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Punto cieco della mente: perché crediamo a ciò che ci inganna?

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Punto cieco

Un punto cieco psicologico è analogo a un punto cieco fisico. Per fare un esempio comune basta pensare al punto cieco dello specchietto retrovisore dell’automobile: guardiamo nello specchietto, non vediamo nessuno, ma lì da qualche parte c’è un motociclista che non viene visto perché si trova in punto dove la luce riflessa non può raggiungere lo specchio. Crediamo di avere via libera e quando intraprendiamo la manovra rischiamo l’incidente grave.

Siamo ciechi all’evidenza e siamo anche ciechi alla nostra stessa cecità – Daniel Kahneman

Perchè soffriamo di tale punto cieco: la Sindrome Dislogica

Ebbene, quando questo avviene a livello psicologico, è perché siamo convinti di qualcosa sulla base di premesse fallaci e della Sindrome Dislogica – di cui tutti siamo affetti da millenni senza esserne coscienti e per questo consiste in un nostro punto cieco psicologico – che non ci permette di valutare correttamente, logicamente, le conseguenze, e pertanto, commettiamo azioni e facciamo scelte che inevitabilmente si ritorceranno contro di noi.

Una delle maggiori lacune che caratterizza noi Homini Urbani che viviamo in stato di cattività nell’ambiente urbano, è quella relativa al ‘senso di realtà’. Non siamo in grado di percepire la realtà pura, naturale, guardiamo sì alle cose, ma non le vediamo nel loro contesto reale, bensì lo facciamo limitatamente a quello che l’esperienza di nascita e vita in cattività urbana ci ha indotto a credere sia la realtà. Noi siamo in grado solamente di vedere un circoscritto sottoinsieme della realtà pura che è quello della realtà urbana.

Un esempio pratico

Un esempio per tutti, colto dalle reti sociali: circola da tempo un post con un signore molto distinto in giacca e cravatta dall’apparenza estremamente elegante e formale. Questo signore entra in un’aula piena di giovani studenti con una banconota da 100,00 dollari in mano, si ferma in piedi davanti alla cattedra e chiede agli alunni: “chi vuole questi 100,00$?“. Tutti gli alunni si manifestano alzando la mano e dicendo: “Io!, Io! …“. Il signore, appallottola rudemente la banconota e ripropone la domanda ricevendo la stessa risposta.

A questo punto posa a terra la banconota e la calpesta ripetutamente sotto le scarpe, la raccoglie e ripropone la stessa domanda e ancora tutti rispondono allo stesso modo… Poi, con fare da entità superiore, il signore propone agli studenti questa morale: “non importa quanto possiate essere maltrattati, analogamente a questa banconota, il vostro valore intrinseco non cambia!“, proponendola come fosse una dimostrazione di saggezza assoluta e un messaggio genuinamente motivazionale. Quasi mi sembra di sentire adesso l’eco degli “…ooooh?!!!” e di vedere gli studenti con gli occhi spalancati e la bocca aperta con l’espressione di estrema ammirazione per questo signore.

Riflettiamo insieme ponendoci un paio di domande chiave:

  1. Chi è che circola nelle reti sociali dove sono diffusi questo tipo di post motivazionali?
  2. Quali sono i messaggi di fondo che inconsciamente vengono richiamati alla mente?

Vediamo se vi piacciono queste risposte. Nelle reti sociali più comuni la maggioranza dell’utenza è costituita da giovani fra i 12 e 25 anni, in età quindi scolare/accademica che dovranno in futuro affrontare il mondo del lavoro, ed è costituita da persone tra i 25 e 40 anni che sono all’inizio o a metà del loro percorso professionale, i quali negli ultimi 20 anni coi cambiamenti che ha avuto il mercato dell’occupazione, hanno dovuto affrontare ripetuti cambi di lavoro, salari da fame, licenziamenti, cassa integrazione, fallimenti delle loro piccole imprese, concorrenza professionale con i lavoratori extracomunitari e così via.

E ancora, è costituita da persone fra i 40 e i 65 anni che si avviano provati verso la fine della loro epoca produttiva ma non hanno floride prospettive previdenziali, e pertanto devono pensare a corsi formativi e professioni secondarie da poter svolgere da pensionati. I messaggi sono quindi chiari, resilienza e spirito voltato alla frustrazione, a continui sacrifici e privazioni mantenendo però il buon animo e la speranza che un giorno – nell’era del forse e nell’epoca del mai – qualcuno si accorga del vostro valore e vi dia un’opportunità. Per quelli fra i 12 e 25 anni significa chiaramente: “preparati ad agonizzare per i prossimi 20, 30 anni.”.

Io però sono uno scienziato. E le prove le faccio secondo il rigoroso metodo scientifico, e sono pure un grande cultore ed esperto di logica da oltre 30 anni, pertanto, procedo secondo principi formali ben definiti che non sfuggono – mai!!! – alla dimostrazione empirica.

L’indagine a campione

Perciò, ho preso un campione con estrazione d’età, sesso, classe sociale, preparazione scolare/accademica ed esperienza professionale differenziati, e ho fatto loro lo stesso giochetto con una banconota da 200,00€. Sapete alcuni che reazione hanno avuto? mi hanno guardato come se fossi pazzo. Gli ho domandato perché a differenza di alcuni altri non fossero interessati al valore offertogli, e mi hanno detto che con 200,00€ non ci avrebbero fatto molto e avrei potuto darli tranquillamente a chi lì, ne avesse davvero bisogno, loro non ne avevano bisogno.

Altri che inizialmente avevano alzato la mano, al calpestare e sporcare la banconota, si sono tirati indietro, non la volevano più, perché ora era troppo rovinata e sporca e non l’avrebbero mai potuta usare in pubblico in quelle condizioni, inizialmente poteva costituire un certo guadagno, ma ora per loro aveva perso certi aspetti fondamentali indipendenti dal valore intrinseco e non avendone necessità non la volevano più.

Sono riuscito a farvi percepire che nel post, i ‘tutti’ a cui era rivolta l’offerta e che all’unisono desideravano comunque la banconota, sono costituiti in realtà da uno specifico sottogruppo che il genio del marketing creatore del post vuole indurre subliminalmente come l’intera umanità nel vostro incosciente? E sono riuscito a mostrarvi che il valore intrinseco che possedete può non essere di interesse per chi può trovarlo anche altrove in migliori condizioni al contorno?

La componente psicologica ha un peso sempre più notevole

Ma soprattutto, avete compreso che ogni evento negativo che vi frustra, vi fa sentire rifiutati, impreparati, inutili, incapaci e che ogni sacrificio, privazione, umiliazione a cui siete sottoposti ha un effetto di erosione del vostro valore globale? La vostra preparazione può rimanerne intatta, ma dal punto di vista psicologico, della vostra salute mentale e dell’immagine psico/fisica che inevitabilmente ne deriva, subite dei cambiamenti determinanti.

Quale azienda, attraverso i suoi canali di selezione del personale, fra due candidati sceglie un depresso, un disoccupato di lungo periodo che ha inevitabilmente perso abilità lavorativa e aggiornamento sulle ultime tecnologie, oppure uno che proviene da un altro settore riciclato attraverso scadenti corsi formativi online, o ancora uno le cui difficoltà economiche lo condizionano a presentarsi con un dress code inadeguato?

Il CV inizialmente poteva essere attrattivo per le competenze e le esperienze maturate, ma le attuali condizioni di: stato psicologico, situazione economica, obsolescenza professionale, immagine, possono non essere più adeguati, e pertanto, il tuo valore intrinseco non conta più niente per nessuno. Spero di essere riuscito a stimolare l’interesse verso competenze come: il senso di realtà, il pensiero critico, la Logica Pura e il grave deficit della Sindrome Dislogica. In quanto, subdolamente ci affliggono e ci penalizzano senza che possiamo esserne coscienti.

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Professionista del settore ITC nell'area ricerca e sviluppo, con oltre trent'anni di esperienza, Fabrizio Ranzani è ricercatore indipendente sui temi di logica formale, pensiero critico, didattica, antropologia, psicologia, neuroscienze, intelligenza e comunicazione umane e artificiali, ha scritto due libri sul tema della logica e del pensiero critico. Nel 2008 è rientrato nella lista dei cavalieri del lavoro sotto ai 35 anni nella prima edizione del concorso. La sua esperienza professionale si svolge fra l'Italia e il Brasile, la sua passione è insegnare e divulgare i fondamenti della logica e del pensiero critico.

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