Conosciuta al pubblico dei lettori per i suoi romanzi incentrati sulla vita dell’alta società nel Regno Unito e in Francia, nonché per le biografie sui personaggi illustri del XX secolo, Nancy Mitford (Londra, 28 novembre 1904 – Versailles, 30 giugno 1973) è stata una tra le scrittrici più rilevanti del secolo scorso. All’interno delle sue opere, tra le altre cose, sono molti i riferimenti e le riflessioni sulla quotidianità e sulle imprese dell’aristocrazia e della nobiltà, incluse alcune considerazioni circa l’esistenza stessa di suddette classi sociali. A tal proposito, in una delle sue più brillanti elucubrazioni, forse intenta a delineare quello che sarebbe stato il destino degli aristocratici in alcuni Paesi dell’età moderna, ha affermato:
“L’aristocrazia in una Repubblica è come un pollo a cui è stata tagliata la testa: può correre intorno in modo vivace, ma in realtà è morto.”
E in effetti, oggigiorno sono tante le Nazioni in cui gli alti ceti di un tempo non hanno più alcuna influenza e rimangono relegati ai margini della vita sociale. Tuttavia, altrettanti sono gli Stati dove, seppur priva di effettivi poteri, l’aristocrazia recita ancora una parte fondamentale in molti aspetti della vita contemporanea, dalla cultura all’economia, passando per la politica e le questioni sociali.
L’aristocrazia svolge davvero un ruolo che può essere ancora definito “significativo”?
L’aristocrazia, con le sue origini radicate nella Storia dei secoli, viene spesso e volentieri vista come un mero retaggio del passato, il simbolo di un assetto sociale ormai superato dalle dinamiche della modernità ed effettivamente scevro da alcun tipo di valore. Ciò nonostante, a differenza di quello che può essere il pensiero comune, sono svariati gli indizi che suggeriscono quanto, in realtà, l’alta società abbia ancora un peso notevole sulle questioni della contemporaneità.

Uno degli aspetti più visibili, ad esempio, ci viene fornito dal ruolo svolto dalle famiglie nobili nella preservazione e promozione della cultura. Non a caso, diverse sono le casate detentrici di patrimoni immobiliari storici, collezioni d’arte, manoscritti rari e terreni che non solo contribuiscono alla conservazione della Storia e dell’arte, ma diventano anche (e soprattutto) attrazioni turistiche di grande richiamo. A ciò, inoltre, si affianca una sorta di mecenatismo, un’attività di diffusione e dalla tutela culturale dato dall’attivo coinvolgimento nel patrocinio delle arti che si concretizza nel sostegno a fondazioni e associazioni culturali da parte di membri dell’aristocrazia attraverso finanziamenti a musei, gallerie, teatri e orchestre. Inutile ribadire, dunque, quanto sia di primaria importanza la posizione da loro occupata. Ma non è tutto.
Il “peso” aristocratico tra economia e cultura
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’aristocrazia moderna risulta essere rilevante persino in ambito economico. Difatti, molti aristocratici sono perfino imprenditori di successo, gestiscono aziende agricole, vitivinicole, alberghiere e di lusso, e contribuiscono significativamente all’economia locale e nazionale. Questi settori, solitamente caratterizzati da una lunga tradizione familiare tramandata di generazione in generazione, rappresentano spesso e volentieri un connubio di tradizione e innovazione. Le loro aziende agricole e vitivinicole sono generalmente sinonimo di qualità e autenticità, attraggono turisti e clienti da tutto il mondo e promuovono prodotti locali di eccellenza. Il tutto, naturalmente, di pari passo con una maggiore consapevolezza ambientale e a una più acuta attenzione alla sostenibilità.
L’economia e la cultura, però, non sono i soli campi in cui gli aristocratici possono vantare una posizione di rilevanza di un certo livello. Sebbene l’aristocrazia non goda più del prestigio politico di un tempo, la sua influenza è ancora percepibile, e lo stesso si potrebbe dire per quel che concerne questioni sociali fortemente attuali.
Perciò, pur avendo perso gran parte del suo peso, potremmo affermare che quella aristocratica è un’attività che si potrebbe definire “significativa” persino oggi, una chiara dimostrazione del fatto che la sua capacità di adattamento e contributo al contesto attuale, benché sia innegabilmente il retaggio di un assetto sociale appartenente ad un’era lontana, è ancora piuttosto forte. E in un’epoca di grandi e repentini cambiamenti, guardare al futuro senza dimenticare quello che è stato potrebbe essere uno dei modi migliori, forse l’unico, per poter affrontare ciò che verrà.
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