Superare la povertà non è un gesto di carità. È un atto di giustizia. È la protezione di un diritto umano fondamentale, il diritto alla dignità e a una vita dignitosa – Nelson Mandela
“Abbiamo sconfitto la povertà” recitava uno slogan politico di qualche tempo fa. Ricordo che questa affermazione mi fece molto sorridere. Aver donato una somma di denaro periodica a chi ne ha bisogno è solo la punta dell’iceberg nella lotta a un fenomeno che colpisce nel mondo circa settecento milioni di persone. In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT, pubblicati nel 2025, ci sono oltre 5,7 milioni di persone in povertà assoluta, distribuite in 2,2 milioni di famiglie. È una cifra enorme.
Come dare un reale senso alla “Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria?
Quando ero più giovane, sognavo il mio futuro e, condizionata dai film di fantascienza, immaginavo auto volanti, aria pulita, persone felici. Per me il progresso era sinonimo di crescita sociale, per tutti gli individui, di ogni parte del mondo. La mia immaginazione ha dovuto scontrarsi, però, con una realtà ben diversa. Troppe persone non possono avere accesso neanche ai beni di prima necessità, come cibo, medicinali, acqua, istruzione. I grandi colossi dell’industria arricchiscono i pochi eletti che hanno possibilità di sfruttare le proprie risorse e lasciano indietro i paesi in via di sviluppo che spesso sono trattati come discariche o come produttori di mano d’opera a basso costo.
Non è solo una questione di soldi. Riguarda il benessere dell’individuo in generale. È una questione etica. In un paese ricco non dovrebbe esistere nessuna forma di povertà. Ogni individuo dovrebbe essere tutelato e avere accesso non solo ai beni di prima necessità, ma anche a risorse che gli permetterebbero di realizzare sogni e aspettative. La verità è che chi nasce povero rischia di rimanere povero per tutta la vita. Un anziano che vive della sola pensione resta solo. Un bambino che nasce in un contesto degradato, non potrà sviluppare le proprie capacità. Un ragazzo che non trova lavoro o condizioni di vita dignitose, sarà costretto a lasciare la propria terra ed emigrare in cerca di un futuro migliore per sé e la propria famiglia.
Un divario pericoloso aumentato anche dalla tecnologia
La povertà è la migliore risorsa anche per la criminalità. Laddove non c’è cultura, arte, istruzione, lavoro, prendono piede stili di vita che portano gli individui a delinquere, a percepire il crimine come unica possibilità di accedere alla ricchezza stessa. Perfino la tecnologia ha contribuito ad aumentare il divario sociale fra persone povere e ricche. Chi non può acquisire competenze digitali viene escluso da un mercato del lavoro che richiede sempre di più una formazione specifica e che evolve con una velocità poco sostenibile da chi non può possedere strumenti e conoscenze sempre più all’avanguardia.
Il 17 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale del Rifiuto della Miseria, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare l’opinione pubblica globale sulla necessità di eliminare la povertà in tutte le sue forme. Questa giornata dovrebbe rappresentare un momento di profonda riflessione, perché la povertà è un problema che riguarda la collettività. È un freno allo sviluppo. Una popolazione impoverita consuma meno, produce meno, ma non solo. Quando si è economicamente instabili studiamo meno e ci ammaliamo di più. Al contrario, investire nella crescita sociale ed economica di ogni individuo significa creare occupazione, essere più forti e produttivi.
La povertà è un rischio per la vita di chiunque
Purtroppo, in questa epoca storica anche chi non è povero in senso stretto vive comunque rischiando, con un mutuo da pagare, un contratto precario o una pensione insufficiente. Non possiamo ignorare la povertà se non vogliamo accettare una società fondata sulla disuguaglianza e l’ingiustizia sociale. Dobbiamo ridistribuire le ricchezze, dare lavoro dignitoso a tutti e salari giusti, sanità accessibile e senza costi in tutte le parti del Paese, una scuola di qualità gratuita e inclusiva anche nelle aree svantaggiate.
Dobbiamo garantire una casa dignitosa alle famiglie, politiche per l’inclusione di migranti, disoccupati, persone con disabilità. È fondamentale che diritti e uguaglianze siano garantiti a tutti i cittadini. Solo così potremo davvero dire di “aver sconfitto la povertà”.
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