Nato a Milano nel 1942, Oliviero Toscani ha studiato fotografia e grafica all’Università delle Arti di Zurigo, gettando le basi per una carriera che avrebbe sconvolto il panorama pubblicitario internazionale. La sua collaborazione con marchi come Benetton, Esprit, Chanel e Fiorucci lo ha reso celebre per campagne che non solo vendevano prodotti, ma che lanciavano soprattutto messaggi potenti. Chi può dimenticare l’immagine di una donna nera che allatta un bambino bianco? Una foto che sfidava le convenzioni razziali e promuoveva l’uguaglianza in un modo che solo Toscani sapeva fare.
E poi c’erano i tre cuori umani, etichettati “White”, “Black” e “Yellow”, a sottolineare che, sotto la pelle, siamo tutti uguali. E come non menzionare il bacio tra un prete e una suora nel 1991? Oggi potrebbe non sembrare così scioccante, ma all’epoca fu una provocazione che fece discutere il mondo intero. Insomma, il suo linguaggio espressivo ha lasciato un’impronta nel tempo che è destinata a perdurare.

Il segno indelebile di Oliviero Toscani
Toscani non si fermava davanti a nulla. Ha affrontato temi come l’anoressia, con immagini crude che mostravano la realtà della malattia; ha messo sotto i riflettori la pena di morte, dando un volto umano ai condannati; ha mostrato gli orrori della guerra e l’impatto devastante dell’AIDS, costringendoci a guardare in faccia realtà scomode.

La sua eredità? Ha rivoluzionato la fotografia e la pubblicità, utilizzando le immagini per farci riflettere e sfidare le norme sociali. Non era solo un fotografo; era un provocatore, un pensatore, uno che non aveva paura di mettere il dito nella piaga.
Certo, le sue posizioni politiche erano spesso controverse. Nel 1971, insieme al padre, firmò una lettera aperta contro il commissario Luigi Calabresi. Successivamente, si avvicinò ai Radicali, diventando presidente d’onore di “Nessuno tocchi Caino”, un’associazione per la moratoria universale della pena di morte. Si candidò anche per la Camera dei deputati con la Lista Marco Pannella nel 1996 e nuovamente nel 2006 con la Rosa nel Pugno. Nel 2008, accettò l’incarico di assessore alla creatività del comune di Salemi, in Sicilia, con Vittorio Sgarbi sindaco. E nel 2021, non esitò a criticare apertamente Matteo Salvini per le sue posizioni sullo Ius soli.

Oliviero è stato un uomo che ha cambiato la storia della fotografia pubblicitaria in un momento in cui nessuno pensava come lui. Il diverso vince sempre, e lui ne è la prova vivente. Non tutti lo amavano per le sue posizioni politiche, ma la sua professionalità fotografica era indiscutibile.
Mi chiedo, se fosse nato oggi, avrebbe avuto lo stesso impatto? Forse no. Le sue idee, una volta rivoluzionarie, potrebbero non sembrare così innovative nel mondo odierno, e avrebbe dovuto affrontare una marea di pseudo professionisti che credono di sapere tutto. Una battaglia che, in fondo, molti di noi combattono ogni giorno.
Addio, Oliviero. Continua a provocare, ovunque tu sia!
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