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Fabrizio Corona e Selvaggia Lucarelli, tra le parole su Barbara d’Urso e gli attacchi a Piersilvio Berlusconi: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!”

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Fabrizio Corona

Non so se ne siete già a conoscenza, ma dovete sapere che c’è una categoria umana, e televisiva, che, almeno per quel che mi riguarda, riesce continuamente a sorprendermi: quella dei moralisti a intermittenza, sempre pronti a puntare il dito contro le mancanze altrui, ma mai, neanche per sbaglio, a guardare in faccia o allo specchio le proprie. Parlano, predicano, si indignano e si battono il petto come se non avessero mai fatto parte (e in certi casi, lasciatemelo di dire, come se non fossero stati proprio loro a fondarlo) di quello sconfinato circo mediatico che ci appassiona così tanto.

E così, quando succede qualcosa degno di nota, ad esempio Barbara d’Urso che sparisce dai palinsesti di ogni emittente di questo e qualche altro mondo, ecco che si alza il coro dei commentatori di professione e degli opinionisti amatoriali per vocazione, che il più delle volte sono esattamente quelli che più di chiunque altro dovrebbero tacere, se non per decenza, perlomeno per onestà intellettuale! Ma d’altronde, si sa, come recita quel famoso proverbio:

Chi è senza peccato scagli la prima pietra!

E a quanto pare, nell’ambiente televisivo e giornalistico italiano, si sono riscoperti tutti improvvisamente santi, se non addirittura martiri della verità. Peccato solo, però, che certi paladini della pulizia morale abbiano fatto cose in tv che la d’Urso, a confronto, assomiglia quasi ad una delle più ignare vittime delle campagne di marketing di Wanna Marchi!

La “coerenza” di Fabrizio Corona, questa sconosciuta!

La Wonder Barbie di Cologno Monzese, e questo sicuramente a me e a tanti altri dispiace, non è più in televisione da due anni. Il suo addio al Biscione ha causato un terremoto mediatico che nemmeno lo Scisma d’Oriente sarebbe stato in grado di provocare. Non a caso, oggi, il suo fantasma pare ancora aleggiare nei più infiammati salotti televisivi, tra un talk show del dolore e un “docu-reality” con tanto di lacrima in HD. Ed è forse proprio per questo che, anziché osservare il più doveroso dei silenzi per lasciar sedimentare il tutto, ci siamo ritrovati, nostro malgrado, ad assistere all’ennesimo spettacolo che fa acqua da tutte le parti: quello in cui chi un tempo era disposto a (s)vendere persino la propria anima in nome dell’osannato “trash”, ora si indigna o gongola per la sorte toccata ad altri!

Il primo a salire sul pulpito dall’incoerente giudizio, neanche a dirlo, è Fabrizio Corona, che ci ha fornito soltanto l’ennesima prova di quanto, spesso e volentieri, i ricordi possano rivelarsi fugaci e la faccia incredibilmente tosta! In effetti, l’ei fu Re dei Paparazzi ha ben pensato di attaccare Pier Silvio Berlusconi dalle tribune della sua amata Falsissimo (credo non ci sia titolo più appropriato e in linea con l’immagine di chi se ne fa portavoce) per via della sua decisione di allontanare la d’Urso dalla propria azienda, accusando quest’ultima di “ipocrisia” al grido di “se volete togliere il trash, allora togliete tutto: Uomini e Donne, Temptation Island, Grande Fratello“.

Corona dovrebbe essere l’ultimo a parlare di “trash”

Ora, secondo la mia non modesta opinione sul fatto che Mediaset abbia compiuto dei passi falsi non c’è ombra di alcun dubbio. Innanzitutto, è innegabile che la tanto sbandierata “rivoluzione piersilviana” si sia risolta in un mero cambio di volti e non di direzione. E fin qui, per carità, non era mica necessaria una laurea per intuirlo. In secondo luogo, però, a quelli che inneggiano a Fabrizio per aver avuto il coraggio di dire le cose come stanno, vorrei ricordare che l’ex di Nina Moric è proprio l’ultimo a potersi e doversi esprimere su un tale argomento.

Perché che Barbara d’Urso non debba essere ridotta esclusivamente al ruolo di “regina del trash” è un dato di fatto. Ma che a difenderla debba essere “il nulla sottratto al niente” rende la questione ancora più grottesca delle stesse uscite di cui il soggetto in questione si è reso protagonista nel tempo. Alcuni personaggi, Corona incluso, andrebbero messi di fronte, con costanza, a quella memoria che scelgono di perdere. Non era forse proprio lui, anni fa, a massacrare la d’Urso in diretta televisiva, accusandola di menzogne degne dei vangeli apocrifi?! E che dire di quei teatrini, memorabile fra tutti lo scontro con Ilary Blasi nello studio del GfVip, di cui egli stesso si è reso protagonista?

Apprendere l’arte del silenzio

Piuttosto che lanciarsi in crociate donchisciottiane, cominciasse ad occuparsi della propria esistenza e apprendesse, finalmente, l’arte del silenzio: gli eviterebbe almeno una sfilza di pessime figure. Sono 51 anni che vive, al pari di molti altri, sulla pelle degli italiani, promuovendo la cultura dell’illegalità e dell’indecenza. Pier Silvio Berlusconi ha deciso di virare verso un tipo comunicazione differente, se non altro nella forma, e, piaccia oppure no, a casa propria ognuno fa ciò che vuole. Ci ha rimesso? Probabilmente sì. Una come Barbara, instancabile stacanovista, non si trova dietro l’angolo. Ma ricordiamoci una cosa: se è vero che siamo tutti unici e utili, lo è altrettanto il fatto che siamo tutti, irrimediabilmente, sostituibili. Spero comunque di rivedere lei presto sul piccolo schermo e Corona fuori da ogni tipo di scena!!!

Il “bel tacer” che “non fu mai scritto” di Selvaggia Lucarelli

Per non parlare di Selvaggia Lucarelli, la cui analisi del personaggio dursiano è pregna di quel distacco morale da chi ama sentenziare sulla massa con aria saccente ma, al tempo stesso, un po’ incuriosita. Chiama la sua presenza dinanzi alle telecamere “empatia performativa” e le dà della cinica, ma non si tratta forse dello stesso identico tipo di cinismo con cui si costruisce una carriera commentando i mali della società pop dall’alto di una torre d’avorio costruita a suon di tweet al vetriolo e post indignati?

Chissà, magari qualcuno, prima o poi, riuscirà a fornire una risposta alla mia domanda. Al momento, la sola cosa che posso dirvi con certezza è che Mediaset non ha fatto altro che seguire il corso del tempo. Ha chiuso un ciclo. Ha archiviato un personaggio televisivo che, nel bene o nel male, ha rappresentato un’epoca. In fondo, non si cambia formula, solamente la voce fuori campo. Non serve a nulla ergerci a predicatori riciclati e paladine del cinismo ben confezionato chiamando in causa il caso di Barbara per fingerci migliori di ciò che siamo è in realtà.

La d’Urso è diventata un totem, un capro espiatorio sacrificabile e da abbattere per fingere un cambio di rotta, dal momento che la tv trash non è morta, ma ha deciso di ricoprirsi con una nuova veste. Ha buttato le ciglia finte da palcoscenico per indossare la camicia stirata del “format intelligente”. Ma il contenuto è lo stesso. Pianti, confessioni, drammi familiari, tradimenti, gossip, litigi tra vip da discount e scivoloni morali impacchettati da autori che studiano ogni parola, ogni pausa, ogni inquadratura per far sembrare tutto casuale. La differenza è che prima ci ridevamo sopra. Ora fingiamo che sia cultura pop!

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Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

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