Filippo Marra, tra diplomazia inefficace e conflitti che rischiano di degenerare nel 2025

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Negli ultimi decenni l’intero pianeta è stato segnato da un crescente numero di conflitti armati che continuano a devastare nazioni e comunità. Attualmente, come afferma Filippo Marra, Consulente Tecnico Ambasciate italiane all’Estero, «si contano 51 conflitti attivi in diverse regioni del mondo». Queste guerre non solo causano la straziante perdita di vite umane, ma generano anche crisi umanitarie, migrazioni forzate e instabilità globale. Ogni Paese ha complesse radici storiche, politiche ed etniche, ed è difficile esaminare con cura le principali caratteristiche di alcuni di questi scontri, e cercare di comprendere le cause profonde e le conseguenze per le popolazioni coinvolte, nonché le sfide che la comunità internazionale deve affrontare nel tentativo di promuovere la pace e la sicurezza globale.

Colpe senza colpevoli, le guerre “dimenticate” e cosa ne pensa Filippo Marra

“Il mondo è in guerra, ma solo due di queste attirano l’attenzione dei media mondiali. Le altre in continua crescita, invece, non interessano. Ad oggi sussistono 51 conflitti mondiali e  aumentano le guerre senza pace, alcune delle quali, a causa dell’immobilismo della politica internazionale, rischiano di degenerare nel 2025. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento esponenziale di suddette tensioni, specialmente nell’area MENA (Middle East and North Africa). Questi scontri, affiancati alle inondazioni e alla crisi climatica, hanno segnato profondamente il 2024 e il prossimo anno potrebbero peggiorare andando incontro a un’escalation.

Guerre senza pace che vedono coinvolti oltre 400 milioni di cittadini e nel corso delle quali almeno 120.000 bambini sono rimasti uccisi o mutilati. E mentre i civili muoiono sotto i bombardamenti, la politica internazionale resta a guardare, senza riuscire a trovare una vera risoluzione. Tragico esempio è il genocidio che si sta consumando nella Striscia di Gaza, sotto gli occhi di un Occidente bloccato nella sua “abulia” politica.

Filippo Marra

Medio Oriente e Africa

Ma questo non riguarda solo Gaza, dal momento che numerose sono le situazioni di natura simile che investono tutto il Medio Oriente e l’Africa. È quindi opportuno comprendere quali siano e quali sono le responsabilità delle politiche sovrannazionali.

Dal 2011 sono esplosi svariati conflitti in tutto il mondo e alcuni di questi sono tutt’ora in corso, dilaniando Paesi e uccidendo persone innocenti. La differenza, rispetto a quelli degli anni ’90 localizzati perlopiù in Cambogia, in Bosnia, in Mozambico e in Liberia, è che all’epoca si erano raggiunti una serie di accordi per il cessate il fuoco, e benché fossero accordi incompleti, rappresentavano comunque dei passi in avanti verso la pace. Al contrario, nell’ultimo decennio non sono stati siglati patti di tale natura da nessuno.

Trattati mancati e sigle di pace nel continente africano:

  • Libia, Yemen e Siria. Le guerre in questi tre Paesi sono formalmente finite, ma de facto non si è mai giunti a una pace duratura e definitiva. Le fazioni avversarie non hanno mai raggiunto un accordo e, nel frattempo, l’instabilità della Libia si è estesa verso Sud, causando una serie di prolungate ostilità nel Sahel.
  • Azerbaigian e Armenia. Nel 2020 è esploso il conflitto per l’enclave del Nagorno-Karabakh, un conflitto che non si è ancora risolto dato che nel 2023 l’Azerbaigian ha ripreso il controllo del Nagorno-Karabakh e ha spinto molti armeni a fuggire, mettendo fine a una situazione di stallo durata trent’anni.
  • Etiopia. Altro tragica vicenda è quella che si è consumata in Etiopia, in particolare nella regione settentrionale del Tigray. Benché nel 2022 il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, abbia raggiunto un accordo per il cessate il fuoco con i ribelli del Tigray nel mese di novembre, questo rappresenta più che altro un consolidamento del potere di Abiy, visto che le tensioni non sono mai cessate del tutto ed è possibile che esplodano di nuovo.
  • Sudan. Una guerra che sta dilaniando un Paese. Il conflitto in corso, cominciato dalla Capitale Khartoum e ben presto estesosi all’intero territorio nazionale, è il risultato di una serie di tensioni latenti da anni, alimentate da Nazioni straniere che hanno interessi economici nel cuore del Corno d’Africa come Stati Uniti e Russia.

La situazione a Est

  • Afghanistan. Dopo la ritirata delle truppe statunitensi nell’agosto del 2021, i talebani hanno preso il potere senza particolari accordi. Dopo decenni di guerra, il Paese è tornato sotto un regime repressivo con gravi conseguenze per i civili.
  • Russia e Ucraina. Altro conflitto tutt’ora in corso è quello tra Mosca e Kiev, che sta perdendo il sostegno occidentale a causa delle altre guerre, soprattutto quella in Palestina, lasciando spazio di manovra alla Russia.
  • Palestina e Israele. Un conflitto centenario che ora, dopo anni in cui il popolo palestinese è stato oppresso, si è trasformato in un vero genocidio. Gaza è ormai rasa al suolo e ciò potrebbero cancellare la speranza di pace per un’intera generazione.

In tutti i casi citati la pace non è negoziabile con un accordo, e nonostante gli sforzi diplomatici per gli aiuti umanitari sia notevole, la politica internazionale è totalmente assente, consentendo quotidiane stragi di civili. Difatti, se in alcuni casi la diplomazia ha portato al riavvicinamento di alcune potenze, come accaduto tra l’Iran e l’Arabia Saudita, o tra Stati Uniti e Cina, in suddette circostanze non ha fornito soluzioni per la risoluzione dei conflitti in essere.

Anche nelle crisi in cui non sono direttamente coinvolte, le grandi potenze si concentrano sulla diplomazia, rapporti con gli Stati in guerra e interessi economici, piuttosto che impegnarsi a trovare soluzioni di pace. Altrimenti, non si spiegherebbe il perché Stati Uniti e altri paesi abbiano votato contro il cessate il fuoco in Palestina, consentendo dunque il proseguimento di un genocidio!”.

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Simone Di Matteo, Latina 25 gennaio 1984. Curatore della DiamonD EditricE, autore, scrittore e illustratore grafico è tra i più giovani editori italiani. I suoi racconti sono presenti in diverse antologie. Molti dei suoi libri invece sono distribuiti all'interno degli istituti scolastici italiani. È noto al grande pubblico non solo esclusivamente per la sua variegata produzione letteraria, ma anche per la sua partecipazione nel 2016 alla V edizione del reality on the road di Rai2 Pechino Express. Consacratosi come Il giustiziere dei Vip, da circa due anni grazie a L’Irriverente, personaggio da lui ideato e suo personale pseudonimo, commenta il mondo della televisione, dei social network e i personaggi che lo popolano, senza alcun timore, con quel pizzico di spietatezza che non guasta mai attraverso le sue rubriche settimanali.

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