C’è chi va al Festival del Cinema di Venezia perché è realmente una stella del grande schermo e chi, invece, ci va nella speranza, il più delle volte vana, di poter diventare qualcuno. Anzi, ormai si potrebbe quasi dire che il tappeto rosso della laguna sia diventato una passerella da fiera campionaria, dove il nulla sottratto al niente si augura di poter finalmente riempire quel vuoto al quale non accetta di essere destinato. D’altronde, Voltaire diceva che:
La vanità di solito è solo l’amore di se stessi in attesa di applausi,
solo che in questo caso quegli applausi così attesi non arriveranno mai!
Dal tappeto rosso al teatrino tragicomico: quando al Festival del Cinema di Venezia sfilano più gli sconosciuti che le star
Non a caso, anche quest’anno la 82esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica si è vista presa d’assalto da quelle Star buone giusto per fare il brodo e da quegli Influencer che riescono solamente ad influenzare il livello di imbarazzo di chi li guarda. E in effetti, da Nicky Passarella a Lisa Luchetta, passando per Dolma Lisa e Rachele Santoro, tanto per fare alcuni nomi, eccoli tutti lì, bardati come se stessero per ricevere un Oscar quando, in realtà, l’unico riconoscimento che potrebbero permettersi di aggiudicarsi sarebbe una targa onoraria intitolata a “Chi li ha mai visti”?.
Attraversano il red carpet con la stessa sicurezza con cui un turista scende dal traghetto sbagliato a Murano, e sorridono, plastici, convinti che la folla sia lì per loro mentre, a onor del vero, non li riconoscerebbe nemmeno la madre che li ha partoriti! Ma, dopotutto, che importa? Oggigiorno bastano un fotografo annoiato, due fari alla Barbara d’Urso, un invito dietro pagamento (almeno stando alle rivelazioni di Karina Cascella, che, ne sono convinto, si presterebbe volentieri a tali pratiche se soltanto ne avesse la possibilità), una corsa verso quei fan che di sicuro non erano lì per loro, nemmeno fossero una Valeria Marini qualunque, e il miracolo è fatto: un nessuno si trasforma magicamente in qualcuno. Ma che ne sa Julia Roberts!
Ciò nonostante, al di là di quei cinque minuti di immeritata popolarità, la domanda rimane: chi sono?! Beh, che dire, forse quei divi e divine mancati che non ci hanno creduto abbastanza, quelle celebrità da sottoscala che se digitassi il loro nome su Google, ti uscirebbe la scritta: “Forse cercavi qualcos’altro?”. Eppure loro ci credono ed è proprio questo il problema perché, presto o tardi, e non vorrei essere io a dovervelo ricordare, è quella stessa convinzione che fotte la gente!
Un paradosso malauguratamente frequente
Il paradosso è che, nella cornice di un siffatto teatrino tragicomico che sa di spettacolo che fa acqua da tutte le parti, finiscono pure per rubare la scena. Il cinema? Un dettaglio. I registi? Roba vecchia. Gli attori? Comparse. L’attenzione, purtroppo, è tutta per quella lì “che fa haul di Shein su TikTok” e “quello che commenta video di gattini con faccette buffe”. In altre parole, per gente che al massimo potrebbe sfilare nel corridoio della propria casa e che, malauguratamente, si ritrova a calcare uno dei tappeti rossi più ambiti del jet set internazionale al fianco di veri divi e autentiche divine che qualcosa da mostrare, il talento per esempio, ce l’hanno davvero!
Insomma, il Festival di Venezia, da palcoscenico dei prodigi del grande schermo, si è rapidamente trasformato nel Festival delle Nullità, dove a far parlare di sé, e nella maggior parte delle occasioni perfino per sbaglio, è chiunque abbia superato i 10mila follower comprati. Chissà, magari sono io che sbaglio. D’altronde, Venezia è sempre stata patria di maschere, peccato solo, però, che qui siano rimaste solamente quelle di Carnevale!
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