Ogni anno, in prossimità del 25 aprile, Anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo, nel nostro Paese si rinnova il rituale delle celebrazioni per la Liberazione. Discorsi, post sui social e dichiarazioni pubbliche costruiscono altrettante “narrazioni” che contribuiscono a definire il significato di quella ricorrenza, o almeno questo è quello che credono di fare. In realtà per onorare la Liberazione, e comprenderla e sviscerarne il significato, basterebbe studiarla.
La storia è sempre storia contemporanea – Benedetto Croce
Questa frase sottolinea che ogni interpretazione del passato è influenzata dagli interessi e dalle necessità del presente. Croce criticava così implicitamente gli italiani per la loro incapacità o riluttanza a percepire in modo critico il passato storico, preferendo adattarlo continuamente al presente immediato.
Gli eventi legati alla Festa del 25 aprile, così come le celebrazioni, vengono svuotati dalle retoriche dei vari politici di turno: dovendo parlare ad un elettorato composto perlopiù da astorici (per semplicità sposiamo la tesi di Croce), limitano le loro riflessioni a delle affermazioni riciclate dell’anno precedente, in gran parte frutto di posizioni ideologiche suggerite dal partito di riferimento.
Quali sono le logiche che si celano dietro queste “etichette”? Indubbiamente sono moltissime, con un semplice strumento della Semiotica – la scienza che studia i processi di significazione -, tuttavia, possiamo abbozzare una primissima riduzione di complessità e individuare quattro possibili angoli di un ipotetico “quadrato”. Le diverse freccie indicano altrettante relazioni, ma rimandiamo a una trattazione specifica sul funzionamento del quadrato semiotico.
Il Quadrato Semiotico della Liberazione

Come indicato nella figura, il Quadrato Semiotico applicato alle narrazioni relative alla Liberazione è uno strumento che permette di identificare quattro “posizioni” fondamentali.
Nello specifico abbiamo:
- Fascista: chi interpreta la ricorrenza guardando al fascismo come identità o eredità storica;
- Antifascista: chi riafferma la Liberazione come sconfitta definitiva del fascismo;
- Non-Fascista: chi si pone in modo neutro rispetto all’eredità fascista, senza rivendicarla né condannarla apertamente;
- Non-Antifascista: chi evita di richiamare esplicitamente l’antifascismo pur celebrando il 25 Aprile.
La negazione dei primi due poli (“Non-Fascista” e “Non-Antifascista”) non è un semplice “né… né…”, ma rappresenta posizioni ideologiche distinte, che sfuggono alla polarità classica fascismo/antifascismo .
Mappare i leader politici, un giochino che aiuta a mettere ordine
Abbiamo analizzato otto principali esponenti politici italiani, prendendo spunto dai loro interventi fra il 2023 e il 2025. Ecco alcuni esempi:
Quadrante | Leader e data | Estratti significativi |
---|---|---|
Fascista | Roberto Fiore (FN), 26 feb 2025 | «Il 25 Aprile è divenuto l’odio di Stato contro l’identità fascista» |
Antifascista | Elly Schlein (PD), 15 apr 2023 | «Non permetteremo a nessuno di riscrivere la storia antifascista di questo Paese» |
Non-Fascista | Giorgia Meloni (FdI), 25 apr 2024 | «La fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia» |
Non-Antifascista | Matteo Salvini (Lega), 25 apr 2024 | «Ho sempre onorato il 25 Aprile senza sbandierarlo né politicizzarlo» |
Dove ci porta il Quadrato Semiotico del 25 aprile?
Il Quadrato Semiotico della Liberazione permette di andare oltre l’apparenza retorica delle celebrazioni del 25 aprile. Per tracciare il profilo ideologico di chi parla a nome dell’Italia, basta tenere a mente il Quadrato Semiotico e riconoscere l’angolo più rappresentativo.
Una comprensione critica del discorso politico, specialmente quando si tratta di memorie storiche così delicate come quelle legate alla Liberazione, ci permette di andare oltre la superficie, o come direbbe l’analista geopolitico Dario Fabbri, ci permette di “andare sotto la pelle” (N.D.R espressione derivata dal titolo suo libro Sotto la pelle del mondo, Feltrinelli 2024), per comprendere la funzionalità di certe “posizioni” ideologiche.
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