Anche questa settimana avrei voluto parlarvi con grande piacere dell’udienza più fuori luogo della storia recente del Vaticano, ossia quella che si terrà domani tra Papa Leone XIV e il presidente israeliano Isaac Herzog alla faccia del genocidio attualmente in corso nella Striscia di Gaza. Inoltre, mi sarebbe piaciuto potermi concentrare sulla 82esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, alla quale il nostro redattore e fotografo Gennaro Piscopo ha preso parte regalandoci degli scatti davvero magnifici. Oppure, avrei preferito di gran lunga dilungarmi sulla spregevole vicenda della diffusione senza consenso di foto di mogli, madri, figlie e compagne sul portale Phica.eu da parte di individui che di “uomo” non hanno nulla, nemmeno gli attributi!
E invece, dato che la nostra contemporaneità sembra non voler essere mai stufa di dar luce e lustro ad esemplari mitologici di ogni genere, nemmeno fossimo quotidianamente intrappolati all’interno di una puntata del format di Striscia La Notizia “I Nuovi Mostri” (è sufficiente guardare al neo-eletto Più “Brutto” d’Italia 2025, anziché il più “Bello”, per rendersene conto), mi ritrovo qui a commemorare, più che a commentare, una delle ultime notizie riportate da SpyIt.it.
Guardati intorno un po’ e dimmi che vedi,
io vedo solamente cavie con braccia e piedi,
la sperimentazione che fanno su di noi mi fa sembrare tutto irreale
in un mondo di cloni copiarsi mi sembra normale – Otto Hom all’interno della colonna sonora del film “Bimba, è clonata una stella” diretto ed interpretato da Sabina Guzzanti
Da reality a realtà alternativa è un attimo, non è vero Lucky John?
Stando al noto portale d’informazione e gossip, infatti, un certo Lucky John, influencer da mezzo milione di follower, avrebbe deciso che Madre Natura non era stata abbastanza creativa nei suoi confronti. E così, quasi fosse una Gemma Galgani qualunque, ha ben pensato di regalarsi un “re-fresh” completo. Naso rifatto, due trapianti, botox, filler, un cambio colore degli occhi, perché il marrone gli ricordava brutti ricordi, e chi più ne ha, più ne metta, alla modica cifra di 8.700 euro. Il tutto, come se non fosse già abbastanza, condensato in un video virale dal titolo “Quando ti sei rifatto il naso, due trapianti e il cambio colore degli occhi per somigliare a Gabriel Garko“.
Ora, non so cosa ne pensiate voi, ma a mio non modesto avviso qui l’unico trapianto mancante pare essere quello del buon senso. Chi oserebbe mai sottoporsi ad un’infinità di trattamenti e, per di più, spendere tutti quei soldi per ottenere un risultato che non si avvicina neanche lontanamente all’idea originale, in più sapendo che perfino Garko non assomiglia più a se stesso? “Chiunque al giorno d’oggi“, mi risponderebbe più di qualcuno, anche se, se io fossi in loro, denuncerei immediatamente il chirurgo!
La medicina estetica non è Lourdes
Scherzi a parte, non avrei voluto essere io, per l’ennesima volta tra l’altro, a rammentarvi che la chirurgia e la medicina estetica non sono “pozze di Lourdes” nelle quali immergersi per poi gridare al miracolo. Per non parlare dell’inutile stress psico-fisico al quale ci si sottopone, tra interventi e anestesie, quando quest’ultimi risultano del tutto immotivati. Oggigiorno – ahimè, ahinoi, ahitutti – il sistema sanitario permette con eccessiva facilità a qualsiasi persona di intraprendere tali percorsi, eppure dovrebbe essere ampiamente risaputo che non è sufficiente sborsare danaro per risolvere i propri problemi. Anzi, spesso e volentieri, in questi casi addirittura aumentano!
Meritiamo l’estinzione
Va bene l’operazione quando è necessario correggere un’imperfezione, ma se non vi è alcun tipo di difetto sul quale intervenire, intraprendere questa strada è da cerebrolesi. In simili circostanze, in effetti, credo che il personale medico faccia prima a sottoporre pazienti del genere a trattamenti psichiatrici piuttosto che estetici, roba da TSO subito! Per carità, voi mi chiederete che senso ha parlarne allora, se non quello di conferire a John quei cinque minuti di agognata popolarità. Ebbene, lo faccio nella speranza, il più delle volte vana, lo ammetto, di riuscire a far capire a quante più persone possibili quali sono quei cattivi esempi in cui non doversi mai trasformare!
Capisco che, in un’era di digitali speranze e multimediali illusioni, l’apparenza valga più della nostra stessa vita e di qualsiasi tipo di storia ciascuno di noi abbia da raccontare. In fondo, però, bisognerebbe solamente tenere a mente che ognuno di noi è bello e unico a modo suo. E siccome non facciamo altro che dimenticarcene, vi dico che sono, ogni giorno, sempre più convinto del fatto che meritiamo l’estinzione, punto e basta, anche perché di umano non ci è rimasto un bel niente!!!
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