stesso anno, Diana convolò a nozze con Carlo nella magnifica Cattedrale di St. Paul a Londra. Una cerimonia sontuosa, alla quale assistettero oltre 750 milioni di persone in televisione, senza contare le altre migliaia riversatesi per le strade della Gran Bretagna. Tutti guardavano con occhi trasognanti l’inizio di quella che sarebbe potuta, e per molti dovuta, essere la miglior fiaba che la contemporaneità avrebbe raccontato: una giovane dal sangue blu che incontra il suo Principe Azzurro e si appresta ad entrare a far parte di una delle dinastie più influenti e potenti del pianeta, ma all’interno di una dimora di cristallo che, sfortunatamente, si sarebbe ridotta in frantumi di lì a poco.

Un sogno divenuto presto un incubo

Credit photo: web

E in effetti, pronunciato all’altare il fatidico “” e sollevato il sottile velo dell’illusione, quel sogno ad occhi aperti non tardò a tramutarsi in un incubo da cui difficilmente ci si sarebbe potuti svegliare. Diana arrivò a Palazzo con l’innocenza e le speranza di una ragazza, ma si scontrò con una realtà fredda e implacabile. La differenza d’età (Carlo aveva 32 anni, mentre lei solo 20), le diverse aspettative, gli autentici motivi che si nascondevano dietro alla loro unione (ragioni dinastiche e doveri monarchici, non l’amore genuino e reciproco) e la presenza costante di una terza persona nel matrimonio (come lei stessa dichiarerà più avanti), ossia di Camilla Parker Bowles, attuale Regina al fianco di Carlo, giocarono un ruolo fondamentale nello scrivere la conclusione di un racconto che, forse, non avrebbe mai dovuto un incipit.

La Principessa del Popolo, così veniva (e viene) pubblicamente riconosciuta, si ritrovò intrappolata in un rapporto privo di affetto, dovendosi scontrare con una famiglia distante e che non era in grado di darle alcun conforto. L’arrivo dei due figli, il Principe William e il Principe Harry, poi, non migliorò affatto le cose. La solitudine divenne la sua più fedele compagna, in un periodo in cui si sentiva isolata, incompresa e tradita. Sensazioni, quest’ultime, accentuate dalla costante pressione mediatica, che la espose non solo in quanto Principessa Reale ma anche (e soprattutto) come donna ferita e vulnerabile, nonché dalla bulimia e dalla depressione con cui lottò a lungo.

Il divorzio e la morte prematura

La coppia cercò di mantenere le apparenze per svariati anni, ma le tensioni interne diventarono sempre più evidenti. Il dolore di lei cominciò via via a riversarsi in pubblico, finché, nel 1992, il primo ministro britannico John Major annunciò la separazione ufficiale della coppia e il divorzio fu finalizzato nel 1996. In quel periodo, Diana utilizzò la propria posizione per portare attenzione su cause umanitarie e opere di beneficenza, sensibilizzando l’opinione pubblica su temi come l’AIDS, le mine antiuomo e la povertà. Non si sa se ciò fosse dovuto ad un’indole innata o alla mera speranza di riuscire a trovare un conforto e uno scopo nel contribuire a migliorare la vita altrui. Sta di fatto, però, che le sue azioni la consacrarono a modello rispettato di empatia e carità.

Un esempio che in tanti decisero di seguire e che seguono ancora adesso, rendendola, di conseguenza, un’icona intramontabile della modernità capace, perlomeno moralmente, di sopravvivere alla morte. Perché la sua, in effetti, è stata una scomparsa tragica e prematura. Un incidente stradale, avvenuto il 31 agosto 1997 per le strade di Parigi, ha strappato alla vita una donna che avrebbe avuto molto da dare, ma ancor di più da ricevere. Un evento triste e sicuramente inaspettato, sul quale fin troppo si è speculato e che ha lasciato un vuoto all’apparenza incolmabile, affievolito, in parte, da un’eredità che prosegue nel mantenerne vivo il ricordo.

L’eredità

L’iconico “Revenge Dress” – Credit photo: web

Ciò che Diana ci ha lasciato vive attraverso i suoi figli e le loro famiglie. La sua umanità, l’impegno sociale, il carisma, lo stile e la sua capacità di connettersi con il prossimo rimangono indelebili nella memoria collettiva. L’anniversario del suo matrimonio ci ricorda l’importanza della compassione in una realtà tutt’altro che compassionevole. Ci insegna ad essere resilienti dinanzi a dolori che, magari, non valgono la pena. E infine, sottolinea che è possibile fare la differenza, pur piccola che sia e indipendentemente dalle circostanze personali.

La vicenda di una ragazza che non ha avuto nulla e che meritava di più è divenuta un monito sulla complessità e le insidie che si possono nascondere dietro una patina di apparente perfezione. Una lezione che dovrebbe farci tenere a mente che ciò che sembra, non è mai ciò che è. E Lady D non solo ce lo ha dimostrato, ma lo ha anche vissuto.

Una sola cosa avrebbe potuto salvarla: l’amore di un uomo che non è riuscito a prendersi cura del suo gioiello più prezioso!

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Classe 1996, studente laureando in “Lingue, Culture, Letterature e Traduzione” presso l’Università di Roma ‘La Sapienza’. Appassionato di scrittura, danza, cinema, libri, attualità, politica, costume, società e molto altro, nel corso degli anni ha collaborato con diversi siti d'informazione e testate giornalistiche (cartacee e digitali), tra cui Metropolitan Magazine, M Social Magazine, Spyit.it, Art&Glamour Magazine ed EVA3000. Ha scritto alcuni articoli per la testata giornalistica cartacea ORA Settimanale. Ha curato progetti in qualità di addetto stampa, ultimo dei quali "L'Amore Dietro Ogni Cosa" (NewMusic Group, 2022). Attualmente, è redattore presso la testata giornalistica Vanity Class e caporedattore per L'Opinione.

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  1. […] da favola nella Cattedrale di San Paolo a Londra, tra 2000 invitati e un clima festoso (clicca QUI per recuperare il nostro articolo a riguardo). Ma è solo l’inizio del suo calvario. Il cuore di […]

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