Ve lo immaginate il sumero del 3500 a.C. o l’egizio del 2000 a.C. nel piacevole esercizio dello spirito? Le epoche che ho indicato sono quelle che si trovano nella letteratura storica o online, in cui si parla delle origini della scuola. Quali potevano essere le condizioni esistenziali di un individuo in quelle epoche? Palese, insomma, che per avere una tale origine, il termine “scuola”, non possa che riferirsi al contesto di vita di individui, della specie Homo Sapiens, che definire privilegiati non risulta più nemmeno lontanamente corretto. Ma se volessimo spingere la nostra analisi a epoche ancora più remote? Stiamo o no cercando l’origine e il vero significato di qualcosa?
Bene cominciamo!
Oltre la scuola e l’origine storica: chi poteva dedicarsi allo studio?
L’istruzione è ciò che resta dopo che si è dimenticato tutto quello che si è imparato a scuola – Albert Einstein
Se un testo anche storico-scientifico piuttosto che Google o l’AI citano i sumeri del 3500 a.C. e gli egizi del 2000 a.C., a voi basta? Beh, a me no! Perché ho imparato a vedere oltre il ‘monolite’. Chissà, magari in una delle prossime rubriche, vi spiegherò cos’è e insegnerò anche a voi a guardare oltre. Comunque, tornando a noi, nel contesto delle prime tribù primitive, chi era – nel gruppo – che poteva concedersi il lusso dell’ozio, della libertà e del piacevole esercizio dello spirito? Qui, vorrei che notaste un aspetto molto critico, soprattutto oggi che ci troviamo nell’epoca dell’IA e di un fenomeno che si è già presentato altre volte nella storia umana, ma mai con l’attuale dimensione in termini di impatto globale, quale è il fenomeno dell’accentramento nelle mani di pochi del principale patrimonio dell’umanità: la memoria collettiva permanente (cliccate QUI per la mia rubrica specifica a riguardo).
Questa, nel decorso della storia umana, si è spostata gradualmente dalla dimensione puramente orale a quella scritta. Ha subito storicamente vari “attentati”, perdita accidentale o distruzione volontaria per effetto di eventi naturali drammatici o azioni umane volontarie di origine dittatoriale, che, comunque, avevano una dimensione di impatto locale relativa a una determinata regione territoriale o a uno o più paesi con regimi dittatoriali o che si trovavano in guerra.
Ma il passaggio, che è stato compiuto proprio in queste ultime decadi, ha condensato quasi tutto il sapere umano in database elettronici nelle mani di appena un pugno di ultramiliardari al mondo. Ciò significa che appena 4 o 5 cervelli Sapiens hanno in mano tutto lo scibile che è stato scoperto in milioni di anni di storia dell’umanità. E non basta!
Epifenomeno della conoscenza
Questo è stato attuato dopo trent’anni di indottrinamento dell’intera comunità umana, indotta ad affidarsi alla ricerca su Google e Wikipedia per acquisire, in modo falsamente immediato, informazioni assumendole istantaneamente come vere. Scommetto che qualcuno starà già pensando: “Sì, ma allora i database scientifici e accademici Open Access, Peer Review?“. Chi è che finanzia la ricerca, seleziona e paga ricercatori e peer?
Tornando alla mia domanda, anche nel caso delle tribù primitive, è palese che si trattasse esclusivamente di individui alfa-supremi. Nel regno animale basta solo pensare ai leoni, i cui alfa, nelle calde giornate d’estate nella savana, passano la maggior parte del giorno a poltrire, completamente liberi da ogni impegno in relazione al gruppo che provvede ai piccoli, alla caccia e a tutto il resto. E a rifletterci bene, in natura, solamente individui dotati di particolari condizioni in termini di sicurezza fisica e facile accesso alle risorse, avrebbero modo di poter strappare del tempo alla mera sopravvivenza, potendo mettere da parte necessità primarie come la propria incolumità fisica e il reperimento di cibo, riparo e così via, per dedicarsi all’introspezione o all’osservazione e allo studio di cose o fenomeni che ne avessero attirato l’attenzione e suscitato l’interesse.
Il sapere concentrato
Termini come scuola, studio, introspezione, riflessione o pensare, ragionare, che oggi, in ogni individuo suscitano idee e sensazioni di obbligo, sforzo, peso e riportano alle idee di privazione di libertà e sofferenza, originano paradossalmente, proprio dalla libertà e dal piacere di un individuo, di potersi dedicare a se stesso e a ciò che più gli interessa. Ed è proprio assoggettando un piccolo gruppo con la sola forza fisica – quindi esercitando un semplice dettato genetico – che i primi ominidi primitivi, hanno ottenuto, probabilmente senza neanche desiderarlo o esserne coscienti, il tempo, le risorse, la delega ad altri della sicurezza e incolumità fisica, ossia, la libertà dalle necessità dettate dalla natura per la mera sopravvivenza.
E’ in questo esatto momento che nasce l’epifenomeno rappresentato dal termine scuola.
Significanza del termine “scuola”
E’ il primo momento nella storia umana, in cui un organismo biologico complesso, ha modo di rivolgere e usare la sua attenzione e la sua capacità computazionale, non più solamente verso ciò che è vitale, urgente, e costituisce un obbligo a breve termine corredato da pene per il mancato successo, come: fame, sete, sottomissione, asservimento, paura, sofferenza, dolore e addirittura morte. Inoltre, è la prima volta che un individuo può rivolgere lo sguardo e l’attenzione, con sufficiente sicurezza e serenità d’animo, a ciò che più lo incuriosisce e lo stimola dell’ambiente che lo circonda, di se stesso, del gruppo di cui fa parte, avendo il tempo e il modo, per coglierne aspetti che prima, l’urgenza delle continue necessità naturali, gli impedivano di poter notare.
Avendo il tempo e il modo, di poter osservare, analizzare, sperimentare, ottimizzare… non solamente artefatti, strumenti, armi, ma soprattutto strategie, tecniche, idee e comportamenti sociali del gruppo. La scuola è anche l’origine dell’ingegneria sociale. Se per caso avevate già qualche dubbio sull’IA, oppure si è già intromessa nel vostro contesto professionale declassando il vostro lavoro, e magari, le mie osservazioni di cui sopra vi hanno messo in allarme, non preoccupatevi perché il futuro globale è già stato scritto tanto tempo fa!
Una globalizzazione annunciata
Ricordate qualche decade orsono quando in TV, su giornali e riviste, nel web, ovunque, introdussero il termine ‘globalizzazione’? Venduto come se significasse che sarebbe giunta l’epoca in cui tutti gli esseri umani, indipendentemente da formazione, classe sociale, patrimonio e quant’altro, avrebbero potuto finalmente scegliere a piacere quale attività indipendente svolgere nella vita e avrebbero potuto vendere il loro prodotto-servizio in tutto il mondo semplicemente aprendo il loro sito web, il quale, avrebbe lavorato per loro lasciandogli tanto tempo libero?
Beh, quell’epoca è arrivata e quel futuro è già qui! Tutto intorno a noi, come diceva qualcuno. Se avete capito come stanno le cose nella dimensione dell’Homo Urbano, che è la nostra, state pure sereni. Dormite tranquilli, perché a scuola, voi, non dovete andarci!
Se siete curiosi di leggere le precedenti rubriche di “Tra Le Righe”, potete recuperarle cliccando -> QUI <-
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