Dio nel creare l’uomo ha avuto un bel principio, ma voleva migliorarlo inventando il caffè — Charles Maurice de Talleyrand
Tutte le mattine milioni di persone, con gli occhi ancora semichiusi, raggiungono la cucina per la prima tazzina di espresso. Un gesto automatico, quasi fosse un rituale. Eppure, dietro a quell’azione così abitudinaria e a quella buona dose di energia che sentiamo crescere in noi ad ogni sorso, si nasconde qualcosa che forse nessuno tiene in considerazione e che, per quanto strana, pare sia straordinariamente vera. O perlomeno, questo è ciò che dice la scienza!
I recenti studi sul caffè e il suo legame con l’ormone dello stress
Stando ai più recenti studi effettuati sul caffè, infatti, sembra che tale bevanda, al di là dei valori energetici, sia in grado di innalzare perfino i livelli di cortisolo, il celebre ormone dello stress. Niente panico, questo non significa che saremo costretti a rinunciare alla nostra tazzina mattutina, ma è pur sempre un bene cercare di fare chiarezza su quello che risulterebbe, a tutti gli effetti, un piccolo cortocircuito tra biologia e abitudine.
Il cortisolo, si sa, è l’orologio interno dell’energia: al mattino è già alto per farci svegliare e renderci vigili. Pertanto, aggiungere caffeina in quel momento è come dare gas a un motore già acceso. Diverse ricerche portate avanti da svariati scienziati, a partire dal classico del 2005 pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism fino ad arrivare alle analisi del 2024, mostrano come la caffeina stimoli ulteriormente la secrezione di cortisolo e dell’ACTH, l’ormone che lo regola. Naturalmente, però, gli effetti non sono uguali per tutti.
Chi beve caffè regolarmente sviluppa una sorta di “tolleranza ormonale”: il picco di cortisolo si attenua e, di conseguenza, il corpo impara a gestirlo meglio. Nei consumatori occasionali, invece, il cortisolo può salire anche del 30–50% rispetto ai livelli basali, un aumento temporaneo ma percepibile, soprattutto se il caffè è preso a digiuno. Ma perché accade questo? Ebbene, perché a stomaco vuoto il corpo reagisce più rapidamente agli stimoli: la caffeina entra in circolo più in fretta e l’effetto è amplificato!
Alcuni ricercatori hanno notato che, in queste condizioni, il caffè può accentuare ansia, tachicardia o acidità gastrica. Dunque, che cosa fare? Rinunciare a consumarlo? Tutto il contrario! Difatti, secondo il parere degli esperti, nei casi in cui si potrebbero verificare i sintomi sopra elencati è buona norma attendere un’oretta dopo il risveglio prima di bere il caffo o, in alternativa, di farlo soltanto dopo un piccolo pasto. Così facendo si riduce il picco ormonale e si conserva l’effetto positivo sulla concentrazione.
L’aumento di cortisolo è dannoso?
Contrariamente a quanto siamo abituati a leggere nei titoli allarmistici in cui, spesso e volentieri, ci imbattiamo online, un aumento momentaneo di cortisolo non è di per sé dannoso. È parte del normale equilibrio dell’organismo e può addirittura migliorare la prontezza mentale e la performance fisica. Il problema, tuttavia, nasce quando il cortisolo resta cronicamente alto, il che può verificarsi in situazioni di stress continuo, mancanza di sonno o eccesso di caffeina e non certo per una tazzina al mattino!
Insomma, il caffè non è un nemico. È un amplificatore: potenzia ciò che già c’è. Se siamo stressati, può spingerci un po’ oltre. Se sei riposati e sereni, ci rende più lucidi. Chiaramente, al pari di qualsiasi altra attitudine, la moderazione e il tempismo sono principi fondamentali da dover osservare sempre. Ma chissà, forse Talleyrand aveva ragione: il caffè è il tocco di genio dell’evoluzione. Basta solo ricordare che, come tutte le buone invenzioni, funziona meglio se usata con giudizio, e perché no, magari a stomaco pieno!
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