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Loretta Di Pisa si racconta: l’amore per le figure dal passato difficile tra creatività ed emozione

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Loretta Di Pisa

Benvenuti ad un nuovo appuntamento di “Senti Chi Parla”, la rubrica che vi fa scoprire il mondo meraviglioso e un po’ magico del doppiaggio italiano! Oggi abbiamo con noi un’ospite davvero speciale, una voce che sicuramente avete già sentito mille volte senza neanche accorgervene: in tv, nei cartoni, nei videogiochi. Se avete seguito “Victorious“, avete già incontrato Trina Vega, la sorella di Tori: la sua voce italiana è proprio di Loretta. Nell’animazione, invece, ha prestato la sua voce a personaggi amati come Raven Queen di “Ever After High” e Zoey nella saga di “Pokémon Diamante e Perla“. E se siete appassionati di videogiochi, impossibile non riconoscere Elena Fisher, l’inseparabile compagna di Nathan Drake in “Uncharted“.

La voce è la casa dell’anima — Hildegard von Bingen

Ebbene, dietro a tutte queste voci c’è una professionista che ha saputo adattarsi, cambiare registro e regalare personalità ad ogni personaggio. Una carriera lunga, variegata e piena di sorprese, costruita con passione, dedizione e talento. Signore e signori, preparatevi a conoscere Loretta Di Pisa, doppiatrice con oltre vent’anni di esperienza in sala e tante storie da raccontare. Buona lettura!

Credit: foto per gentile concessione di Loretta Di Pisa

Loretta Di Pisa – L’intervista x “Senti Chi Parla”

Ciao Loretta, benvenuta nello spazio di “Senti Chi Parla”. È un piacere fare quattro chiacchiere con te.

Grazie a te, Omar, per avermi invitata.

Come ti sei avvicinata al mondo del doppiaggio?

Il mio percorso nel doppiaggio è iniziato relativamente tardi. Fin da ragazzina volevo fare l’attrice: sono sempre stata una cinefila grazie a mia madre che mi ha trasmesso la passione per il cinema e per le voci. Lei conosceva tutti gli attori e i doppiatori e li nominava appena li riconosceva. A 16 anni ho cominciato a studiare recitazione al CTA. La passione per il doppiaggio c’era già, ma la mia “erre arrotata” non mi aiutava. Dopo anni di teatro, provini, cortometraggi e piccole esperienze, ho deciso di buttarmi: ho seguito un corso professionale di doppiaggio e ho lavorato con costanza per correggere quel difetto di pronuncia. Se avessi saputo che bastava un anno di esercizi quotidiani, avrei iniziato molto prima.

Ho passato un anno ad assistere, studiare ogni giorno, e poi sono arrivati i primi turni. Da allora — più di vent’anni — il doppiaggio è diventato il mio lavoro, la mia passione e il modo per far parte di quel mondo che ho amato fin da bambina.

La tua carriera artistica è iniziata a Milano. Qual è stato il motivo che ti ha spinta a trasferirti a Roma?

Ci ho messo un po’ a decidere: avrei voluto farlo prima, ma sono lenta nelle scelte. Quando però decido, lo faccio con determinazione. Roma è la città del cinema e del doppiaggio: se vuoi fare questo mestiere sul serio, qui le opportunità sono maggiori. A Milano si lavora e si cresce, ma spesso i ruoli sono più limitati. Con una voce leggera come la mia, lì mi affidavano spesso personaggi da ragazzina. A Roma ho potuto sperimentare ruoli più maturi, personaggi con carattere forte, esplorare registri diversi. Certo, anche qui ci sono cliché e logiche di mercato, ma Roma — e l’Italia in generale — resta un’eccellenza nel doppiaggio.

C’è un personaggio che hai doppiato così tante volte da arrivare a pensare quasi come lei?

No, non succede davvero. Quando sono al leggio mi immergo totalmente, ma appena esco torno immediatamente me stessa: altrimenti si perde il confine tra lavoro e vita. Meglio staccare, altrimenti rischi di impazzire!

Se ti vedessi come attrice in un film, ma senza usare la tua voce, chi sceglieresti per doppiarti? E perché?

Probabilmente Stella Musy: è una mia amica, ma soprattutto penso che la sua voce si incollerebbe bene al mio volto. Mi piacerebbe anche Ilaria Latini. E poi ci sono tante altre colleghe che stimo moltissimo e che mi piacerebbe ascoltare mentre recitano per me: Iolanda Granato, Francesca ManiconeBenedetta Degli Innocenti (cliccate QUI per recuperare la nostra intervista alla doppiatrice). Tutte voci che hanno personalità, musicalità e sensibilità, e che ammiro davvero. È difficile scegliere, perché ci sono così tante colleghe talentuose che sarebbe un elenco praticamente infinito!

Credit: foto per gentile concessione di Loretta Di Pisa

Se non avessi fatto la doppiatrice, in cosa ti saresti specializzata?

Oltre a insistere come attrice, credo che mi sarei dedicata all’interior design, all’arredamento e al restyling delle case. È un settore creativo che mi affascina e per cui molti mi dicono che ho talento.

Quali personaggi preferisci doppiare? E in che cosa ti rispecchiano?

Amo le figure controverse, quelle che nascondono un passato difficile. Personaggi “cattivi” ma con motivazioni profonde. Allo stesso tempo adoro le matte vere, le imprevedibili: con loro puoi davvero sbizzarrirti.

Ti è mai capitato di doppiare una scena così intensa da far piangere davvero?

Sì — spesso scene che trattano lutti o perdite familiari. Quando quel dolore lo hai vissuto in prima persona, la voce non può mentire. Le lacrime escono davvero.

Domanda scomoda: hai qualche sassolino nelle scarpe che vorresti toglierti?

Qualche sassolino c’è, ma se li tolgo tutti… faccio un giardino zen! Scherzi a parte, il settore è come un piccolo paese: ci sono professionisti bravissimi che lavorano poco. Il doppiaggio è cambiato: tempi stretti, poca cura, molta improvvisazione, le voci scelte sempre le stesse. Un tempo c’era più varietà e personalità. Oggi si rischia di far sembrare che un’IA non sarebbe molto distante. Ma noi siamo creatività, sensibilità ed emozione. Per fortuna ci sono ancora direttori che lottano per mantenere alto il livello.

C’è qualcosa che senti di non aver ottenuto in questo lavoro e che vorresti fare?

Beh, sicuramente! Ho sempre una gran voglia di imparare, anche se non sono più una ventenne. Vorrei avere l’opportunità di tirare fuori davvero tutto il mio potenziale, perché sento che c’è ancora tanto che aspetta di emergere. Un mio sogno, ad esempio, è doppiare un film Disney e avere l’occasione di cantare. Mi piacerebbe anche lavorare di più al cinema o in serie magari più popolari, perché spesso questo cambia il modo in cui vieni considerata. In questo mestiere ci vuole talento, ma anche molta fortuna: è importante sapersi muovere e sapersi vendere.

Mi è capitato di lavorare a tanti bei progetti, ma raramente erano lavori popolari; spesso si trattava di prodotti o serie di nicchia, anche se molto belli e ben recitati. Quando invece capita di partecipare a una serie popolare o al film dell’anno, spesso diventa un trampolino di lancio: ti permette di lavorare di più e, di conseguenza, di crescere e migliorare ancora.

E nella vita privata, chi è davvero Loretta?

Sono una donna che conserva un po’ di bambina dentro, ma anche molto determinata. Vivo spesso nel mio mondo, ma con i piedi ben piantati a terra. Cerco verità, bellezza e magia in ogni cosa: lavoro, relazioni, quotidiano. Detesto l’ipocrisia, amo la sincerità. Sono pigra e un po’ “di comodo”, ma quando voglio qualcosa ci metto tutta me stessa. Mi considero genuina, forse troppo per questo ambiente, ma amo l’arte in tutte le sue forme e la mia missione è coltivare bellezza e regalarne un po’ agli altri.

Insomma, anche oggi “Senti Chi Parla” ci ha regalato un viaggio nel cuore del doppiaggio italiano. Grazie a Loretta per aver condiviso con noi la sua esperienza e la sua passione: un’altra voce che rende speciale il nostro cinema, le nostre serie e i nostri videogiochi. Alla prossima puntata, con un nuovo ospite e nuove storie da raccontare!!!

Qualora voleste recuperare le precedenti rubriche di “Senti Chi Parla”, potete cliccare -> QUI <-

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Classe 1984, passione e dedizione, Omar Vitelli è un doppiatore italiano. Dal grande schermo alla televisione, passando per i videogiochi e le serie animate, la sua voce accompagna da tempo numerose generazioni e continua ad appassionare migliaia di telespettatori. Attivo sia a Roma che a Milano, ha vinto il Premio "Voce dell'anno emergente - Cartoni e radio al Gran Galà del Doppiaggio" al Romics nel 2003.

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