Eliana Fasano e la tanatoestetica: togliere i segni della morte per alleviare il dolore di chi rimane

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Eliana
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Prendo il mio lavoro come una missione, perché anche il dolore più profondo possa essere meno traumatico

30 anni, cremonese e tanatoesteta. Eliana Fasano ha un impiego, che per lei è appunto più una mission di vita, poco conosciuto: ridà dignità ai morti, permettendo ai loro cari di guardarli per l’ultima volta senza traumi. Sì, perché per la Vitari Onoranze Funebri lei si occupa dell’ultimo saluto, di renderlo meno duro. Preparare a livello estetico, rendendo gli effetti della dipartita meno marcati, la salma per la sepoltura è talvolta un compito gravoso che le figure professionali come Eliana affrontano con passione ed energia.

Credit: foto per gentile concessione dell’Uffici o Stampa

Alleviare il dolore dei cari come missione per Eliana Fasano

Cenere alla cenere, polvere alla polvere, e tutti sappiamo che la morte è parte della vita, ma spesso quell’ultimo momento – quello che all’essere umano serve per metabolizzare il lutto – è fonte di ansia e incubi: non sempre la morte è clemente e, checché se ne dica, l’ultima immagine è proprio quella che rimane più impressa nella testa di chi rimane.

Eliana rende quest’ultima istantanea più dolce, pur con il retrogusto amaro, anzi amarissimo, della perdita.

L’inizio di tutto

Avevo appena iniziato le superiori quando, il 22 settembre 2008, mio padre si è sentito male. È rimasto in coma fino al 6 ottobre ed è poi deceduto in ospedale… ricordo quel momento, i dottori non volevano che io entrassi a vederlo (nemmeno mentre era in coma) ma ho urlato ed insistito finché sono riuscita a salutarlo. Era pallido, aveva la bocca spalancata e si intravedeva in naso e bocca del sangue secco. Aveva una cuffia e un telo bianchi.

Insomma, la decisione della mamma è presto presa: non è giusto che nessuno veda l’uomo così, quindi la bara viene fatta chiudere subito. Eliana è devastata: l’ultimo ricordo del suo amato papà non doveva essere così traumatico, non è giusto. “Non ero pronta a lasciarlo andare così” commenta. “Tutt’ora mi tormenta il pensiero che nessuno l’abbia lavato e vestito” continua, precisando che questo è stato spesso fonte di incubi.

Un occhio al futuro

Ma in quel momento ancora non sa che un giorno non troppo lontano il suo compito sarà proprio alleviare le sofferenze degli altri. Finisce gli studi e si mette a lavorare. “Non volevo pesare su mia mamma, rimasta sola” spiega. “Trovai impiego nei laboratori chimici, ma senza passione. Il mio sogno, sin da quando ero bambina? La medicina legale. So che sembra assurdo, ma vivevo in campagna e tutto quello che era relativo alla natura mi veniva spiegato. Conoscevo anche la morte.

Nel 2020 Eliana, dopo una delusione lavorativa, inizia a fare dei corsi regionali per diventare necrofora, addetta al trasporto e direttrice tecnica e nel 2021 trova lavoro come segretaria per un’onoranza funebre cremonese.

A loro, devo il massimo rispetto: non solo mi hanno insegnato come si procede con la burocrazia, ma ho imparato anche a gestire la parte grafica.”

Credit: foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

Professione: tanatoesteta

Eliana, però, vuole di più e frequenta tre corsi pratici a Reggio Emilia dedicati alla preparazione dei defunti. Eccola, la sua strada, il cammino che sente giusto per lei.

Nel 2023 sono stata assunta da una casa funeraria vicinissima a casa mia, dove tutt’ora lavoro. Vitari mi ha dato la possibilità concreta di esprimere la mia passione: posso finalmente vedere i volti tristi delle persone per un attimo incantarsi e sorridere nel vedere i loro cari puliti e sereni. Questo è il lavoro dei miei sogni. Con la morte ho un rapporto di rispetto, non avendo potuto evitarla mai ed essendo stata presente per la maggior parte della mia vita, cerco di accettarla sempre e di provare a conviverci.

Un lavoro poco diffuso ma molto importante

Non sempre, purtroppo, è possibile fare miracoli, ma talvolta si può fare la differenza.

Qualche volta è difficilissimo riuscire a restituire l’immagine giusta, mi è capitato che qualcuno si lamentasse ma non la prendo mai sul personale: a volte è impossibile fare un bel lavoro e semplicemente bisogna ammetterlo e accettare sempre le loro critiche” conclude la tanatoesteta Eliana. “Alle persone scettiche mi sento di dire: è un lavoro ancora poco diffuso in Italia ma che può davvero fare la differenza. Quanto è importante? Per me importantissimo, nelle persone che preparo rivedo mio padre e nei parenti rivedo la me che non ha potuto avere il ricordo sereno. Per questo motivo, prendo il mio lavoro come una missione, perché anche il dolore più profondo possa essere meno traumatico.”

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Giornalista pubblicista, editor e scrittrice, ha in tasca una laurea in Lettere e un master in Criminologia. Ha pubblicato sette libri, spaziando dall'horror al romance, e lavora nel campo del giornalismo da dieci anni. Tra le sue pubblicazioni, "I segreti di una culla vuota" e "Chi me lo ha fatto fare".

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