Nuovo anno scolastico: “Che la scuola sia un seme di pace nel giardino del mondo”!

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Nuovo anno scolastico

Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte e, da docente quale sono, non posso che augurarmi il meglio, per me stesso e per i ragazzi con cui andrò a lavorare, in vista di questo nuovo percorso. L’apertura delle porte ai nuovi studenti e a quelli che già conosciamo da un po’, si sa, coincide sempre con una dovuta prolusione del Dirigente, che esorta tutto il corpo docenti alla cooperazione attraverso le iniziative che propone la scuola.

In questi ultimi due anni, considerando che il mondo versa in una situazione di guerra mondiale frammentata (cliccate QUI per recuperare la nostra riflessione a riguardo), è doveroso porgere lo sguardo a quelle priorità che devono anteporsi alle discipline didattiche, non perché queste vengano spodestate dal loro ruolo principale e di certo non perché non siano informative e performative. Tuttavia, oggi più di ieri, è quanto mai necessario ed imperativo educare alla pace. E quale modo migliore di farlo se non attraverso quello di cominciare proprio dalle microsocietà che formano gli uomini e le donne del domani?

Tutti siamo chiamati a rispondere alle istanze che la vita pone come imperativi categorici quale risposta pratica ai prolegomeni di natura etica e sociologica.

La lettera della Dirigente Scolastica di San Giuseppe Vesuviano alla vigilia del nuovo anno scolastico

La Dirigente del Primo Circolo Didattico di San Giuseppe Vesuviano (NA), ad esempio, ha accolto i docenti con un discorso in cui la Pace è il fondamentale principio della vita e della vita nella scuola. La sua lettera è rivolta a chi detiene la facoltà di impartire le nozioni del sapere ai discenti, perché sicuramente la pace si semina non soltanto ideologicamente ma anche (e soprattutto) praticamente. A tal proposito, mi viene in mente il testo di una canzone che amo spesso canticchiare:

PACE A TE, FRATELLO MIO
Pace a te fratello mio,
pace a te sorella mia,
pace a tutti gli uomini di buona volontà.
Pace nella scuola e nella fabbrica, nella politica e nello sport.
Pace in famiglia, pace in automobile, pace nella Chiesa.

Ovunque dovrebbe esserci pace, in ogni ambito, specialmente tra coloro che, in preda alle frustrazioni personali, proiettano i propri dissidi nel luogo del lavoro. Ogni mattina, difatti, gli insegnanti, prima di entrare a scuola, dovrebbero recitare a sé stessi una frase interrogativa che deve trasmutarsi in affermazione: “Cosa riuscirò a fare oggi per seminare pace ed essere d’esempio agli allievi?

Dovremmo pensare a chi ha perso tutto e ancora spera (e non bisogna andare sempre lontano con la mente!). Farsi Pace per la Pace è il comandamento praticabile con coloro che sono al nostro fianco. L’umanità ha bisogno di spogliarsi delle zone comfort e scendere per le strade della vita. Se il sogno è immaginazione e immaginare significa trasformare, allora possiamo farcela.

Di seguito il discorso della Fornaro:

“‘Pace che dà Vita, Cura che trasforma’

Care bambine, cari bambini, gentili famiglie, docenti e personale scolastico, l’inizio di un nuovo anno scolastico è sempre un momento di attesa e di possibilità. Una soglia che attraversiamo insieme, portando con noi speranze, domande, energie, ma anche un mondo complesso che ci interpella profondamente. In questo tempo storico, più che mai, non possiamo chiudere gli occhi su ciò che accade oltre le mura della scuola.

Il nostro pensiero va ai bambini di Gaza. Oltre 20.000 vite spezzate. Sogni e speranze cancellate. Un’intera generazione svanita sotto gli occhi del mondo, che troppo spesso resta in silenzio. Tutto ciò si potrebbe rappresentare con una linea lunga più di 5 chilometri, distesa su una spiaggia. Una linea fatta di corpi. Piccoli, fragili, invisibili. Persi nel silenzio. Guardati in diretta, mentre se ne andavano.

Cosa può fare la scuola?

E noi, spettatori. Per quanto moderni, connessi, tecnologici ci crediamo, viviamo in un mondo in cui tutto questo è ancora possibile. Accettabile. Inosservato. E allora ci chiediamo: cosa può fare la scuola? Può educare alla consapevolezza. Può insegnare la Pace, quella vera: non solo assenza di guerra, ma presenza attiva di Cura, Solidarietà, Giustizia, Ascolto. Può formare coscienze, nutrire Empatia, coltivare il coraggio di vedere e di agire. Proprio da questa consapevolezza nasce il progetto educativo che ci accompagnerà per tutto l’anno scolastico 2025-2026:

Pace che dà Vita, Cura che trasforma. Due parole-chiave, Pace e Cura, che non vogliamo lasciare nei libri o negli slogan, ma che proveremo a rendere vive, quotidiane, trasformative. Pace che dà Vita, perché ogni gesto pacifico, ogni parola gentile, ogni scelta consapevole è un seme che genera futuro. Cura che trasforma, perché prendersi Cura — delle persone, dell’ambiente, delle relazioni, delle parole — è il primo passo per cambiare il mondo, a partire da ciò che ci sta vicino.

Imperativo l’impegno di tutti

Sarà un percorso che ci vedrà coinvolti tutti: studenti, docenti, famiglie, personale scolastico. Attraverso progetti didattici, laboratori, incontri, letture, momenti di riflessione, scelte concrete. Un cammino in cui anche la Solidarietà diventerà una pratica viva, per aprirci alle necessità degli altri, per costruire una scuola capace di guardare anche oltre sé stessa. Sarà un cammino di umanità. Di responsabilità. Di speranza.

Auguro a ciascuno di voi che questo nuovo anno sia un tempo fecondo di scoperte, di relazioni autentiche, di crescita interiore. Che la nostra scuola sia, ogni giorno, un luogo di Pace vera, di Cura profonda e di Solidarietà concreta. Per noi. Per gli altri. Per chi non ha voce. Con fiducia e gratitudine, vi auguro un buon inizio.

Il Dirigente Scolastico,

Dott.ssa Maria Rosaria Fornaro“.

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Bartolomeo Di Giovanni (detto Theo) è nato a Palermo il 2 Giugno 1975, ha conseguito la laurea in filosofia presso l’università di Palermo, docente di materie umanistiche. Ha collaborato con realtà poetiche dei paesi dell’Est, e del Messico, ha in attivo diverse pubblicazioni di silloge poetiche e saggi di filosofia psicopedagogica, le opere sono state tradotte in Spagnolo, Russo, Rumeno, Arabo. Scrive per alcune riviste articoli sulla cultura letteraria antica e contemporanea, esperto e studioso di Dante Alighieri e di Ebraico biblico. Nel 2013 fonda il movimento culturale “Una piuma per Alda Merini” per la salvaguardia del patrimonio poetico della poetessa dei navigli. Collabora con Wikipoesia per la estensione della nascente Repubblica dei Poeti, di cui è console e cavaliere con distintivo dell’ Ordine di Dante Alighieri. Ha ricevuto da parte della Ordine dei poeti della Bielorussia, e di altre realtà culturali l’appellativo di “Vate”. Nel 2024 gli viene conferito il premio : Cattedra della Pace, tenutosi ad Assisi, nello stesso anno diviene vicepresidente di WikiPace.

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