“L’amante perduta di Shakespeare“. Un ladro, sì, ma in giacca e cravatta: già, perché Nick Montecristo – evaso dalla prigione grazie a un carismatico mentore, che gli ha insegnato tutti i trucchi del mestiere – ruba, ma mica portafogli, case, libri, auto e fogli di giornale… solo opere d’arte. Molto preziose. Su commissione. Sì, Nick è quel genere di Lupin che viene fatto entrare dalla porta principale e a cui viene offerta la colazione. Elegante, bello e con mille scheletri nell’armadio: deve stare più attento del normale, guardarsi alle spalle e non innamorarsi mai. Radici, le chiamano, e lui non può averne: la gattabuia lo attende ed è paziente, mentre aspetta un suo errore.
Nick Montecristo, ladro gentiluomo
Ha studiato a lungo, dietro le sbarre, imparando tutto quello che c’è da sapere sull’arte, sulla letteratura, su rilegature e caratteri stampati e può riconoscere un’opera d’arte da un falso quasi a occhi chiusi. Lo sa bene il ricco committente, collezionista di libri rari, che chiede i suoi servigi: Montecristo dovrà recuperare con lui nientepopodimeno che il First Folio di Shakespeare, soffiatogli sotto il naso da un barone italiano diversi anni prima. Ora Arrigo, il barone furbetto, è morto e i suoi beni, compresa una biblioteca molto prestigiosa, sono passati a suo figlio Roberto: quale momento migliore di questo per riprendere l’opera?
Un ingresso importante nella storia
Ma Nick non sa che c’è anche Angelica, figlia illegittima di Arrigo completamente al verde, a chiedere la sua parte di eredità. E il First Folio, be’, diciamo che vale un discreto quantitativo di soldi.
Parte quindi un enigma pazzesco, che unisce il romance – nel quale la Kingsley è pazzesca – al mistero, unendo morte e vita, disgrazia e successo. Sesso e amore. Infatuazione e dimenticanza.
Un enigma coi fiocchi quello de “L’amante perduta di Shakespeare”
Tessitrice di parole e di silenzi, Felicia riesce a costruire una trama avvincente e di successo. Impossibile non provare interesse per quelle che sono le leggende che gravitano attorno al grandissimo Maestro: del resto, sulla sua vera identità se ne sono sentite di ogni colore.
Shakespeare chi era, realmente? Era un uomo? E se fosse stata una donna, una cosiddetta cortigiana onesta? Italiana, per giunta?
In questa storia, tutto viene messo in dubbio e girato. Rigirato. Ripreso. E anche Nick dovrà mettere in dubbio se stesso, e chissà che la bella Angelica, con la sua dolce prorompente, non lo faccia capitombolare.
Promosso a pieni voti
Bello. La cosa più lampante è l’accuratezza dell’autrice nel fare ricerche: dietro le quinte ci sono delle basi storiche solidissime, che portano ad appassionarsi a ogni nuova pagina non vedendo l’ora di finire, di scoprire gli inghippi, di arrivare alla soluzione dell’enigma. E quando finisce, non finisce: anche la Nota dell’autrice ha del suo. Esatto, perché questo risulta essere un libro scritto da… Blake Avery, un personaggio letterario della Kingsley.
Un altro intreccio, ma non sono mai abbastanza. E non sono mai di troppo. Promosso. A pieni voti. Con clap-clap di mani finale!