Negli ultimi giorni c’è stata un’accelerazione sul caso Garlasco, tra ambiguità e pesanti indiscrezioni, che puntano i riflettori ancora una volta sull’indagato Andrea Sempio, a causa di recenti e gravi dichiarazioni da parte del suo legale, l’avvocato Lovati, che riguardano principalmente potenziali atti di corruzione riferiti all’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e in parte anche all’ex comandante dei Ris di Parma, generale Garofano, consulente di Sempio, che in questi giorni ha deciso di rinunciare all’incarico.
Le verità invisibili del caso Garlasco?
Un giallo che ancora una volta si pone al centro dell’attenzione mediatica, suscitando la sensazione di conoscere solo la “punta di un iceberg”, poiché quasi ogni giorno apprendiamo dai media e dai programmi televisivi nuove notizie e testimonianze che lasciano intravedere il possibile coinvolgimento di figure di potere della procura di Pavia dell’epoca, e quindi di un sistema corrotto.
Uno dei fatti più gravi e singolari sono state le dichiarazioni dell’avvocato di Sempio, Lovati, il quale, durante un’intervista concessa a Fabrizio Corona, bevendo qualche bicchiere di troppo, si è lasciato andare a dichiarazioni pesanti sull’ex procuratore Venditti, che attualmente, indagato, si sta difendendo dall’accusa di corruzione, dopo aver archiviato nel 2017, in tempi brevissimi, l’indagine su Sempio, ricevendo circa 40.000 euro dalla famiglia Sempio.
Risulta infatti da intercettazioni che i Sempio avessero ricevuto in prestito una parte del denaro da un loro parente, per poi consegnarlo, pare, al signor Venditti, che si sta difendendo tramite il suo legale.
In sintesi, l’avvocato Lovati, pur continuando a confermare l’innocenza di Sempio, aggiunge che l’avvocato Giarda, ai tempi difensore di Alberto Stasi, avrebbe prelevato clandestinamente il DNA di Sempio.
Ognuno racconta la propria versione: i fatti dove sono?
Insomma, sembra che ognuno dei protagonisti di questa drammatica vicenda racconti una versione diversa dell’accaduto, al punto da mettere in dubbio qualsiasi ipotesi o scenario. La sensazione è che, dal 2007 in poi, si sia verificata una costante spirale di corruzione e depistaggi, per nascondere il movente e i veri responsabili del delitto di Chiara. Dovremo quindi attendere la conclusione delle indagini.
L’avvocato Lovati rischia purtroppo, dopo le sue dichiarazioni diffuse sul profilo Instagram di Fabrizio Corona, di essere espulso dall’Ordine degli Avvocati e di dover rinunciare quindi al mandato conferitogli da Sempio.
Molti quesiti ai quali rispondere
Restano ancora molti punti irrisolti: per esempio l’arma del delitto, mai ritrovata; l’impronta n. 33, che potrebbe appartenere proprio a Sempio; il DNA sotto le unghie di Chiara, che resta da chiarire se sia frutto di contaminazione o meno. E soprattutto il movente, che, considerate le modalità con cui è avvenuto l’omicidio, appare simile a un’esecuzione: l’assassino ha infierito con odio e ferocia sulla vittima, incidendole le palpebre, quasi a voler significare che aveva visto qualcosa che non doveva vedere, come se volesse “chiuderle gli occhi” per sempre dopo averla uccisa, gettandola giù per le scale che portavano al seminterrato. Forse un gesto simbolico di chi non voleva vedere ciò che aveva fatto.
Rimane infine da chiarire l’orario della morte di Chiara, che, secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, sarebbe avvenuta più tardi rispetto a quanto stabilito nella prima indagine. Se fosse così, Alberto Stasi si troverebbe a casa sua, impegnato a lavorare alla tesi di laurea, e dunque non avrebbe potuto essere a casa di Chiara per ucciderla.
Questi e altri quesiti dovranno essere chiariti da ulteriori accertamenti da parte degli inquirenti della revisione. Si prevede, infatti, la chiusura delle indagini nei primi mesi del 2026.
Come scrive Saint-Exupéry:
L’essenziale è invisibile agli occhi, non dimenticare mai il mio segreto
Frase che Sempio aveva pubblicato sul suo profilo Facebook ai tempi del delitto, un indizio che, forse, non andrebbe trascurato!
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