/

La sconfitta del narcisista: quando la tua indifferenza diventa la sua paura più grande

2 mins read
Il narcisista teme solo una cosa: la vittima che è guarita. Scopri perché la tua indifferenza è la sua più grande sconfitta e come trasformarla in rinascita.

Un narcisista non teme il rivale più affascinante, né chi lo critica davanti a tutti. Non ha paura delle urla, delle vendette o delle accuse. Anzi, più reagisci, più gli dimostri di essere ancora nel suo gioco. C’è solo una cosa che scatena in lui un panico viscerale: la persona che non reagisce più. Chi non cade più nei tranelli, non cerca più conferme, non ha più bisogno del suo sguardo. È la vittima guarita, che ha compiuto il gesto di “tradimento” massimo: mostrargli indifferenza.

La forza dell’indifferenza

L’indifferenza non è freddezza, è guarigione. È il muro contro cui si infrangono le sue provocazioni, il silenzio che annulla i suoi giochi di potere, la libertà che spezza il suo controllo. Quando non ti aggancia più con sensi di colpa o manipolazioni, lui stesso sceglie di sparire. Non perché ha vinto, ma perché ha perso: restare significherebbe ammettere il fallimento del suo copione.

Il punto non è “essere contente che se ne sia andato” o sentirsi orgogliose come se fosse una vittoria personale. La vera gioia sta altrove: nel riconoscere chi sei diventata. Sei una nemesi: rinata, più forte, consapevole e finalmente a contatto con te stessa.

Come si diventa nemesi?

Diventare la nemesi del narcisista non è un atto improvviso, è un percorso. Una donna che vuole uscire da una relazione tossica deve compiere un passaggio decisivo: smettere di guardare a lui come causa del proprio dolore e iniziare a guardare dentro di sé.

Lui non cambierà. Non cambiano i suoi schemi, non cambia la sua sete di controllo. Siamo noi a dover cambiare. Come? Con la stessa lucidità con cui ci rivolgeremmo a un medico per un dolore fisico. Se una gamba fosse ferita, faremmo riabilitazione con esercizi costanti, pur faticosi. Allo stesso modo, per una ferita dell’anima, abbiamo bisogno di uno psicologo che ci guidi in una riabilitazione mentale ed emotiva.
È un lavoro intenso: riconoscere le radici del dolore (abbandono, violenza, rifiuto…) e scioglierle passo dopo passo. Solo così si recide ciò che nutre le relazioni tossiche. E allora il terreno, finalmente libero, può accogliere rapporti sani: con noi stesse, con gli altri, con la vita.

La sconfitta del narcisista è la tua rinascita

La tua indifferenza diventa la sua più grande sconfitta. Ma soprattutto, tu non sei più la spettatrice del suo copione: sei diventata autrice della tua storia. E questa è la vera vittoria.

Leggi anche:

Parole di burro di Carmen Consoli non è una canzone d’amore: è il ritratto di un narcisista che seduce con parole inconsistenti

Il narcisista non fa domande (e non è una sciocchezza)

Quando finirà davvero la mia relazione tossica?

Qualora voleste recuperare le precedenti rubriche di “Inganni d’Amore”, potete cliccare -> QUI <-

Per rimanere aggiornato sulle ultime opinioni, seguici su: il nostro sitoInstagramFacebook e LinkedIn

Studi classici, una laurea in Lettere e Filosofia, e un tesserino dell’Ordine dei Giornalisti. Questo è il CV in estrema sintesi. Ma quello che veramente la descrive è l’amore per la musica, per i libri, il teatro e i viaggi. Ama cucinare le torte e prendersi cura delle sue piante. Odia i calcoli matematici, le percentuali e i problemi di geometria. Ama stare in mezzo alla gente ma ama ancora di più stare con se stessa. Ama la Sicilia, i suoi colori, sapori e tramonti. Ogni volta che la vita le sembra difficile, cerca di raggiungere uno scoglio, si siede e ne parla con il mare.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Previous Story

“Le stanze di Verdi”: un film di Pupi Avati alla scoperta di un lato inedito del Maestro della musica

Next Story

L’intelletto è il senso della ragione: genesi e distorsione della significanza

Latest from Blog