Il grande filosofo Benedetto Croce affermava che “la Storia si ripete“. E questo è vero! Basti ricordare che nel 1500 esisteva, a Porta Capuano, una colonna alla quale venivano legati ed esposti al ludibrio pubblico, quasi nudi, i debitori insolventi che subivano, oltre allo scorno, vari maltrattamenti dal popolo (secchiate d’acqua, lancio di escrementi e così via). Una forma di “penitenza” piuttosto cruenta, dalla quale deriva la popolare espressione: “mannaggia ‘a culonna”.
Attualmente, le donne subiscono questa illegittima e grave esposizione attraverso i vari siti, il caso più recente ed eclatante è quello di “Mia moglie” (cliccate QUI per recuperare il nostro articolo a riguardo), ma per fortuna la giustizia sta facendo il suo corso e le autorità competenti sembrano essere sempre più vigili su atti del genere. Negli ultimi giorni, però, un fatto curioso è accaduto in relazione al tristemente noto scandalo del gruppo Facebook sessista e del sito “Phica.eu“. D’altronde, come ripeteva Karl Marx e per riprendere la citazione iniziale di Croce:
La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.
La “vendetta cittadina” di “Mio Marito”: è davvero un bene?
Per le vie di Torino, infatti, sono spuntate raffigurazioni di “mariti” che si fotografano allo specchio, naturalmente senza vestiti. Una “campagna di supporto” alle donne e alle vicende che le hanno malauguratamente viste protagoniste nel corso delle ultime settimane, avviata dallo street artist locale Andrea Villa i cui effetti, tuttavia, potrebbero avere una rilevanza inaspettata andando ad aggravare ulteriormente i fenomeni già in corso.
L’esposizione al pubblico ludibrio dei presunti colpevoli, in effetti, potrebbe di certo dimostrarsi come una chiara e netta presa di posizione a favore delle vittime. Sfortunatamente, le conseguenze potrebbero rivelarsi altrettanto negative dal momento che, a coloro a cui tale situazione procurerebbe un qualche piacere, risulterebbe essere una ulteriore pubblicità per la replicazione di situazioni folli e per l’emulazione dei suddetti.
In che modo può aiutare la condanna su pubblica piazza?
E allora, è utile che l’antica “colonna” si riproponga attraverso la pubblicazione di foto? Per me sì, anche se si potrebbe essere sottoposti a denuncia per diffamazione. Inoltre, potrebbe causare un notevole squilibrio, come già accennato, che aggraverebbe ulteriormente la situazione delle vittime. Comunque, di insegnamento potrebbe essere la “Lisistrata”, commedia teatrale di Aristofane, andata in scena per la prima volta ad Atene nel 411 a.C. durante la Guerra del Peloponneso. Difatti, al suo interno si narra dello “sciopero del sesso” organizzato da Lisistrata (il cui nome significa “colei che scioglie gli eserciti“) e da altre donne ateniesi, che occuparono l’Acropoli per costringere gli uomini a porre fine al ventennale conflitto.
Sebbene tale pièce teatrale sia una satira con un forte messaggio pacifista, in cui le donne, considerate deboli e inferiori, prendevano in mano il destino della pace, dimostrando intelligenza e ragione, questa potrebbe essere di stimolo per avviare ,da parte delle donne, attività collettive concrete e pubbliche dirette a costringere i maschi a rientrare nei ranghi e a ricordarsi perfino del loro ruolo di padri, nonni e figli. Il tutto, naturalmente, tenendo sempre presente l’uguaglianza dei ruoli e l’obbligatorietà del rispetto nei confronti della propria metà, a prescindere dal genere!
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