Giornata Mondiale della Disabilità: la vera sfida è camminare insieme!

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Giornata Mondiale della Disabilità

La Giornata Mondiale della Disabilità, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, annualmente si celebra il 3 dicembre con l’obiettivo di promuovere i diritti e il benessere, in ciascuno degli ambiti della società, di tutte quelle persone affette da disabilità, individue “speciali” con caratteristiche e peculiarità proprie alle quali la società moderna dovrebbe forse prestare maggior attenzione. Tale ricorrenza, in effetti, costituisce un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su quelle barriere fisiche, sociali, politiche, culturali ed economiche con le quali costoro si scontrano ogni giorno della loro vita, nella speranza che si possa dar vita ad una realtà in cui nessuno possa sentirsi più in difetto di qualcun altro.

Lo stesso Stephen Hawking una volta ci ricordò che:

La disabilità non deve essere un ostacolo al successo

Ma perché, ancora oggi, sembriamo continuare a fare in modo che lo sia?

Il tema della “Giornata Mondiale della Disabilità 2024”

Tra le svariate tematiche affrontate dalla Giornata nel corso degli anni, quella di oggi mette in evidenza l’importanza di creare ambienti, servizi e infrastrutture accessibili, indispensabili per garantire pari opportunità. Difatti, l’accessibilità non è solo una questione architettonica, ma riguarda anche (e soprattutto) la comunicazione, la digitalizzazione e i servizi pubblici. Perché quella delle “pari opportunità” non dovrebbe essere soltanto uno slogan, ma una realtà in cui credere e investire per far in modo che si concretizzi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre un miliardo di persone vive con una qualche forma di disabilità, pari a circa il 15% della popolazione mondiale. Nonostante le normative esistenti in molti Paesi, chi è affetto da una qualche forma di disabilità continua ad incontrare ostacoli che limitano la sua partecipazione attiva alla vita del contesto sociale di cui fa parte. A tal proposito ogni anno, in occasione del 3 dicembre, istituzioni, associazioni e comunità locali organizzano eventi campagne di sensibilizzazione. Ma non dovremmo forse fare di più?

Le attività

Tra le attività più comuni troviamo workshop e conferenze su tematiche come l’inclusione scolastica, l’occupazione e la tecnologia. Eventi culturali e artistici che danno voce alle persone con disabilità. Iniziative di sensibilizzazione per educare il pubblico sull’importanza di abbattere gli stereotipi e promuovere l’inclusione. Perché, diciamocelo chiaramente, nonostante siamo ormai nel XXI secolo, i preconcetti e i pregiudizi sono il nostro pane quotidiano.

Ma è proprio in questo che risiede uno dei motori propulsori della Giornata Mondiale, affinché essa ci ricordi che una società equa è possibile solo se si garantiscono pari opportunità a tutti. Le barriere architettoniche, digitali e culturali non sono inevitabili. Anzi, semmai sono il risultato di scelte e progettazioni che possiamo modificare. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo percorso verso una maggiore inclusione.

Celebriamo questa giornata prendendoci l’impegno di costruire un mondo che sia realmente migliore, dove le diversità non rappresentino un punto a sfavore, bensì un valore aggiunto e che arricchisce la nostra comunità. Avere una disabilità permette di vivere in prima persona le difficoltà quotidiane, posso garantirvelo, ed è per questo che ribadisco la necessità di un cambiamento urgente. Penso che sia importante che le persone disabili possano e debbano far sentire la propria voce, perché chi non vive certe situazioni difficilmente può comprenderle.

Coinvolgimento attivo dei diretti interessati nel processo di cambiamento

La sensibilizzazione è fondamentale, ma lo è altrettanto il coinvolgimento diretto di chi ha esperienza sul campo, sia nella progettazione degli spazi pubblici che nella definizione delle politiche. Le barriere di cui vi parlavo poc’anzi non sono solo ostacoli fisici, ma rappresentano un limite imposto alle potenzialità delle persone. Eliminandole, dunque non si favorisce chi ha una disabilità, ma si rende la società più giusta e vivibile per ognuno di noi.

Essere una persona con disabilità significa confrontarsi ogni giorno con ostacoli che non dovrebbero esistere. Le barriere architettoniche, la mancanza di accessibilità digitale, i pregiudizi e l’isolamento sociale non sono “sfide personali”, ma problemi collettivi che la società deve affrontare e risolvere. Ed è alla luce di questo che il 3 dicembre sviluppa il suo significato più intrinseco. Ridurlo ad un mero momento per parlarne sarebbe riduttivo, dal momento che è il simbolo di una quotidiana lotta per valere i propri diritti ed essere riconosciuti in quanto, anche noi, essere umani.

Cosa serve?

Servono politiche e leggi applicate con rigore, che non restino solo sulla carta. Ma non finisce qui. Bisogna educare alla diversità sin dalle scuole, per insegnare ai bambini che la disabilità non è un limite ma una parte naturale della diversità umana. Ci deve essere un accessibilità universale dagli spazi pubblici ai trasporti, dalla tecnologia alle comunicazioni, tutto deve essere progettato per essere fruibile da chiunque.

Un esempio positivo si può osservare in alcune città dove la pianificazione urbana e i servizi sono pensati per tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche. Tuttavia, molte altre realtà, come Milano, sono ancora indietro, lasciando le persone con disabilità a confrontarsi con un mondo pieno di ostacoli con marciapiedi impraticabili e trasporti pubblici non accessibili.

Ogni barriera superata, ogni pregiudizio abbattuto rappresenta un passo avanti per l’intera società. Perché una realtà accessibile non è solo più giusta, ma è anche (e soprattutto) più ricca, più forte, più umana e più dignitosa. Non serve a nulla dedicare un giorno all’anno alla disabilità se poi, per i restanti mesi, le problematiche vengono ignorate. Serve l’impegno di tutti: istituzioni, aziende, scuole e cittadini. Ma, più di ogni altra cosa, è imperativo ascoltare chi vive questa realtà.

II 3 dicembre ci ricorda dove dobbiamo andare, sebbene la vera sfida sia camminare insieme, ogni giorno!

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Classe 2001. Nonostante la sua disabilità fisica la voglia costringere a stare un passo indietro, ha sempre visto il mondo con occhi pieni di possibilità. La sua passione per la moda e la bellezza l’hanno portata a sognare di diventare un’influencer, desiderosa di ispirare altre persone a credere in se stesse e a superare le sfide quotidiane. Attraverso i suoi post sui social network, condivide consigli di stile, e la semplicità della sua vita, mostrando, a chi la segue, che la vera bellezza risiede nella forza interiore e nell’accettazione di sé. Con un sorriso contagioso e una determinazione inarrestabile, sta costruendo una comunità inclusiva e positiva, per dimostrare, una volta per tutte, che i sogni possono diventare realtà, indipendentemente dagli ostacoli che si incontrano lungo il cammino, perché andare contro corrente non è poi così male.

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