Anna Mazzamauro, dal teatro con amore: “Brava, bravissima…anche meno!”

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Anna Mazzamauro
Credit: Fabrizio Vinti

Anna Mazzamauro è senza ombra di dubbio una donna che non ha bisogno di troppe presentazioni. Che si parli di cinema, televisione o teatro, in qualunque occasione ha dimostrato, indomita e fiera, di possedere una versatilità e una capacità di reinvenzione che pochi possono vantare. Il suo lungo percorso artistico, infatti, è stato ed è tutt’ora testimone di uno squisito equilibrio tra leggerezza e profondità d’animo, ironia e autoironia, che la rende una figura in grado di raccontare storie di vita con una sensibilità rara.

Sul palcoscenico teatrale tra attore e pubblico si crea una corrispondenza di vita. Alla base di tutto ci sono le emozioni. Senza emozione il teatro non ha senso – Anna Mazzamauro

La capacità di combinare momenti di apparente superficialità e riflessioni è perfettamente visibile nella sua arte, che si fa strada attraverso la comicità per arrivare ad affrontare questioni ben più serie con un linguaggio che parla tanto al cuore quanto alla mente. Ne è un esempio, al pari di moltissimi altri, il suo più recente spettacolo Annarcord, un monologo che non è soltanto un omaggio al suo percorso professionale e di vita, ma un’espediente che offre al pubblico la possibilità di confrontarsi con temi universali, da un punto di vista socio-culturale e attuale, presentati con quel suo stile personale e coinvolgente che non smette mai di affascinare.

Per questo, e per tanti altri motivi s’intende, abbiamo deciso di raggiungerla e di intervistarla per voi. Buona lettura!

Anna Mazzamauro – L’intervista

Dunque, benvenuta tra le pagine de LOpinione.com gentilissima signora Anna Maria Mazzamauro…

Via “signora”, sono l’icona dell’eterna “signorina”, e via Anna Maria! Ho vagato a lungo rifiutando questo nome, ma siccome non possedevo ancora la parola di attrice, nessuno mi ha ascoltato. Già dalle elementari, distraendomi dalle lezioni, facevo le prove del mio nuovo nome da attrice: intanto, primo in locandina, e poi dal suono importante: Anna Mauro? No, troppo banale. Maria Mazza? Peggio, pareva ‘a figlia ‘e Rosa Pezza. E così continuai a cercarlo, preferibilmente a scuola, di spalle alle altre allieve, sotto la finestra dove le amorevoli monachelle mi avevano relegata.

Ma che diavolo avevi già combinato nell’età dell’innocenza?

Il sacrilegio di aver detto alle compagne che avrei fatto l’attrice, tant’è che le mamme delle “signorine per bene”, scandalizzate, sono andate dalla monaca preside a lamentarsi poiché, secondo loro, la mia presenza avrebbe contaminato la virtù e il futuro delle loro figliole. Perciò, dalla finestra, guardavo il cielo con le sue nuvolette, senza sapere che proprio una di quelle nuvolette mi avrebbe regalato il futuro. E finalmente, durante una lezione di filosofia, ho disegnato la giusta locandina: ANNA MAZZAMAURO a lettere cubitali, primo di tutti, e prima ancora del manifesto, direttamente sul muro. E quando la monaca filosofa ha osato interrompere i miei sogni, le ho tirato addosso il libro di ‘La Manna’. Due giorni di sospensione: ho perso due giorni di scuola, ma ho guadagnato nome e posizione.

Ma Anna Maria è pure un bel nome!

Sì, ma è un nome che richiama la dolcezza, sentimento che non appartiene alla mia natura; forse già presagivo che in teatro, nei rapporti tra teatranti, non ci può essere dolcezza ma solo antagonismo e, a volte, persino violenti strattonamenti.

Eppure, in quei lavori in cui ho avuto il piacere di dirigerti, io ti ho vista anche essere dolce e generosa di consigli nei rapporti con gli altri attori…

Mi sarò distratta.

Credit: web

Così impietosa e determinata – a parole – e poi ti ho scoperto ansiosa e tremante come una bambina indifesa, prima di entrare in scena. Non è vero?

Perché prima di entrare, tremando insieme alle quinte, non so se sarò capace di dominare e travolgere il pubblico. Perché io voglio essere la più grande, la più brava, la più applaudita, fregandomene che non possa aggiungere la più bella.

Ma tu sei bella, di una bellezza particolare, e poi, soprattutto, sei bella dentro.

Quando mi dicono che sono bella dentro, dico: “Forse è vero, ma sapeste quanto è faticoso restare sempre con la bocca aperta per far vedere quanto sono bella dentro”.

Sei stata molto amata?

Fin troppo. Che noia!

Il primo amore? Quello che non si scorda mai?

Era balbuziente, prima di riuscire a dirmi “Ti amo” ci ha messo un sacco di tempo e io ero già altrove.

Ti sei innamorata, però. Anzi, ti sei addirittura sposata…

Sposata? Ah, sì, forse. L’unica certezza è una figlia meravigliosa.

E molto bella…

Nonostante la madre.

Ma io ti considero bella, di una bellezza diversa, originale.

Conosco un bravo oculista che ti raddrizza la vista. Io sono atipica, con l’alpha privativa che mi ha privato di tutto.

Non certo della tua bravura!

Sì, sono brava, bravissima… anche meno.

“Anche meno”? Un rigurgito di umiltà?

Mai! Solo autoironica e autrice del mio nuovo spettacolo che si intitola appunto così. E chi meglio di te conosce questo titolo visto che avrai “l’onore” di farmi la regia?

“Onoratissimo” della tua stima. Per questo mi riconfermi, vero?

No, perché mi dai sempre ragione.

Ecco, è uscita la Mazzamauro!

Vuoi che entri Anna Maria?

No, grazie, la dolcezza mi è noiosa, preferisco la Mazzamauro, quella che incanta il pubblico…

Ah, il pubblico!! La mia grazia, il mio cielo, il mio mare dove mi affogo e mi asciugo.

Il pubblico teatrale, s’intende, perché quello cinematografico pare che tu lo abbia lusingato e poi trascurato. Non trovi?

No, è il cinema che ha trascurato me, forse perché ha capito che io non lo so fare.

Credit: web

Non lo sai fare? E il successo della Signorina Silvani?

Il suo successo, non il mio. E poi la Silvani non è cinema, è una maschera teatrale, una pazza che è uscita dallo schermo e che se ne va ancora per i fatti suoi, ultimamente imbrigliata addirittura in una statuetta da presepe. Recitare con Paolo Villaggio non era cinema ma fare teatro, e l’intelligenza di Salce – anch’egli teatrante di lusso – ci permetteva di recitare come due attori della Commedia dell’Arte, in piena libertà, fidandosi del nostro istinto. Su altri set ho trovato solo la frustrazione: frasi ed emozioni scoordinate, decise non dalla trama ma dal piano di lavorazione, dalle location. Si gira prima il dopo e dopo il prima, groviglio che il montaggio poi compone ma che scompone l’artista. E io sono un’artista composta. L’unica cosa che mi scompone è il terrore della morte: io non ho paura della morte, ho paura del morire.

Ma tu sei immortale!

Magari, così non proverei quel terrore, non della morte, ma di quell’attimo dove capirò che non potrò più recitare, a meno che, siccome ho deciso di farmi cremare, quando le fiamme cominceranno ad avvolgermi, mi esibirò nel monologo finale di “Giovanna d’Arco”, finché un cavallo bianco di luna mi porterà nel nulla infinito. Ti è piaciuta quest’ultima frase? Mi è venuta così, di getto.

Felicemente gettata.

La metterò a copione nel mio prossimo spettacolo dove io, ANNA MAZZAMAURO, sarò “BRAVA, BRAVISSIMA… ANCHE MENO”.

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Attore e regista teatrale italiano, Livio Galassi è noto per la sua lunga carriera nel mondo dello spettacolo. Inizia a lavorare in teatro fin dagli anni '60, divenendo un punto di riferimento per il panorama drammaturgico nostrano. Collabora con importanti registi e attori, recitando in numerose produzioni sia classiche che contemporanee, da Shakespeare a Pirandello. In qualità di regista, porta in scena opere significative e riceve apprezzamenti per il suo stile diretto e appassionato. Esplora temi di forte impatto emotivo, mantenendo sempre un legame profondo con le radici culturali italiane. Il suo contributo al panorama teatrale italiano rimane significativo, rappresentando una figura di spicco nell'arte drammatica del Paese.

2 Comments

  1. Livio Galassi dovrebbe essere patrimonio dell’ Umanità, una carriera dipinta con grazia ed umiltà, con coraggio e maestria.

    Imparare da Lui l’ Arte della regia dovrebbe essere obbligatorio per ogni aspirante attore/regista.

    di Anna Mazzamauro va apprezzata non solo la bravura ma soprattutto la determinazione con la quale la ricerca.

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